Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Copertina

Copertina

Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

venerdì 31 dicembre 2010

2010

Felice di esserti sopravvissuto. Triste delle cicatrici lasciatemi a tuo ricordo. Lieto di averti perduto. Affranto all’idea che un giorno ti rimpiangerò.

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martedì 28 dicembre 2010

Coventry City-Queens Park Rangers 0-2: E’ ancora Natale per i SuperHoops!

Il primo tempo per lavorare ai fianchi gli avversari limitando i graffi (paratone di Kenny su incornate di Platt e McSheffrey), la ripresa per portare sostanza ad un’altra prestazione da ricordare a pancia piena. I Queens Park Rangers ottengono il secondo successo in meno di 48 ore espugnando 0-2 la Ricoh Arena di Coventry dopo il poker rifilato allo Swansea durante il Boxing Day. Un’autorete di Santa Claus-Westwood (49) su cross di Walker e una perfetta deviazione di testa di Smith (61) su traversone di Taarabt, decidono una sfida nella quale i ragazzi di Boothroyd dimostrano di non aver ancora smaltito del tutto la batosta di Cardiff. Neil Warnock, da parte sua, vince ancora preparandoo alla perfezione l’appuntamento: squadra propensa alla lotta, quasi nessun pallone sprecato e pochissime amnesie difensive. La partita non concede pause e rispetta le premesse della vigilia. Nel finale Clarke tira addosso al portiere la palla del tris.

Coventry City: Westwood, Keogh, Carsley, McPake (Eastwood 87), Bell (Wilson 71), Doyle, King, McSheffrey, Platt, Wood (O'Halloran 71), Cameron.
Subs: Ireland, Jutkiewicz, Cranie, Baker.
Bookings: McSheffrey (25).
QPR: Kenny, Hill, Derry, Taarabt (Rowlands 84), Helguson (Orr 89), Faurlin, Mackie, Gorkss, Walker, Connolly, Smith (Clarke 80).
Subs: Cerny, Agyemang, Hulse, Tofas.
Goals: Westwood (OG 49), Smith (61).
Bookings: Helguson (21), Faurlin (31).
Referee: Mr. N. Swarbrick.
Attendance: 17,687 (1,037).


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lunedì 20 dicembre 2010

The Cure ‘4:13 Dream Première Live in Rome 2008’, in HD con audio remixato da Robert Smith e Keith Uddin!

Il regalo di Natale dei Cure? Da qualche giorno è reperibile in rete anche se in maniera non ufficiale. Si tratta di una nuova versione della première di ‘4:13 Dream’ che i Cure eseguirono in piazza San Giovanni a Roma l’11 ottobre 2008, dodici giorni prima della sua pubblicazione. La performance, inserita all’interno di un festival sponsorizzato dalla Coca Cola, venne trasmessa in diretta mondiale da MTV. Il video, in alta definizione 720p, offre riprese inedite e una traccia audio assolutamente perfetta remixata interamente da Robert Smith e Keith Uddin. Rispetto alla versione originale il filmato dura circa 42 minuti e contiene tutte le canzoni dell’ultimo album in studio dei Cure ad eccezione di ‘Sirensong’, ‘The Real Snow White’ e ‘ This. Here and Now. With You’. La tracklist comprende quindi: ‘Underneath the Stars’, ‘The Only One’, ‘The Reasons Why’, ‘Freakshow’, ‘The Hungry Ghost’, ‘Switch’, ‘The Perfect Boy’, ‘Sleep When I'm Dead’, ‘The Scream’, ‘It's Over’.

Il file, un “mkv” di 4.3 GB leggibile su tutti i pc/mac e buona parte dei lettori da tavolo, è scaricabile via-torrent QUI.

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venerdì 17 dicembre 2010

QPR, Briatore si fa da parte. Le sue azioni ora sono in mano a Ecclestone che detiene la maggioranza del club

Flavio Briatore da ieri non è più uno dei proprietari del Queens Park Rangers. A rilevare il suo intero pacchetto azionario è stato l'ottantenne Bernie Ecclestone, ora titolare della quota di maggioranza del club con il 60% di azioni. Entrambi esponenti di spicco della Formula 1, entrarono nel club londinese il 1° settembre 2007 con un'investimento iniziale di 14 milioni di sterline che, di fatto, contribuì a salvarlo da una situazione economico-finanziaria molto difficile. Tuttavia gli entusiasmi per l'esordio nella patria del football di Fab Flav (così venne soprannominato all'ombra del Big Ben) si spensero ben presto. A rendere le cose complicate sono state soprattutto questioni gestionali e troppi passi a vuoto nella fase di ricostruzione tecnica, e non solo, della società. I rapporti tra l'imprenditore italiano e i tifosi si incrinarono al punto che lo scorso 19 febbraio Briatore decise di dimettersi dall'incarico di presidente. Ecclestone, proprio in virtù dell'amicizia e della vicinanza d'affari che da tempo lo legano a Briatore, è quindi riuscito a vincere la concorrenza dell'indiano Vijay Mallya, proprietario della Kingfisher e amico di Laksmi Mittal, magnate dell'acciaio e co-proprietario del sodalizio di Loftus Road.
Ecclestone ha così commentato la notizia: 'Non ho comprato il club per vedere il mio nome sui giornali, l'ho comprato per sostenere Neil (Warnock, allenatore dei Rangers, ndr). Neil prima ci ha insegnato come si gioca a calcio e adesso la nostra speranza è di andare in Premier Legaue. Il nostro obiettivo non è certo quello di competere con Manchester United o Arsenal, ma vedremo fin dove potremo arrivare. Sono qui per dare supporto a Neil in tutto quello che vorrà fare'.


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domenica 12 dicembre 2010

The Cure 'Best Of', la compilation più bella (e con una rarità) è edita solo in Ucraina

In attesa di poter finalmente ascoltare materiale inedito (il dark album, seconda parte di '4:13 Dream', è in naftalina dalla fine del 2006!), di assoluto interesse è una raccolta ufficiale che la Universal ha pubblicato esclusivamente sul mercato ucraino. 'Best Of The Cure', è questo il titolo del CD edito nel febbraio 2009 dalla Moon Records. Merito della scoperta va all'eccellente sito TheCureRecords.com. Con le sue 22 tracce rimasterizzate il disco è la migliore raccolta della band inglese dai tempi di 'Staring at the Sea-The Singles' del lontano 1986. Superiore a 'Galore-The Singles 1987-1997' e al più recente 'Greatest Hits' del 2001 fatto uscire in versioni differenti, una per il Regno Unito e un'altra per il resto del mondo. Oltre a riproporre brani come 'The Blood' (uscito come singolo in Spagna) e 'Jumping Someone Else's Train', la caratteristica principale di 'Best Of' è l'inclusione della versione rimasterizzata di 'Killing an Arab', assente in ogni altra riedizione del catalogo della band inglese perchè ritenuta poco politically correct, motivazione mai ufficialmente ammessa ma assai spesso sussurata. In passato, per aggirare l'ostracismo degli Usa verso questo brano, Robert Smith arrivò persino a modificarne il testo durante i concerti trasformando la frase del titolo in 'killing... someone else in the world' (!). Il singolo d'esordio, datato 1978 e ispirato dal romanzo 'Lo Straniero' di Albert Camus, non è stato neppure inserito nella ripubblicazione in doppio CD di 'Three Imaginary Boys' del 2004 o in quella, imperdibile, che l'etichetta russa Lilith Records ha realizzato nel 2007. L'artwork e la scelta dei brani di 'Best Of' sono accreditati alla Universal Music Lebanon.

Questa è la tracklist dell'album:
01. Boys Don't Cry (2:42)
02. Close to Me (3:41)
03. Just Like Heaven (3:32)
04. A Forest (4:44)
05. Freakshow (2:30)
06. The Walk (3:31)
07. Lullaby (4:10)
08. Killing An Arab (2:22)
09. The End of the World (3:43)
10. Friday I'm in Love (3:35)
11. Let's Go to Bed (3:34)
12. Alt. End (4:30)
13. The Lovecats (3:40)
14. The Blood (3:43)
15. Jumping Someone Else's Train (2:56)
16. Sleep When I'm Dead (3:51)
17. Inbetween Days (2:58)
18. Mint Car (3:29)
19. High (3:35)
20. Lovesong (3:28)
21. Cut Here (4:10)
22. Pictures of You (4:47)

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sabato 11 dicembre 2010

Genoa-Napoli 0-1: Hamsik insacca, poi è assedio rossoblù ma Forte De Sanctis resiste!

Un colpo di testa vincente di Hamsik al 25' regala il successo ad un Napoli che dimostra di saper vivere bene negli altissimi piani della classifica. Il Genoa, lento e impacciato nel primo tempo ma più vigoroso nella ripresa, non riesce però a evitare la quarta sconfitta casalinga. La squadra di Mazzarri, ordinata e brava anche al momento di soffrire, passa un esame importante in vista del prosieguo della stagione. Ospiti in dieci negli ultimi spiccioli di gara per il doppio giallo rimediato da Pazienza. Mai prima di stasera, dal contemporaneo ritorno nella massima serie dei due club, il Napoli era riuscito a battere i rossoblù.

FORMAZIONI - Ballardini scioglie gli ultimi dubbi della vigilia senza particolari contrattempi. Davanti a Eduardo sistema una linea difensiva a quattro composta da Rafinha, Ranocchia, Dainelli e Criscito; mediana con Rossi, Milanetto e Veloso; davanti al trequartista Kharja si piazzano Palladino e Toni.
Senza l’infortunato Lavezzi e lo squalificato Grava a protezione di De Sanctis Mazzarri schiera Campagnaro, Cannavaro e Aronica; centrocampo di sostanza con Maggio, Gargano, Pazienza e Dossena; Hamsik e Zuniga supporti di Cavani prima punta.

