Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

venerdì 11 ottobre 2019

"Oltre il muro di Berlino. Con i Depeche Mode in Germania dell’Est alla ricerca della scena post-punk e new wave" di Sascha Lange e Dennis Burmeister

Sting Jonsson: “Quali credi che siano stati i più grandi, fastidiosi o esilaranti cliché sui Depeche Mode, specialmente da parte della stampa?” - Alan Wilder: “Quello di essere soprattutto famosi in Germania”. È il terzo punto di una risposta preceduta solo da “Come la convinzione che tutti e quattro eravamo gay e che provenivamo da Basildon”

Negli archivi del “Question & Answer” di colui che tra il 1982 e il 1995 diede un’impronta decisiva allo stile musicale dei DM, sta forse la migliore risposta a uno dei luoghi comuni effettivamente più ripetuti fra gli anni Ottanta e Novanta. 

Ma la questione, vista dall'esterno, è decisamente più sostanziosa perché l’impatto musicale, visuale e sociale che i Depeche Mode hanno avuto da quelle parti è stato molto più profondo di quanto potesse apparire in quei giorni. I testi politici presenti in album come Construction Time Again e Some Great Reward, ad esempio, esaltavano critiche al sistema e desideri di libertà rivoluzionaria, anche quella più personale. 

La British Invasion era una realtà monopolizzante che spaziava dalla new wave, al rock, al pop e al post-punk. Ce n’era per tutti i gusti. E in quel contesto i DM hanno sempre avuto la particolarità di proporsi con le sonorità e il look ideale, mutando e crescendo con il mutare e il crescere del mondo. Quella musica che in Occidente esprimeva senso di ribellione vissuto in maniera semplice e condivisa, in posti come la Germania Est, nei diversi bacini di fede comunista o con regimi autoritari, era letteralmente proibita. In quegli anni censura e cortina di ferro erano considerate essenziali per gestire le giovani menti. Ma cosa c’è di più seduttivo fra gli adolescenti (ma non solo) di ciò che è proibito? Non è, a livello sociologico, il chiavistello ideale per aprire menti e scatenare forze sopite? 

A tracciare un perfetto quadro della situazione, grazie alle edizioni Goodfellas, arriva anche in Italia Oltre il muro di Berlino. Con i Depeche Mode in Germania dell’Est alla ricerca della scena post-punk e new wave, libro di Sascha Lange e Dennis Burmeister già autori della bibbia per collezionisti Depeche Mode: Monument. Nel trentennale della caduta del Muro getta uno sguardo finora inedito sulle dinamiche interne di una sottocultura giovanile e sulla quotidianità dei giovani nella DDR prima della caduta del muro. Gli anni '80 visti da Berlino Est attraverso l'ascesa di una band-fenomeno sociale come i Depeche Mode. Segue il filo rosso della scena musicale dell’epoca affrontando l’argomento da focus trasversali: radio, riviste, band, tv di una Berlino che, in bilico tra Oriente e Occidente, ardeva di tensioni ed energie sotto il manto di una cenere spazzato via dalla storia. 

Nato in origine col titolo Behind the wall: Depeche Mode fankulture in der DDR è l'edizione italiana è arricchita da un’introduzione di Giancarlo Riccio sulla Berlino Ovest d’epoca, tratta dal suo libro Nina Hagen Wagnerian Rock. Il volume contiene in allegato una compilation di musica new wave e post-punk made in DDR (Rosengarten. Die Vision, Die Art, The local Moon, Ornament & Verbrechen, ecc). Settanta minuti di brani inediti, valore aggiunto e tutt’altro che superfluo. Per acquistarlo è sufficiente cliccare QUI. - © RIPRODUZIONE RISERVATA

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