PARTITA – Il 100° confronto tra Genoa e Napoli vede immediatamente chiamare in causa i portieri su diagonale sinistro di Zuniga e colpo di testa di Ranocchia. Azzurri più organizzati e con una fluidità di movimento che spicca al cospetto di un avversari che vivono di fiammate all'assidua ricerca dell'opportunità su calcio piazzato. Gli ospiti dal canto loro sono però abilissimi a sfruttare le poche palle ferme concesse. Come al 25' quando Gargano pennella sulla zucca di Hamsik una punizione che vale lo 0-1. Per assistere a qualcosa di pericoloso e colorato di rossoblù occorre attendere una decina di giri di lancetta ma Zuniga e Dossena sventano le ipotesi di conclusione di Rossi e di Milanetto. Prima dell'intervallo Campagnaro e Toni si strattonano in area con l'attaccante a reclamare inutilmente il penalty.
La ripresa comincia con Mesto e Rudolf al posto di Veloso e della controfigura di Palladino. Dopo pochi secondi Brighi sorvola su un tocco con il braccio di Maggio in azione nei propri sedici metri. Il Genoa non è ancora bello ma almeno si fa arrembante e per poco De Sanctis non viene beffato da un tiro a campanile di Milanetto. Allo scoccare dell'ora di gioco uno scambio tra Rudolf e Mesto termina con la palla a danzare lungo tutto lo specchio della porta per poi accomodarsi sul fondo. Poco dopo è Toni, servito dall'ungherese, a non trovare il colpo vincente da pochi centimetri. Mazzarri si spaventa e prova a mischiare le carte: fuori Zuniga, dentro Yebda. Si vede anche Destro per Kharja. Al 76' Rossi calcia sull'esterno della rete da posizione favorevolissima. Il Napoli regge l'urto delle spallate dei genoani che non riescono a capitalizzare gli sforzi profusi. All'85' Pazienza rimedia un secondo giallo e lascia in dieci i suoi. Prima del triplice fischio Destro, ben servito da Toni, sfiora il pari con un pallonetto che esce d'un soffio sulla traversa.

CHIAVE - La velocità delle manovre offensive partenopee è costante fonte di disagio per i Grifoni che tengono un passo diverso per buona parte della gara. Quando poi è il Genoa a prendere in mano il pallino del match la mancanza di lucidità e idee si rivela la principale alleata dei Mazzarri's boys.

CHICCA - La traiettoria disegnata da Gargano per servire ad Hamsik il pallone del vantaggio è talmente perfetta che sulla difesa genoana ha l'effetto sindrome di Stendhal. A risvegliarla dal torpore è il boato dei tifosi ospiti che non sembrano credore ai loro occhi!

TATTICA - 4-3-1-2 per Ballardini; 3-4-2-1 per Mazzarri che, contro il collega di Ravenna, sinora non aveva mai vinto (1 sconfitta e 3 pareggi).

MOVIOLA - Non è un caso che a Brighi venga affidata una delle partite più impegnative in programma. L’avvocato di Cesena conferma la fama di direttore dal cartellino facile, qualità che lo fa tenere in massima considerazione da parte dei suoi superiori. Al 45' Campagnaro e Toni si strattonano in area, l'attaccante finisce a terra ma rimedia solo una punizione contro. La sensazione è che le proteste genoane non abbiano fondamento. Più evidente è invece il contatto del braccio di Maggio con la palla nella ripresa. Anche stavolta Brighi sorvola. L'espulsione di Pazienza per doppia ammonizione non fa una piega.

PROMOSSI & BOCCIATI - Hamsik essenziale, anche in veste di goleador, come nelle sue giornate migliori. Nella ripresa non riesce ad incidere come è nelle sue corde per sfruttare la vicinanza di quell'extraterrestre chiamato Cavani. (voto 6.5).
Toni patisce eccessivamente le “cure” dei difensori avversari. A forza di giocare di sponda sembra aver dimenticato il suo compito principale: tirare in porta, centrandola (voto 5.5).
Rafinha soffre in difesa e si smarrisce al momento di portare su la squadra. Non è questo il tipo di personalità di cui questo Genoa ha disperato bisogno (voto 5).
Kharja non incide quanto il suo ruolo vorrebbe. Le giocate con raziocinio sono rare quanto le verticalizzazioni per le punte. Dopo 67 minuti indisponenti viene sostituito fra i fischi di delusione dei tifosi (voto 4.5).
Pazienza riesce a beccarsi 2 ammonizioni in tredici minuti. E' un peccato troppo grave per non meritare l'insufficienza. (voto 5).

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[Articolo per Goal.com dell'11 dicembre 2010]

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venerdì 10 dicembre 2010

Queens Park Rangers-Watford 1-3: Arrivano gli Hornets, che botta! Il record di imbattibilità si ferma a 19 gare

Un rigore di Eustace su Hill dopo una manciata di minuti - solare per tutti tranne che per l’approssimativo arbitro Deadman - e un’occasionissima di Helguson salvata da Loach con la punta delle dita illudono il QPR sulla formalità di una soirée carica di aspettative. Così non è. Il Watford, disposto in maniera impeccabile dallo scozzese Mackay, approfitta dell’emergente ansia da prestazione della squadra di Warnock e interrompe a 19 lo storico record di imbattibilità. Per gli almanacchi si quantifica 1-3 la batosta subita dagli Hoops. Sconfitta resa meno amara dalla rete di Smith a tempo quasi scaduto e, soprattutto, dalle prodezze di Kenny e dei suoi compagni, più volte provvidenziali a salvarsi sulla linea bianca. A mandare in estasi i circa 1.500 supporters del club dell’Hertfordshire sono i goal di Graham (26 e 48) intervallati dal centro di Mutch (30). I Queens Park Rangers, sorretti comunque dal solito caloroso sostegno di Loftus Road, pagano imperdonabili amnesie difensive girando spesso a vuoto alla ricerca di un acuto che neppure Taarabt, volenteroso ma stavolta troppo sprecone, riesce a trovare. Alla fine l’unico motivo per far sembrare la smorfia di Warnock un mezzo sorriso è il pareggio interno dello Swansea contro il Millwall. In attesa di Middlesbrough-Cardiff, e con la constatazione che la trasferta di Hull tenuta in stand-by dal maltempo metterà in gioco tre punti preziosissimi, le nubi sulla gelida notte londinese sembrano meno pesanti.

QUEENS PARK RANGERS: Kenny, Hill, Derry, Taarabt (Clarke 59), Helguson (Hulse 70), Faurlin (Orr 59), Mackie, Gorkss, Walker, Connolly, Smith.
SUBS: Cerny, Hall, Rowlands, Ephraim.
GOALS: Smith (89).
BOOKINGS: Walker (51), Hulse (75).
WATFORD: Loach, A. Taylor, Eustace, M. Taylor, Mariappa, Cowie, Graham, Buckley (Deeney 80), Doyley, McGinn (Sordell 76), Mutch.
SUBS: Gilmartin, Hodson, Jenkins, Bennett, Massey.
GOALSs: Graham (26 & 48), Mutch (30).
BOOKINGS: Buckley (39), A. Taylor (61).
REFEREE: Mr D Deadman.
ATTENDANCE: 14,079 (1,403).

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Anteprima Genoa-Napoli, Ciro Troise mi ha intervistato per il sito I Am Naples

A poche ore dall'attesissima sfida tra Genoa e Napoli, ho rilasciato un'intervista in esclusiva a Ciro Troise del sito I Am Naples che potete trovare QUI. Per leggerne il contenuto è anche sufficiente proseguire la lettura di questo post.

Esclusiva - Claudio Critelli (Goal.com): "Nell'82 ero attaccato alla radiolina, indimenticabile!". Genoa-Napoli: intervista al giornalista genovese Claudio Critelli

Si avvicina Genoa-Napoli, una gara dal fascino particolare soprattutto per lo spettacolo offerto sugli spalti dalle due tifoserie. Per cercare di andare a fondo nel clima che precede questa gara e per capirne di più dei prossimi avversari del Napoli, la redazione di Iamnaples ha intervistato in esclusiva il giornalista genovese di Goal.com Claudio Critelli, nonché addetto stampa del Comune di Genova e curatore del blog claudiocritelli.blogspot.com.

Il Genoa era partito sulle ali dell'entusiasmo scatenato dal mercato estivo. Con Gasperini, però, i risultati non arrivavano. Secondo te perché?
"Per due motivi: il gioco di Gasperini prevede un grande dispendio di energie, perciò ha bisogno di giocatori molto disponibili e di grandi talenti, come ad esempio Thiago Motta e Milito. Servono centrocampisti in grado di fare entrambi le fasi e grandi finalizzatori. Il mercato estivo non era in linea con lo schema di Gasperini, la rivoluzione con sette-otto giocatori nuovi non ha pagato. Con il centrocampo schierato dall'ex tecnico del Genoa e la difesa a tre c'era grande rischio ed, infatti, i rossoblù subivano tanti gol. Ballardini, appena è arrivato, ha chiesto ad ogni giocatore in che ruolo voleva giocare. La differenza principale tra i due allenatori è sulla fase difensiva. Ballardini gioca in maniera più accorta, con la difesa a quattro con Mesto terzino destro, che con Gasperini giocava a centrocampo o addirittura in attacco, e con Kharja trequartista. La forza del Genoa di Ballardini è stata proprio subire pochi gol. Nella partita contro il Napoli il Genoa potrebbe essere disturbato dal pensiero al derby, infatti Ballardini potrebbe gestire i diffidati Criscito e Dainelli in modo da preservarli per la gara contro la Sampdoria."

Il Napoli è al terzo posto e sta conducendo una stagione importante. Che percezione si ha della compagine partenopea nell'ambiente rossoblù?
"Il Napoli gioca veramente bene, Mazzarri, a differenza di quando era alla Sampdoria, agli azzurri sta dando anche un'ottima fluidità di manovra e schemi tutt'altro che scontati. La grande stagione degli azzurri ha l'immagine di Edinson Cavani, un campione costato al club partenopeo meno di quanto ha investito il Genoa per un calciatore come Veloso. "

Genoa-Napoli: due tifoserie gemellate, ma due società che si fanno la guerra sul mercato. A Napoli si fa spesso notare questa contraddizione, nell'ambiente genovese invece come si affronta questo problema?
"La guerra sul mercato credo sia più apparente che reale, è evidente che non convenga né a De Laurentiis né a Preziosi ostacolarsi. I due patron sono tra i pochi nel calcio a metterci i soldi. Poi Britos e Zuculini non mi sembrano nomi da farsi la "guerra"".

Domani sarà un altro grande appuntamento per un gemellaggio che dura da ventotto anni. Come valuti il rapporto tra la tifoseria rossoblù e quella partenopea?
"Io nell'82 ero un bambino attaccato alla radiolina, non dimenticherò mai le emozioni di quella giornata con il Milan che ribaltava il risultato a Cesena ed il racconto del radiocronista sul pubblico del San Paolo che cantava "Genoa, Genoa". I rossoblù raggiunsero il 2-2 e la permanenza in serie A in un'atmosfera decisamente amica. Due anni fa è saltato il gemellaggio col Torino, già rovinato però in passato, mentre quello col Napoli è indissolubile, è una questione di affetto tra le tifoserie, da non confondere con il clima ostile che subiscono gli ex doriani Mazzarri, Maggio e Campagnaro".

Il Napoli mercoledì deve affrontare un impegno decisivo contro lo Steaua Bucarest per il passaggio del turno in Europa League. Il Genoa, così come la Samp quest'anno, non è riuscita la scorsa stagione a trovare le risorse necessarie per andare avanti. Perché secondo te?
"La società decise di utilizzare la competizione europea anche per valorizzare dei giovani, invece in Europa c'è bisogno di esperienza, così anche Gasperini sprecò un'occasione fondamentale, che credo che il Napoli non getterà al vento. La Sampdoria invece ha pagato in Europa League la delusione per l'esclusione dalla Champions. Il cammino europeo è centrale per una realtà che vuole crescere"

Intervista a cura di Ciro Troise

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domenica 5 dicembre 2010

Sampdoria-Bari 3-0: In Italia è VERA SAMP! Pazzini c'è, Guberti SUPERSTAR, ai Galletti gira tutto STORTO

La Sampdoria vince 3-0 contro un Bari penalizzato da un rigore concesso con troppa sufficienza da Pierpaoli e dalle espulsioni di Rossi e mister Ventura dopo mezz’ora di gioco. Alla rete dal dischetto di Pazzini si aggiunge una doppietta di Guberti, il cui secondo centro è corretto nel sacco da una deviazione di Gazzi. In condizioni di evidente inferiorità i biancorossi non riescono quasi mai ad impensierire i blucerchiati che ora agganciano in classifica Inter e Roma. Sempre più desolatamente fanalino di coda il club pugliese.

FORMAZIONI – L’ultima rifinitura conferma il forfait di Lucchini ma dà il via libera a Pozzi che parte dalla panchina. Insieme a Curci, in difesa giocano Volta al fianco di Gastaldello con Cacciatore (preferito ad Accardi) sulla destra e Ziegler a sinistra; a centrocampo Koman, Palombo, Tissone e Guberti; Pazzini e Marilungo sono i terminali offensivi.
Formazione rimaneggiatissima quella del Bari che deve fare i conti con una decina di infortunati eccellenti. Rispetto alla squadra dell’anno scorso il tifoso blucerchiato Ventura oggi può schierare solo Andrea Masiello e Donati. Il primo nel suo ruolo difensivo con Belmonte, Rossi e Galasso; il secondo in mezzo alla linea mediana in tandem con Gazzi supportati lateralmente da D’Alessandro e Pulzetti; in attacco coppia inedita composta dall’argentino Rivas in posizione avanzata con il barese doc Rana.

PARTITA – La Samp percorre agevolmente i corridoi centrali e subito Tissone spaventa Gillet con un diagonale a fil di palo mentre Palombo trova il corpo di Belmonte su girata a botta sicura. Il Bari fatica ad uscire dal guscio. E al quarto d’ora Pierpaoli, mal supportato dall’assistente Rubino, concede un penalty alla Samp quando una palla scagliata dalla destra da Cacciatore sbatte sul ginocchio di Rossi per poi schizzargli sul braccio. Dagli undici metri Pazzini si conferma cecchino spiazzando il portiere. Alla mezz’ora ospiti in dieci, e senza il loro allenatore a guidarli dalla panchina per un doppio rosso sfoggiato dal sempre più confuso arbitro Pierpaoli. Gillet è poi costretto a salvarsi in angolo su tiro di Guberti deviato da Belmonte. Prima dell’intervallo lo spaesato Rana non riesce ad intercettare un servizio sotto porta di Pulzetti.
La ripresa comincia con la Samp decisa a chiudere in fretta i conti. Biglietto da visita è un bellissimo diagonale di Pazzini su cui Gillet si oppone da campione. Fuori Rana e D’Alessandro per Alvarez e Almiron. Ma la pressione dei padroni di casa è costante e al 56’ raddoppiano con l’ex-Guberti che spazzola l’angolino alto alla sinistra di Gillet. Un minuto dopo, con il Bari completamente riverso in avanti, da pochi centimetri Masiello non riesce a spingere oltre la linea bianca un traversone di Belmonte che avrebbe almeno potuto concedere illusioni ai galletti. E’ invece la Samp a far cinicamente calare il sipario al 61’ quando, ancora Guberti, va a segno con l’involontaria complicità di Gazzi il cui intervento rende vano quello di Gillet: 3-0. Di Carlo concede spazi a Mannini e Pozzi al posto di Koman e Marilungo. E’ comunque sempre di Pazzini il tocco che più impensierisce l’estremo difensore ospite. Nel finale Alvarez sfiora il gol della bandiera con una palombella che scavalca Curci prima di spegnersi sul fondo.

CHIAVE – Gestione della palla ed esperienza da vendere per sfruttare le numerose pecche di un Bari troppo raffazzonato e penalizzato dagli episodi per essere veramente pericoloso. E’ così che la Samp fa sua la partita giocando quasi sul velluto.

CHICCA – In avvio di secondo tempo Pazzini affonda sul lato mancino dell’area scagliando un dardo incendiario sul quale Gillet è straordinario. Altrettanto bella, per costruzione e finalizzazione, è l’azione del 2-0 con Guberti assoluto protagonista nel pennellare sotto l’angolino più lontano una sfera che il portiere può solo cercare di fermare con lo sguardo.

TATTICA – Speculare 4-4-2 per Di Carlo e Ventura che, dopo l’espulsione di Rossi, propone un inevitabile 4-4-1 con il solo Rana (e poi Alvarez) in attacco.

MOVIOLA – Non ha esitazioni Pierpaoli nel concedere il rigore alla Sampdoria quando, muovendosi in maniera scomposta per far fronte ad un cross di Cacciatore, Rossi tocca con il braccio dopo che la palla impattava sul suo stesso ginocchio. Appaiono giustificate le proteste dei calciatori baresi.
Altrettanto inspiegabile è il secondo giallo che l’arbitro fiorentino estrae nuovamente a Rossi per un veniale contrasto sugli sviluppi di un angolo che fa scattare l’ammonizione anche per il portiere Curci. Dopo aver espulso il difensore Pierpaoli conferma la sua imbarazzante prestazione espellendo per proteste l’allenatore Ventura. Al 55’ Rubino ferma Alvarez lanciato a rete per un fuorigioco millimetrico, stavolta vede bene.

PROMOSSI & BOCCIATI – Imbarazzante la prestazione dell’arbitro Pierpaoli di Firenze, tornato a dirigere dopo due turni di stop. Spesso confuso, male supportato dai propri assistenti e assolutamente incapace di gestire un match dai connotati quanto mai tranquilli. Condiziona in maniera determinante la sfida con provvedimenti inspiegabili a livello di calcio professionistico. Voto 4.
Pazzini c’è sempre quando è il caso di prendersi responsabilità e tirare fuori le castagne del fuoco ai suoi. Al 6° gol nelle ultime 4 gare, Europa League compresa, anche oggi il bomber è determinante nell’insaccare la rete che imprime la svolta a favore dei propri colori. Voto 6.5.
Rana, a 24 anni e con la chance di mettersi in luce con i colori della sua città, sembra patire troppo il compito e le responsabilità che deve portarsi sulle spalle. Si muove spesso a vuoto e arriva in ritardo sull’unica palla ghiotta che gli capita attorno. A metà gara viene sostituito da Alvarez. Voto 5.
Sono encomiabili i tifosi del Bari, anche oggi meravigliosi per la passione con la quale sostengono la propria squadra anche quando tutto appare compromesso. Voto 8.

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[Articolo per Goal.com del 5 dicembre 2010]

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Recoil, ‘A Strange Hour’ diventerà un dvd

La data di ieri sera allo Szkira di Budapest, oltre ad essere stata l’ultima dello ‘A Strange Hour Tour’ di Alan Wilder/Recoil a supporto di ‘Selected’, ha avuto la particolarità di essere filmata in alta definizione con multi telecamere e la massima tecnologia disponibile anche dal punto di vista dell’audio. Per l’occasione nell’ex-Metro Mozi sono stati installati uno schermo cinematografico di 8x5 metri che prendeva l’intero palco e un proiettore professionale. Non è ancora stato deciso quando il filmato del concerto verrà edito in dvd/blu-ray e se, oltre alla performance musicale vera e propria, come consuetudine eseguita insieme all’ottimo Paul Kendall, l’edizione conterrà anche un documentario. L’ultimo appuntamento del tour in agenda è programmato per il 4 gennaio 2011 alla Manchester Academy 1.

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venerdì 3 dicembre 2010

Blog, ti uccido

Non mi piace questo blog. O, comunque, non mi piace l'innaturale piega che questo blog ha preso. Ai miei occhi sta diventando un cahier de doléances alternato a grevi pennellate e rughe pronunciate. Come tardivo Dorian Gray ci vedo riflesso un mio ritratto, sfregiato da macchie e dato in pasto a sconosciuti. Sapevo che poteva diventarlo, ne sottovalutavo gli importuni effetti su me stesso. Che poi, in fondo, è quello che più conta. Certo, se fosse una tela o un foglio sarebbe più facile da gestire. Un netto taglio di lama qui, e la luce filtrerebbe su monocromo orizzonte come in un’opera di Fontana; un altro là, e la pallida guancia dipinta assumerebbe nuova espressione come nell’idea di Wilde. Invece questo mezzo - imene di pulsanti, codici binari e monitor luminosi - non lo consente. Sopravvive d’inerzia sul filo del blackout persino più sfacciatamente della vita stessa. Neppure la sua eliminazione può dare sensazioni tattili. Forse trasmetterebbe solo il fremito dell’asettica masturbazione di una supernova al commiato. Ma si sa, io e le stelle non andiamo molto d’accordo. Per uccidere questo blog basterà semplicemente cliccare il tasto, mentale e fisico, delle sentenze definitive. E poi via: un tuffo ad occhi chiusi verso il nulla di cui è fatto. Il conto alla rovescia è iniziato.

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lunedì 29 novembre 2010

Depeche Mode ‘Remix Album’, le prime indiscrezioni

Si vanno delineando le caratteristiche del remix album che i Depeche Mode pubblicheranno la prossima primavera. In attesa che venga deciso il titolo ufficiale, è già evidente come il lavoro raggruppi artisti di primo piano. Quelli sinora ufficialmente coinvolti sono gli ex-membri Alan Wilder e Vince Clarke, rispettivamente al lavoro su ‘In Chains’ e ‘Behind the Wheel’, oltre a super ospiti del calibro di Duran Duran - Nick Rhodes, Mark Ronson e Andrew Wyatt (Miike Snow) - che hanno appena terminato la loro versione di ‘Personal Jesus’, Yeah Yeah Yeahs!, Brandon Flowers (The Killers), Arcade Fire, Bernard Sumner (ex-Joy Division e New Order) e Alex Metric. Altrettanto eccellenti, seppur ancora ufficiosi, sono i nomi degli altri personaggi accostati al progetto: Robert Smith (The Cure), Magne Furuholmen (A-Ha), Massive Attack, Trent Reznor (Nine Inch Nails), Ronan Harris (VNV Nation) e Patrick Codeneys (Front 242).
L’album sarà preceduto da un singolo, se un remix o un inedito non è ancora dato sapere. Recentemente però Andy Fletcher, in un’intervista rilasciata al quotidiano italiano ‘Il Giornale’ (pubblicato il 18 novembre e scaricabile QUI), ha dichiarato che nei prossimi mesi la band si ritroverà in studio di registrazione. L'ipotesi resta quindi aperta.

Già nell’ottobre 2004 i Depeche Mode pubblicarono una raccolta di remixes (‘Remixes 81-04’) ma allora si trattò di un ibrido contenente lavori già editi e altri rielaborati. Il disco venne pubblicato in tre versioni: singola, doppia e tripla e venne anticipato dal singolo ‘Enjoy the Silence 04’, celeberrima hit rivestita di sonorità nu metal da Mike Shinoda dei Linkin Park.

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sabato 27 novembre 2010

Sampdoria-Milan 1-1: Le pagelle. Pazzini e Robinho, spine nel fianco delle difese. Seedorf sottotono

Queste sono le pagelle dei protagonisti di Sampdoria-Milan, terminata 1-1 in virtù delle reti di Boateng (43’) e Pazzini (59’). Gara contraddistinta da una partenza veloce dei rossoneri che, in più fasi, mettono sotto assedio la retroguardia blucerchiata. La formazione di casa brilla per compattezza sorretta da un Curci autentico baluardo quasi insuperabile. Decisive, nell'economia della partita, le rare azioni di ripartenza e la buona gestione della palla nella prima parte della ripresa.


SAMPDORIA:
Curci: Tiene a galla la Samp quando la sua porta assume i contorni di un tiro a segno da luna park. Nulla può fare sul gol subìto nel finale di primo tempo. Provvidenziale su Seedorf. Voto 7.

Volta: Non è facile stare sotto pressione per un’intera partita. Lui ci riesce senza commettere gravi errori ed è preziosissimo in fase di raddoppio. Voto 6.5.

Lucchini: Esce fuori tempo in occasione del vantaggio ospite. Un errore determinante in una prestazione senza gravi errori. Voto 6.

Gastaldello: Mazzoleni lo esenta dal giallo per una trattenuta su Ambrosini in apertura. Lui capisce e, pur stando attento a non eccedere, conferma di essere uno dei migliori difensori italiani. Preziosissimo anche come suggeritore in occasione del pareggio doriano. Voto 7.

Ziegler: Tanto generoso quanto mai efficace. Voto 5.

Mannini: Pomeriggio sotto esame contro clienti tutt’altro che accomodanti. Non una prestazione memorabile. Reclama inutilmente un rigore. Voto 5.5.

Palombo: Al rientro dopo un’assenza prolungata, il capitano conferma di essere il secondo elemento indispensabile (l’altro è il Pazzo) rimasto a Di Carlo. Voto 6.5.

Tissone: Prova a rendersi propositivo ma fatica più del solito. Voto 6.

Guberti: Va ad intermittenza finendo per essere sostituito a metà ripresa. Voto 5.5.

Pazzini: Qualche guizzo da par suo. E’ evidente che la tripletta di Lecce gli abbia trasmesso più convinzione, l’adeguata assistenza la trova in Gastaldello. Decisivo per strappare un punto che vale più del suo peso specifico. Voto 6.5.

Marilungo: Mette intensità in ogni sua giocata cercando di non far rimpiangere Cassano. Missione non facile. Voto 6.

SOSTITUZIONI:
Koman: La sua prima cosa è un suggerimento-gol per Pozzi. Poi tiene il campo senza soffrire. Voto 6.

Pozzi: Appena entrato si presenta con un colpo di testa sotto la traversa salvato in acrobazia dal portiere. Voto 6.

Accardi: Una manciata di minuti a guardia del fortino. Al 94’ trasforma in corner la possibile doppietta di Robinho. 6.



MILAN:
Abbiati: In un pomeriggio che inizia senza eccessivi patemi viene tradito da una disattenzione difensiva. Incolpevole sul gol subito, cementa la sufficienza con un intervento decisivo su incornata di Pozzi. Voto 6.

Abate: E’ tra i più affidabili del reparto difensivo rossonero. Voto 6.5.

Nesta: Un solo peccatuccio di disattenzione in una gara da ordinaria amministrazione. Voto 6.5.

Thiago Silva: Nonostante il freddo e l’abbigliamento da esplorazione del Polo Nord, conferma in pieno il suo valore. Voto 6.5.

Bonera: Rimane colpevolmente immobile nell’azione che costa il pareggio. Roba da pivelli, non da lui. Voto 5.

Gattuso: Fa il gladiatore e, nel primo tempo, prova anche a graffiare con convinzione. Voto 6.5.

Ambrosini: E’ uno dei migliori ingranaggi nel motore di Allegri. Una garanzia. Voto 7.

Boateng: Fra gli artefici dell’aggressivo inizio dei rossoneri, nella ripresa subisce un’involuzione. Voto 6.

Seedorf: Compito svolto con poca continuità. Da lui ci si aspetterebbe più sostanza. Alla mezz’ora del secondo tempo si fa colpevolmente ipnotizzare da Curci avendo la possibilità di battere a colpo sicuro. Voto 5.5.

Ibrahimovic: Cinque gol in sei sfide contro la Samp stavolta non segna ma veste i pani dell’assistman per Robinho. Nel secondo tempo gioca a nascondino e subisce troppo gli anticipi dei difensori. Voto 6.

Robinho: Dopo 45 secondi scalda il sinistro su Curci, ma corona una prestazione maiuscola con una girata che vale l’1-0 costruito su una deliziosa triangolazione con Ibra. Nella ripresa sfoggia giocate di classe ma non trova altri acuti. Voto 7.5.

SOSTITUZIONI:
Flamini: Pochi secondi, giusto per aggiungere una presenza nella caselle delle presenze milaniste. S.V.

Ronaldinho: In campo solo per il recupero, il suo ingresso appare tardivo. S.V.

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[Articolo per Goal.com del 27 novembre 2010]

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Queens Park Rangers-Cardiff 2-1: Taarabt lancia la fuga, anche i Bluebirds si inchinano agli Hoops!

Il QPR accelera la fuga al comando imponendosi 2-1 su un Cardiff arcigno e di valore. Partita senza pause e densa di emozioni sino al triplice fischio. Portano le firme di Bellamy (13’) e Gorkss (18’) i gol che incendiano la sfida, ma è di Taarabt (68’) l’autografo più importante. Grazie a questa vittoria la squadra di Warnock porta a 5 i punti di vantaggio sul Cardiff e a 8 quelli sullo Swansea, terzo e reduce dal passo falso interno contro il Portsmouth.

Atmosfera da grande esame sugli spalti di Loftus Road, nessun tatticismo sul prato. Sin dalle prime battute Burke si fa notare da Kenny mentre Mackie e Wittingham sparano a fil di legno. Al 13’ Bellamy finalizza in rete un pallone recuperato in mezzo al campo da Bothroyd su scivolone di Gorkss. Equilibrio ristabilito cinque minuti dopo quando il difensore lettone si fa perdonare dell’errore precedente segnando di testa su cross dalla destra di Smith. Bothroyd è una mina vagante ogni volta che filtra nell’area dei Rangers e, al 34’, Kenny deve uscire con i piedi per sbarrargli la porta da due passi. Altrettanto efficace, distendendosi alla sua sinistra, è Heaton su sinistro da fuori di Faurlin. Dopo una manciata di minuti di ripresa Drinkwater cede il posto al vivace trequartista Koumas che rimedia subito un cartellino giallo. Al 67’ Mackie lascia partire un destro sotto la traversa annullato da Heaton con una sorta di prodigio. Nulla però può fare l’estremo difensore quando Taarabt lo punta giocando a nascondere la palla a Hudson per poi insaccarla nel “sette” più lontano: 2-1 e tripudio collettivo. Immediata quanto rabbiosa è la replica del Cardiff. Kenny prima respinge col viso un tiro di Burke deviato da Gorkss, poi deve metterci tutto il corpo per annullare un tentativo di Koumas. I Rangers provano a ricacciare indietro i gallesi puntando sul possesso palla. Ne scaturisce solo un colpo di testa da lontano di Faurlin ben controllato dal portiere. Al 79’ Jones inserisce Chopra per Burke e l’inerzia del braccio di ferro va a favore degli ospiti. All’84’ Bothroyd cade in area dopo un contatto con Connolly. Friend non interviene. Così come, in pieno recupero, non concede un rigore a Clarke subentrato a Taarabt.

QUEENS PARK RANGERS: Kenny, Hill, Gorkss, Walker, Connolly, Derry, Faurlin, Mackie (Agyemang 88),Taarabt (Clarke 87), Hulse, Smith (Hall 90).
SUBS: Orr, Helguson, Cerny, Ephraim.
GOALS: Gorkss (18), Taarabt (68).
BOOKINGS: Hill (81), Clarke (88).
CARDIFF CITY: Heaton, McNaughton, Naylor, Hudson, Blake, Whittingham, Burke (Chopra 80), Olofinjana, Drinkwater (Koumas 57), Bothroyd, Bellamy.
SUBS: Marshall, Matthews, Gyepes, McPhail, Keogh.
GOALS: Bellamy (13).
BOOKINGS: Koumas (58), Whittingham (62), Bellamy (85).
REFEREE: Mr K Friend.
ATTENDANCE: 17,316 (2,488).


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mercoledì 24 novembre 2010

Recensione: ‘101 motivi per odiare la Sampdoria e tifare il Genoa’ di Piero Campodonico

Non solo una serie di sfottò, ma anche un’interessante raccolta di aneddoti sparpagliati lungo tutto il percorso. ‘101 Motivi per odiare la Sampdoria e tifare il Genoa’, che l’amico Piero Campodonico ha scritto per la Newton Compton (320 pagine, 9.90 euro) ha la capacità di raccontare l’unicità del tifo calcistico vissuto a Genova. La costante lotta tra due campanili dalle origini e dalle storie molto differenti. Una cosa paragonabile solo alla maniera senese di vivere il proprio essere contradaioli. Non è un caso che i tre quotidiani cittadini (Il Secolo XIX, Corriere Mercantile/Gazzetta del Lunedì e La Repubblica) nelle loro civette/locandine inseriscano richiami di notizie sulle due principali squadre cittadine circa il 90 per cento delle volte! Non accade da nessun’altra parte. Il volume spiega in maniera divertente e realistica le radici della rivalità e le intrinseche differenze tra due modi di vivere il calcio e le sue passioni. Gli inconciliabili punti di vista che portano un bambino a scegliere i colori rossoblù, storicamente più portatori di sofferenze sportive (e non), piuttosto che gli altri. Ma qui si sfiora l’eresia giacché, da queste parti, si usa dire che genoani si nasce mentre sampdoriani si diventa. Forse è anche vero. Peo Campodonico, autore fra l'altro dell'inno del Genoa, ci scherza su: “Nessuno di noi lo ammetterà mai, ma se i doriani non ci fossero bisognerebbe inventarli”.

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Recensione: ‘101 motivi per odiare il Genoa e tifare la Sampdoria’ di Maurizio Puppo

Ho visto sampdoriani leggerlo e sbellicarsi dalle risate, genoani dargli un’occhiata e storpiare la bocca ad ogni pagina. '101 Motivi per odiare il Genoa e tifare la Sampdoria', scritto da Maurizio Puppo ed edito dalla Newton Compton (256 pagine, 9.90 euro), ha centrato in pieno il suo obiettivo. In effetti il libro, pur elencando una serie di luoghi comuni (peraltro difficilmente confutabili), è divertente e scorre in maniera piacevole tratteggiando la maniera tutta genovese di vivere il calcio 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana. L’autore, allievo di Sanguineti e Guglielmino, lo definisce “un libro di autodifesa basato sul sottile piacere perché si diventa sampdoriani”. Divertente da leggere e da scoprire pagina dopo pagina.

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domenica 21 novembre 2010

Genoa-Juventus 0-2: Krasic è tornato e con lui, anche la JUVE!

La Gradinata Nord “apparecchia” la sfida all'ora di pranzo con tanto di piatto, posate e striscioni contro l'assurdo orario di questo anticipo ma, ad andarsene a pancia piena sono gli storici rivali bianconeri. Sfida decisa nel primo tempo da una sfortunata autorete di Eduardo al 18' e da un assolo da manuale di Krasic al 23'. Sono queste le basi della vittoria corsara di una Juventus, più solida che bella, su un Genoa sopraffatto dall'intraprendenza ospite. Le traverse di Criscito e Kharja, e una ripresa più arrembante, non consentono al Grifone di evitare la terza sconfitta casalinga stagionale.

FORMAZIONI - Senza Palladino e Palacio ancora ai box, con Kharja e Rudolf in condizioni precarie, Ballardini conferma la l'undici che ha vinto a Cagliari ad eccezione dell'ungherese in panchina a causa di condizioni fisiche non ottimali. In campo, innanzi a Eduardo prendono posto Rafinha, Ranocchia, Dainelli e Kaladze; Rossi, Milanetto e Criscito compongono il centrocampo; Veloso fa da cerniera tra la coppia offensiva Toni-Mesto. Con Pepe squalificato e Amauri che si è aggiunto agli acciaccati, Delneri promuove Krasic dal primo minuto. Questi bianconeri in campo: Storari fra i pali; Motta, Bonucci, Chiellini e Grosso in difesa, Krasic, Felipe Melo, Aquilani e Marchisio a centrocampo; Quagliarella e Iaquinta davanti. Del Piero si accomoda in panchina.

PARTITA – Un paio di interventi da ordinaria amministrazione per i portieri e poi, è il 18', arriva il rocambolesco vantaggio juventino: tiro di Marchisio deviato da Dainelli, Eduardo tocca sul palo ma la palla rimbalza sul portiere oltrepassando la linea bianca. Raddoppio di Krasic 5 minuti più tardi al termine di un bellissimo slalom dalla destra sul quale la difesa genoana sta a guardare, botta di esterno e palla a infilarsi nell'angolo più lontano. Dopo che Marchisio spreca sul fondo la palla del possibile 0-3 il Genoa ha l'ennesima riprova che il pomeriggio non è dei più fortunati: clamorosa traversa di Criscito con Toni che, da due passi, calcia altissimo. Lo stesso bomber genoano, al 33', rimedia un giallo dopo aver “segnato” con la mano. Prima dell'intervallo Krasic gioca di nuovo a saltare i birilli genoani cercando di distribuire un po' di gloria a Iaquinta che, controllato da Ranocchia, “cicca” la deviazione vincente. Poi Storari si salva in angolo su tocco ravvicinato di Rossi.

Ripresa con due novità fra i padroni di casa, Destro e Kharja al posto di Mesto e Ranocchia, e una tra gli ospiti, Sorensen per Motta. L'ingresso del franco-marocchino dà maggior verve alla spinta offensiva genoana che vive di più intensità nei sedici metri bianconeri. Allo scoccare dell'ora di gioco Chiellini è provvidenziale nell'anticipare Toni pronto a segnare. Al 74' Kharja, complice una deviazione di Bonucci che dà alla palla una traiettoria maligna, costringe Storari a salvarsi non senza qualche patema. Poco dopo Destro sfiora il montante. Ballardini ora inserisce un altro attaccante, Rudolf, al posto di Veloso. Nel finale trova spazio anche Salihamidzic per Aquilani. Ma il generoso forcing genoano non trova soddisfazione. E' anzi Eduardo, di piede, a fermare un tentativo di Marchisio. Prima del triplice fischio Storari nega a Destro e Rudolf la rete della bandiera e Kharja colpisce la seconda traversa di marca rossoblù.

CHIAVE – Che molte cose importanti sarebbero accadute nei duelli fra Criscito e Krasic lo si sapeva sin da quando i due si erano dati amichevole appuntamento in quell'Italia-Serbia mai disputata per le note vicende. Stavolta il faccia a faccia c'è stato e, complice un giallo rimediato dal difensore dopo pochi minuti, a fare la parte del leone è proprio il biondo, indiavolato, esterno destro di Delneri.

CHICCA – Quando al 23' Krasic prende palla sulla destra e dà il via ad una percussione in slalom che lascia di sasso Criscito, Veloso e l'intera retroguardia rossoblù si capisce che l'azione non rimarrà fine a se stessa. Premonizione avverata e delizioso tocco finale nell'angolino più lontano del portiere vanamente proteso in tuffo.

TATTICA – 4-3-1-2 iniziale per Ballardini che passa presto al 4-3-3 avanzando sulla linea offensiva Rossi e retrocedendo Veloso; 4-4-2 per Delneri.

MOVIOLA – Non c'è due senza tre, no? Con Morganti il Genoa aveva perso entrambe le partite giocate contro la Juventus (3-1 a Torino e 2-0 al Ferraris), sul piano del risultato la gara di oggi non fa eccezione. L'arbitro di Ascoli Piceno alterna decisioni cervellotiche ad altre più precise come nel caso di alcuni episodi-chiave. 3', Storari esce sui piedi di Toni penetrato in area, non sembrano esserci gli estremi per concedere la massima punizione. Ancora lo stesso attaccante protagonista al 32' quando, con la mano, manda la palla nel sacco rimediando un cartellino giallo.

PROMOSSI & BOCCIATI - E meno male che Krasic non era al meglio! Il serbo è l'autentico mattatore in un match dall'alto tasso agonistico. Quasi sempre imprendibile, è l'autore del secondo gol; quello, cioè, che fa saltare gli equilibri della contesa. Un'ora (prima dell'avvicendamento con Sissoko, semplicemente perfetta (voto 8).
Sempre protagonista negli attacchi rossoblù, Toni si sfianca nel ruolo di sponda per compagni non all'altezza, perdendo inevitabilmente lucidità al momento di finalizzare. Voto 6.5 per l'impegno.
Mesto corre molto senza mai incidere davvero e perdendo troppi palloni. La ripresa la vede più comodamente dalla tribuna sostituito da Destro (Voto 5).
D'accordo che il denaro non ha odore e che le 34 televisioni che spargono per il globo le immagini della partita avranno dato il loro contributo, ma il rispetto per la passione dei tifosi nostrani (che complessivamente l'italico calcio foraggiano con ben più soldi) un minimo di considerazione dovrebbe meritarsela. Voto 0 a chi, raccontandoci la favola del “calcio moderno” se ne infischia totalmente.

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[Articolo per Goal.com del 21 novembre 2010]

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sabato 20 novembre 2010

Queens Park Rangers-Preston North End 3-1: Hulse + Taarabt, la festa è a Loftus Road!

Un goal in apertura di Hulse (al primo centro con la casacca degli Hoops) e una doppietta di Taarabt nella ripresa consentono ai Queens Park Rangers di superare senza troppi patemi il fanalino di coda Preston North End. Ospiti a segno solo grazie a un’autorete di Connolly allo scadere. In attesa del big match contro il Cardiff, questa vittoria permette ai londinesi di scavalcare al primo posto proprio i gallesi sconfitti in casa per 0-2 dal Nottingham Forest. E intanto il record di imbattibilità ha raggiunto quota “18”.

QPR in vantaggio già al 4'. E' Hulse, dal vertice sinistro dell’area piccola, a mandare la sfera nell’angolino opposto su servizio di Walker. I padroni di casa appaiono pericolosi ogni volta che riescono ad avvicinarsi nei venti metri avversari. La caccia al raddoppio vede protagonisti Gorkss, Taarabt, Walker e Mackie. Il fresco goleador con la Scozia prima imita i predecessori spedendo a lato e poi trova i piedi del portiere Lonergan. Il Preston prova a tenere palla dimostrandosi povero di idee producendo un paio di conclusioni dalla distanza ma chiamando Kenny al primo vero intervento solo al 42’, merito di Tonge.

La ripresa si apre su un botta e risposta Burton-Hulse, Kenny e l’imprecisione dell’attaccante non intaccano il risultato. A riuscirci è però Taarabt che, al 56’, indovina un destro da lontano: 2-0. Lo scalpitante Hulse prova ad archiviare in fretta il pomeriggio ma non fa i conti con i riflessi di Lonergan e, pochi secondi dopo, con Parkin che salva a botta sicura. A metà frazione proprio Parkin e Pugh cercano di riaprire la sfida ma vengono chiusi da efficaci chiusure difensive di Gorkss e Hall. La partita è comunque in mano ai Rangers tornati a punzecchiare il portiere ospite con Taarabt che all’84’ trova la doppietta personale scagliando un bolide da una trentina di metri. Prima del triplice fischio i Lilywhites ottengono la rete della bandiera grazie a una sfortunata autorete di Connolly che devia nella propria porta un traversone di Hume.

QPR: Kenny, Hill, Hall (Rowlands 80), Gorkss, Walker, Connolly, Faurlin, Mackie (Andrade 88), Taarabt, Clarke, Hulse (Agyemang 80).
Subs: Cerny, Leigertwood, Helguson, Ephraim.
GOALS: Hulse 4, Taarabt 56 & 84.
Preston North End: Lonergan, Gray, Brown, St Ledger, De Laet, Tonge, Barton, Russell, Pugh, Parkin, Hume.
Subs: Arestidou, Morgan, James, Mayor, Parry, Jones, McLaughlin.
GOAL: Connolly 89 og.
BOOKED: St. Ledger.
REFEREE: mr. Phillips.
ATTENDANCE: 13,505.


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domenica 14 novembre 2010

Sampdoria-Chievo 0-0: Noia regina al Ferraris, senza Cassano non c'è DIVERTIMENTO

Ad eccezione degli ultrà, che continuano a cantare ininterrottamente come se niente fosse, il resto dello stadio reagisce con fischi assordanti alla conclusione di uno degli 0-0 più brutti visti al Ferraris negli ultimi anni. La sfida con il Chievo evidenzia in maniera sconcertante la pochezza d'idee della Samp che, senza l'estro di Cassano e il peso di Palombo, boccheggia oltre ogni pessimistica previsione. Il Chievo, disposto meglio in campo e sempre più pericoloso, ha il demerito di non aver trovato il coraggio di premere sull'acceleratore.

FORMAZIONI – Oltre a Semioli e Zauri, alla vigilia Di Carlo perde Palombo fermato da una contrattura al vasto intermedio. Davanti a Curci si sistemano Cacciatore, Gastaldello, Lucchini e Ziegler; a centrocampo insieme agli esterni Koman e Guberti spazio alla coppia Dessena-Tissone; davanti Pazzini spalleggiato da Pozzi.
Poli, a causa delle squalifiche di Cesar e Constant e del mancato recupero di Pellissier, fa di necessità virtù proponendo a protezione di Sorrentino una difesa inedita per tre quarti, Frey, Andreolli, Mandelli e Jokic; In mezzo Rigoni con Fernandes e Marcolini ai lati; Bogliacino vertice avanzato dietro la coppia Moscardelli-Thereau.

PARTITA – La prima frazione offre lo stesso pathos di un film di fantascienza cecoslovacco: trama scontata ed effetti caserecci. Alla Samp spetta di diritto il compito di fare la prima mossa. L'attesa è estenuante quanto vana. Fa eccezione un colpo di testa, alla mezz'ora, che il difensore Lucchini appoggia tra le mani di Sorrentino. Il Chievo si affida a manovre leggermente più articolate. E' così che Curci si salva da kamikaze su Thereau in area piccola e, più comodamente, ferma una conclusione di Bogliacino.

Nella ripresa i blucerchiati paiono più propositivi. E' però ancora il portiere di casa a dover fare gli straordinari deviando in tuffo un forte tiro di Bogliacino. Si vede anche Pazzini che si accende da solo e dal limite costringe in angolo Sorrentino. Inguardabile, invece, un diagonale sprecato fuori da Moscardelli. Cacciatore accende gli “ooooh” speranzosi del pubblico con un tiro cross dalla destra che esce di un soffio. Dal 64' iniziano i cambi. Nella Samp entrano Padalino, Marilungo e Poli per Koman, Pozzi e Tissone, nel Chievo Bentivoglio, De Paula e Granoche per Bogliacino, Moscardelli e Thereau. La vorticosa rivoluzione di pedine partorisce poco o nulla: Mandelli di testa per Curci e una girata da gita fuori porta di Marilungo. All'84' Padalino s'infortuna e lascia i suoi in inferiorità numerica. Nel finale De Paula non riesce ad approfittare di una mischia in area doriana.

CHIAVE – Senza talenti veri a creare anche i giocatori di classe come Pazzini sembrano pulcini bagnati. La sfida si trascina fra scatti di nervi blucerchiati e l'ordine maniacale con cui i clivensi gestiscono il possesso palla. La sensazione è che la partita non si sarebbe sbloccata neppure giocando sino a domani mattina.

CHICCA – 34' nel bel mezzo dell'apatia collettiva Thereau si ritrova fra i piedi una palla che sembra facile da infilare nel sacco, non fa i conti con quel rapace di Curci che scaccia in angolo la sfera.

TATTICA – 4-4-2 per Di Carlo che prova a metter mano all'assetto invertendo più volte gli esterni di centrocampo; ordinatissimo Ordinatissimo 4-3-1-2 per Pioli.

MOVIOLA
– Per il 32enne Pinzani di Empoli, appartenente alla Can B, il match odierno vale quanto un esame per proseguire la carriera nella massima serie. La partita presenta un coefficiente bassissimo e lui è bravo a svolgere il compito senza sbavature. 44' Pozzi mette in rete su assist di Pazzini, giusto l'annullamento per fuorigioco.

PROMOSSI & BOCCIATI – Curci conferma il suo buon momento con una prestazione attenta (voto 7). Pazzini è l'immagine del “vorrei ma non posso”. Se solo per troppa solitudine o per riflessi più lenti a quanto aveva abituato, difficile dirlo con certezza (voto 5). Koman, confuso e impalpabile è in preoccupante involuzione (voto 5).
Sorrentino trasmette sicurezza a una difesa assolutamente inedita. Non è giornata da straordinari, ma ha il merito di non farsi calare la palpebra (voto 6.5). Moscardelli è tanto propositivo quanto inefficace nei momenti in cui l'iniziativa del singolo può dare una svolta alla gara (voto 5.5).

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[Articolo per Goal.com del 14 novembre 2010]

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sabato 13 novembre 2010

Nottingham Forest-Queens Park Rangers 0-0: Il tabù resiste, il primato no

Prosegue la maledizione del City Ground per i Queens Park Rangers, oggi scortati a West Bridgford da oltre duemila supporters. Mai, in tutta la loro storia, i londinesi sono riusciti a passare sul terreno del Nottingham Forest. Stavolta termina con uno 0-0, sesto pareggio nelle ultime sette gare. Il risultato è confortante sul piano dell’interpretazione della gara, meno gettando uno sguardo alla classifica. Come prevedibile, infatti, il Cardiff passeggia sullo Scunthorpe vincendo 4-2 in trasferta e spodestando dal trono la squadra di Warnock. Sul club, intanto, aleggiano spifferi di rivoluzione societaria secondo cui Mittal potrebbe disimpegnarsi dai Rangers cedendo le proprie quote ad Ecclestone. Il motivo? Virare sullo Sheffield Wednesday.

Il QPR gioca meglio e mantiene a lungo il possesso della sfera. Nel primo tempo il rischio peggiore lo corre in apertura, quando sotto porta l’ex-Blackstock incorna alto. All’iniziativa rispondono subito Ephraim e Taarabt impegnando un altro Red con gli Hoops nel proprio passato: Lee Camp. Il portiere si ripete alla mezz’ora su bolide da lontanissimo di Taarabt rifugiandosi in un angolo sui cui sviluppi Hill spedisce alle stelle un pallone invitantissimo. Poi il match scivola senza troppi sussulti verso il the caldo.
Anche nella ripresa a creare la prima opportunità è Blackstock, diagonale sinistro da 25 metri che si abbiocca fra le braccia di Kenny. Nonostante tutto Billy Davies mischia le carte: fuori Blackstock e Majewskj per Adebola e Earnshaw. Warnock non sta a guardare: dentro Agyemang, fuori l’opaco Hulse. Il braccio di ferro prosegue, ma ora il Forest spinge con maggior vigore chiamando Kenny a estrarre tutta la sua abilità su destro dal limite di MaGugan. Anche il neo-entrato degli Hoops tenta il colpaccio, ma il tiro viene intercettato dal buon Camp. Escono anche McGugan per Tyson ed Ephraim e Taarabt per Clarke e Rowlands. La sfida rimane sospesa in attesa di un acuto che non arriva mai per un eccesso di prudenza che coinvolge entrambe le compagini. L'incantesimo di Nottingham resiste anche al miglior QPR degli ultimi tempi. Quello che in questo pomeriggio autunnale allunga a 17 il record di gare terminate senza sconfitta.

NOTTINGHAM FOREST: Camp, Bertrand, Chambers, Morgan, Anderson, Cohen, McGugan (Tyson 79), Gunter, McKenna, Blackstock (Adebola 61), Majewski (Earnshaw 61).
SUBS: Smith, McCleary, Moussi, Lynch.
BOOKED: Blackstock (28), McKenna (85).
QUEENS PARK RANGERS: Kenny, Hill, Derry, Taarabt (Rowlands 89), Faurlin, Mackie, Gorkss, Walker, Hulse (Agyemang 67), Smith, Ephraim (Clarke 79).
SUBS: Cerny, Hall, Borrowdale, Andrade.
BOOKED: Hulse (65), Derry (90).
REFEREE: Mr. A. D’Urso.
ATTENDANCE: 22,859 (2,076).


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venerdì 12 novembre 2010

Ali

Zero a zero, risultato perfetto del football teorico. Sintesi di match senza sbavature né difetti. Senza vinti né vincitori. Senza impronte né imprecazioni. Troppi ‘senza’, non pare anche a te? La perfezione la gradisco solo nell’estetica, nell’arte e nel sale da dosare in cucina. Gli zero a zero preferisco lasciarli sbiadire in cuore d’altri. In quelli avvezzi a tenersi le unghie ben serrate in tasca per addestramento o assuefazione. Facce dal sorriso tagliato come playmobil dentro scatole di plastica e cartone. Io prediligo l’orgasmo della vittoria e la fitta dell’insuccesso. Gli zero a zero do ut des col destino li evito con meticolosa cura. Piuttosto li corrompo all’ultimo respiro. Il mio è cuore anarchico e tormentato. Il suo troppo saggio, baro e, comunque lo si veda, orrendamente noioso. Non c’è storia. A me, Birdy di passaggio aggrovigliato su se stesso, basterebbe solo un piccolo, leggerissimo, colpo d’ali. Spazzolerebbe l’aria e la vita. Magari per sempre.

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mercoledì 10 novembre 2010

Genoa-Bologna 1-0: A Marassi si 'Balla' da SUBITO, Milanetto-goal nel segno della CONTINUITA'

Il Genoa domina ma deve creare decine di occasioni, e aspettare gli sgoccioli della partita, per ottenere il gol che vale tre punti. E' Milanetto, con un tiro dal limite, a regalare i primi tre punti a Ballardini. Il Bologna, apparso sorpreso dalla veemenza dei Grifoni, non riesce a portare a casa il risultato a reti bianche nonostante le prodezze del proprio portiere e un pizzico di buona sorte, traversa di Veloso nella ripresa.

FORMAZIONI – Come il suo predecessore Gasperini, Ballardini deve fare i conti con l’emergenza. Troppi, ancora, sono gli infortunati eccellenti (Palacio, Palladino, Sculli e Kharja su tutti). Assenze che stanno pesando non poco in questo inizio in salita del Genoa. Confermato in porta Eduardo (riscattatosi a Palermo dopo la figuraccia con l’Inter), il tecnico romagnolo propone una difesa a quattro composta da Rafinha, Ranocchia, Dainelli e Criscito; centrocampo con Rossi, il rientrante Milanetto e Veloso; e analogo schieramento offensivo con Toni fra Mesto e Rudolf . Il dirimpettaio Malesani ripropone il reparto arretrato uscito indenne contro il Lecce e composto dal portiere Viviano, Garics, Britos, Portanova (nonostante una microfrattura al setto nasale), e Rubin. In mezzo, dopo il forfait di Della Rocca, Perez viene affiancato da Radovanovic e Ekdal. Davanti fiducia riposta nei soliti Buscè, Meggiorini e Di Vaio.

PARTITA – Primo tempo con monologo genoano nel quale spiccano i ripetuti tentativi a rete di Rudolf. L'ungherese è presente in quasi ogni azione offensiva dei padroni di casa che impegnano severamente Viviano in almeno 4 circostanze. Anche Veloso prova a finalizzare, riuscendo solo a far la barba al palo sinistro. Il Bologna, costretto a giocare quasi sempre nella propria porzione di campo, esce dal guscio raramente affidando a Britos e Perez il compito di sorprendere un attento Eduardo. Poco efficace, invece, Di Vaio raramente in evidenza e, nell'occasione più eclatante, anticipato in area da Rafinha. Altrettanto puntuale è Viviano, coraggioso nel gettarsi sui piedi di Criscito che, in mischia, si concede qualche attimo di troppo. C'è anche Toni a cercare la via del gol senza però concludere da par suo.

Nella ripresa Veloso, dalla destra, pennella una punizione sotto la traversa che il portiere salva con la punta delle dita. Sempre lui coglie la trasversale poco dopo con una punizione magistrale macchiata da un pizzico di sfortuna. Al 65' Malesani sostituisce Ekdal e Meggiorini con Casarini e Ramirez. Al 77' anche Ballardini decide il suo primo cambio: Destro per Mesto. E all'81' i Grifoni passano grazie a Milanetto: inserimento e botta di destro con palla nell'angolino destro. Ora si vede anche Gimenez al posto di Buscè. Chi non riesce invece a vedere bene è Destro che spreca un incredibile contropiede servendo in ritardo Toni. Nel finale gli ospiti abbozzano una reazione controllata senza troppi patemi dai padroni di casa.

CHIAVE – “Furore”, “intensità” e “compattezza” sono alcuni dei termini chiave che Ballardini usa per apparecchiare un match nel quale, più che il sapore delle portate, conta potersene andare a pancia piena. Il mantra recitato negli ultimi giorni ha effetto.

CHICCA – Non una giocata individuale, neppure un gesto estetico offerto da alcuni ottimi solisti presenti. Per carità, non che il match non li abbia offerti. Ma la perla della serata è stata la prestazione complessiva del Genoa tornato, finalmente, a dar parvenza di squadra e non di 11 calciatori messi a correre dietro a un pallone. Oggi, forse, questione di autoresponsabilità più che di mister.

TATTICA – 4-3-3 speculari , quelli proposti sotto i riflettori del Ferraris. Ballardini, per la prima in rossoblù che il destino gli concede contro il Bologna - club nel cui settore giovanile iniziò la sua esperienza di allenatore - ricerca maggior compattezza. Sotto il segno della continuità appare invece il modulo di Malesani che lontano dal Dall’Ara non ha ancora vinto e in casa convive in pieno caos societario.

MOVIOLA – Celi di Campobasso, fischietto che statisticamente porta meglio al Bologna, dirige senza eccessive sbavature peccando di eccesso di bontà nel perdonare l'ammonito Radovanovic, reo di meritare un altro cartellino giallo.

PROMOSSI & BOCCIATI – E' lui, Milanetto, il fedelissimo per eccellenza di Gasperini, a trovare il guizzo vincente a meno di dieci minuti dal termine. Sfoggia una prestazione esemplare per abnegazione e per lotta segnando uno dei gol più importanti della stagione (voto 7.5).

Rudolf parte a razzo sciorinando giocate, tecnica e lampi di deliziosa sconsideratezza tattica. Pur avendo individuato nella porta bolognese l'obiettivo della serata, non riesce a trovare il pertugio giusto. Bravo comunque (voto 7).

Prendere il posto di Gasperini, mister che sino a qualche tempo fa offriva il Genoa più spettacolare degli ultimi decenni, non è compito facile. Ballardini, accolto dalla piazza non senza scetticismi, lo fa in punta di piedi, senza grosse rivoluzioni e badando a rinforzare gli ormeggi per limitare i rischi di brutte figure. Buona la prima! (voto 7).

Di Vaio è uno di quei grandi attaccanti che (non sempre per colpa sua) con la casacca del Grifone ha fatto flop. A Bologna ha ritrovato se stesso e i goal punendo il Genoa 3 volte nelle 4 occasioni in cui l’ha affrontato. Tenuto sotto chiave dalla retroguardia genoana non segna ma si conferma come unico spauracchio ospite (voto 6).

Meggiorini entra con buona volontà ma esce, dopo 69', senza aver mai inciso davvero (voto 5).

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[Articolo per Goal.com del 10 novembe 2010]

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martedì 9 novembre 2010

Portsmouth-Queens Park Rangers 1-1: Smith salva l’imbattibilità degli Hoops

Questione di penalties. Uno parato da Kenny e fatto ripetere con Lawrence che va a segno (70); un altro, pesante come un macigno, trasformato all’ultimo respiro da Smith, calciatore che Warnock ha avuto in prestito proprio dai Pompeys. Il tutto proprio quando l'imbattibilità stagionale è sul punto di interrompersi a 15 gare e con il Cardiff (in campo domani sera a Reading) lì ad un passo. Nel recupero anche i padroni di casa finiscono in dieci per il doppio giallo rimediato da Lawrence, il secondo per il tocco di mano all’origine del pari ospite. Portsmouth-Queens Park Rangers è match dai due volti. Combattuto senza eccessive ruvidezze nel primo tempo, durissimo nel secondo. Soprattutto dopo che Connolly, fallo da ultimo uomo in area su Kitson, veniva espulso da mr. Ward. Prima della pausa a mettersi in evidenza sono Utaka e Derry, sforzi vanificati dalle rispettive difese. Poi è invece Hulse, di testa, a far fare un figurone ad Ashdown fallendo nell’assai più facile impresa di spedire la palla nel sacco. E’ però il botta e risposta dagli undici metri a dare la vera svolta alla sfida. E, alla fine, a gongolare più di tutti è quel vecchio marpione di Neil Warnock.

PORTSMOUTH: Ashdown; Halford (Ward, 26), Sonko, Mokoena, Dickinson; Lawrence, Brown, Mullins, Utaka (Ciftci, 86); Kanu (Hreidarsson, 90); Kitson.
SUBS: Flahavan, Hughes, Rocha.
GOALS: Lawrence (pen 70).
BOOKED: Lawrence (54 & 90), Ashdown (84).
SENT OFF: Lawrence (90)
QUEENS PARK RANGERS: Kenny; Hill, Connolly, Gorkss, Walker; Derry (Clarke, 80), Faurlin; Taarabt (Borrowdale 72), Mackie, Hulse (Agyemang, 72); Smith.
SUBS: Cerny, Rowlands, Ephraim, Andrade.
GOALS: Smith (pen 90).
BOOKED: Derry (40).
SENT OFF: Connolly (67).
REFEREE: Mr. G. Ward (Kent).
ATTENDANCE: 17,818.


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domenica 7 novembre 2010

Alan Wilder contribuirà al nuovo remix album dei Depeche Mode! 'In Chains' il brano prescelto

I sussurri si fanno sempre più intensi sino ad avere i crismi dell'ufficialità. Alan Wilder, così come Vince Clarke, sarà uno dei remixers che rielaboreranno brani dei Depeche Mode da includere nel prossimo remix album in uscita nella prima parte del 2011! 'In Chains', apertura di 'Sounds of the Universe', è il brano sul quale Alan - ancora impegnato nel bellissimo tour del progetto Recoil - inizierà a lavorare sin dalle prossime ore. Nota è anche la scelta di Vince che ha optato per 'Behind the Wheel'.

Al momento è ancora difficile ipotizzare un rientro in pianta stabile di Wilder nei Depeche Mode. Ma questa colaborazione, così come l'apparizione al concerto benefico della Royal Albert Hall e la recentissima presenza di Martin Gore all'aftershow della data di Santa Ana del Recoil tour, sono segnali molto intriganti.

Sinora gli altri artisti ufficialmente coinvolti nel progetto del nuovo remix album sono Yeah Yeah Yeahs!, Brandon Flowers, Arcade Fire, Bernard Sumner, Alex Metric e Mark Ronson.

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sabato 6 novembre 2010

QPR-Reading 3-1: Vittoria del cuore, Rangers di nuovo in fuga!

I Queens Park Rangers battono 3-1 un Reading che inizia male e finisce peggio, nonostante un secondo tempo giocato in superiorità numerica a causa dell’espulsione di Orr. Il risultato si sblocca su rigore di Taarabt (27) e si consolida nella ripresa quando Faurlin (61) raddoppia, Long (68) illude i Royals e Smith (71) chiude definitivamente i conti. In attesa del risultato che scaturirà dal big-match di domani tra Cardiff e Swansea, il QPR torna a guidare il campionato confortato da tre meritatissimi punti e, soprattutto, da una prestazione maiuscola.

Warnock fa seguito ai proclami della vigilia proponendo una formazione offensiva e, sin da subito, padrona del campo. All’8’ una saetta dalla sinistra di Faurlin rimbalza sulla traversa mentre Hulse si divora il vantaggio mandando incredibilmente fuori da due passi. Pur partendo a ritmi lenti Mackie prova una volèe dal limite. C’è anche Federici: respinta di pugno su Faurlin, e salvataggio su colpo di testa ravvicinato di Hulse. Al 27’ la pressione consente a Taarabt di guadagnare un penalty - fallo di Mills – e di trasformarlo con precisione di destro: 1-0. Alla mezz’ora il raddoppio sembra cosa fatta ma Hulse, ancora lui, si mette in evidenza come gran sprecone del pomeriggio mandando alto il terzo (!) colpo di testa ravvicinato in pochi minuti. A rendere più cospicuo il bottino prova anche Derry da oltre 20 metri, Federici non si fa sorprendere. In questa prima frazione il Reading appare costantemente a disagio. A dargli una mano è però Orr che, prima dell’intervallo, riesce a farsi sventolare un cartellino rosso da mr. Tanner dopo aver commesso un intervento esagerato su Robson-Kanu e protestato in maniera eccessiva.

Ripresa senza novità negli schieramenti ma con un QPR che, inevitabilmente, deve affidarsi a un prudenziale 4-4-1. I Royals, per la prima volta dall’inizio del match, cercano la porta avversaria: botta dalla distanza di Tabb che si spegne alta e conclusione dalla sinistra di McAnuff chiamante in causa Kenny. La partenza del Reading ha l’effetto di rendere ancora più rumoroso l’incitamento dei supporters di casa. Hulse prova a farsi perdonare: colpo di testa in mezzo all’area che stavolta trova lo specchio della porta ma anche le manone di Federici. La squadra di McDermott prova ad affidarsi a lanci lunghi per eludere il pressing ma viene nuovamente punita allo scadere dell’ora di gioco. E’ Faurlin a indossare i panni del finalizzatore con un sinistro da posizione centrale. Esce il nervosissimo (e appena ammonito) Karacan per Church. Al 62' Mackie potrebbe mettere in ghiaccio la sfida ma pecca di sufficienza. Più tardi (68') la chance di rimettere in gioco gli ospiti non la sbaglia invece Long, diagonale sinistro su cui Kenny non riesce a intervenire da par suo. Neppure il tempo di prepararsi ad assistere all’assedio ospite che al 71’ Smith prende per mano i suoi, filtra sul lato sinistro dell’area e infila Federici nell’angolino più lontano riportando a due le lunghezze di vantaggio. E' il 3-1. Nel Reading ora esce anche Robson-Kanu sostituito da Hunt. Ma l’ultima rete segnata dai padroni di casa si fa zavorra nei piedi degli avversari che provano a sopperire con l’orgoglio impegnando però Derry solo all’89’ con un destro di Howard. I sei minuti di recupero servono solo a sottolineare l’entusiasmo dei Superhoops.

QUEENS PARK RANERS: Kenny, Orr, Gorkss, Walker, Connolly, Derry, Taarabt (Clarke 80), Faurlin, Mackie, Hulse (Agyeman 81), Smith (Ephraim 90+3).
SUBS: Cerny, Leigertwood, Rowlands, Parker.
RED CARDS: Orr 44.
BOOKED: Derry, Clarke.
GOALS: Taarabt 27, Faurlin 61, Smith 71.
READING: Federici, Griffin, Mills, Khizanishvili, Harte, Karacan (63 Church), Tabb (Antonio 81), McAnuff, Robson-Kanu (Hunt 72), Howard, Long.
SUBS: McCarthy, Cummings, Pearce, Armstrong.
BOOKED: Mills, Karacan, Antonio.
GOALS: Long 68.
REFEREE: Mr. S.J.Tanner.
ATTENDANCE: 15,692 (2,461).

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martedì 2 novembre 2010

misantropia

la nutro, la mia misantropia a caratteri minuscoli. la accudisco come la più delicata delle rose. del suo profumo me ne riempio le narici, della carezza delle sue spine ne lecco il sangue versato. non è malattia. è piuttosto vizio e peccato, amore e cicatrice. è vaccino autoprodotto. per resistere alla stupidità dilagante. e a te.

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sabato 30 ottobre 2010

QPR-Burnley 1-1: Un altro pari, i Rangers scendono dal trono

Il QPR non sa più vincere. Poco confortante è anche che questo pareggio (il quarto consecutivo) contribuisca ad allungare lo storico record di imbattibilità. L’1-1, imposto tra le mura amiche da un buon Burnley - rigore di Alexander al 45’ dopo vantaggio momentaneo di Taarabt al 33’ - costa il sorpasso in vetta da parte del Cardiff e lo scomodo avvicinamento degli altri gallesi dello Swansea ora terzi a quattro lunghezze.

Rangers meno spumeggianti del solito contro un Burnley entrato a Loftus Road carico a mille. Dopo una prima fase di studio gli ospiti iniziano a fare sul serio. E' il 24’ quando Kenny, nel giro di pochi secondi, deve intervenire su tiro dalla distanza di Eagles e replica di Rodriguez da pochi metri. I ragazzi di Warnock faticano a prendere le misure ma riescono comunque a passare al 32’: botta di Taarabt da una trentina di metri che Grant non battezza a dovere. Scivolano pochi secondi e Mackie si divora il raddoppio non inquadrando la porta da posizione favorevolissima. Il Burnley appare scosso dallo svantaggio, cerca il jolly con un bolide di Eagles ma ad offrirglielo su un piatto d’argento
prima del riposo è Connolly che, in area, contrasta irregolarmente Marney causando un penalty. Dal dischetto Alexander è infallibile: 1-1.

Al rientro Laws propone Wallace al posto di Eagles. E' Rodriguez, al 53', a cercare la via del sorpasso con una volèe ben impostata ma imprecisa. Ancora ospiti in evidenza allo scadere dell’ora di gioco per merito di Wallace. Warnock prova a correre ai ripari rimpiazzando Ephraim e Hulse con Agyemang e Clarke. Sono ancora i Clarets, però, a mostrarsi più propositivi con un destro, alto, di Iwelumo al 76’. La replica, quasi immediata, è un colpo di testa di Agyemang finito a lato. Rodriguez è incontrollabile per la difesa di casa e, all’81’, può calciare da una dozzina di metri ottenendo solo imprecazioni. Nel finale inutili risultano gli ingressi di Smith per Taarabt da una parte e di Thompson per Iwelumo. I Queens Park Rangers, sospinti dai propri tifosi, imbastiscono un forcing tardivo che manda al tiro Grokss, Hill, Mackie, Smith e Derry senza tuttavia portare a nuove segnature.

QPR: Kenny, Hill, Derry, Taarabt (Smith 82), Faurlin, Mackie (Agyemang 62), Gorkss, Walker, Connolly, Hulse (Clarke 64), Ephraim.
Subs: Cerny, Orr, Leigertwood, Clarke, Rowlands.
Goals: Taarabt (33).
Bookings: Taarabt (43) Gorkss (67), Mackie (81).
Burnley: Grant, Alexander, Fox, Duff, Carlisle, Marney, Iwelumo (Thompson 84), Elliott, Mears, Rodriguez, Eagles (Wallace 46).
Subs: Jensen, Cork, Paterson, Cort, Bikey.
Goals: Alexander (pen 45).
Bookings: Eagles (30), Duff (74), Alexander (77).
Referee: Mr G Williamson.
Attendance: 15, 620 (1,404).

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