Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

venerdì 30 gennaio 2015

Reverenza e fantasia, il seducente omaggio delle Marsheaux a ‘A Broken Frame’ dei Depeche Mode

Rieccole le Marsheaux, brave e coraggiose. Stavolta le dee dell’electropop ellenico si cimentano con l’intera riedizione di ‘A Broken Frame’, tributo al secondo album dei Depeche Mode, band inconsapevole ispiratrice anche della loro formazione come duo artistico. L'incontro decisivo con i boss della neonata Undo Records, infatti, avvenne una dozzina di anni fa proprio in occasione di un DM fan party ad Atene. Quella serata fu all'origine della cover di ‘New Life’ - inclusa nella compilation ‘Around the World and Back: A Greek Tribute To Depeche Mode’ del 2005 - e rappresentò il punto di partenza di un percorso che finora vanta 4 album, svariati singoli, 2 raccolte e alcuni remix ufficiali fra cui ‘A Pain That I’m Used To’.

Per ‘A Broken Frame’, opera prima di Martin Gore in veste di autore dopo la fuga del leader assoluto Vince Clarke, Marianthi Melitsi and Sophie Sarigiannidou si mantengono fedelissime alle loro sonorità. Giocano a tutto campo soprattutto con quei brani acerbi che rappresentano il limite di un disco vestito dalla memorabile copertina di Brian Griffin. Ci riescono infondendovi personalità e sfumature che - anche per la pionieristica tecnologia del 1982 - sfuggirono al produttore Daniel Miller. Tipico esempio sono ‘See You’, ‘The Meaning of Love' ed 'A Photograph of You'. Notevoli sono anche i rifacimenti di ‘Monument’, ‘Satellite’ e ‘Shouldn’t Have Done That’ (nella versione originale unico brano dell’album con Gore a sostegno vocale di Dave Gahan). Questo omaggio, ricamato nel più tipico Marsheaux-style, brilla per buon mestiere, ammiccamenti e mancanza di superbia. Unica pecca l'eccesso di reverenza per ‘Leave in Silence’ e ‘My Secret Garden’ con cui avrebbero potuto senz'altro osare di più. Nel complesso è comunque un lavoro delizioso, a tratti persino sorprendente. L’album è ascoltabile su Spotify, acquistabile anche online sul sito dell’Undo Records e su iTunes

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domenica 25 gennaio 2015

Sampdoria-Palermo 1-1: Eder, Vazquez e il solito 'goal fantasma'

Bella, combattuta, senza soste. Sampdoria e Palermo terminano come all'andata sull'1-1 una sfida colma di occasioni nella quale spiccano le legittime recriminazioni degli ospiti per il possibile 1-2 siglato da Morganella ma incredibilmente non convalidato da Cervellera e altrettanto incredibilmente non visto dall'assistente di linea e dal guardalinee, entrambi ben posizionati. In precedenza erano andati a segno Eder (6') e Vazquez (48'). Prima frazione a tinte blucerchiate, ripresa nella quale gli ospiti mostrano la loro parte migliore. SAMP CONFERMATA, MARESCA OUT - Mihajlovic, che dopo aver fatto pace con Okaka lo porta in panca, disegna un 4-3-1-2 che prevede Viviano protetto da De Silvestri, Romagnoli, Silvestre e Regini; Duncan, Palombo e Obiang in mediana con Soriano trequartista alle spalle di Bergessio ed Eder. Iachini, accolto con grande affetto dalla tifoseria doriana, deve rinunciare a Maresca e opta per il 3-5-2: Sorrentino tra i pali; Vitiello, Gonzalez e Andelkovic a comporre la linea arretrata; Morganella, Rigoni, Bolzoni, Barreto e Lazaar a centrocampo; Vazquez e Dybala punte. EDER, SEMPRE LUI! – Paratona di Viviano su Bolzoni e replica ben più efficace di Eder che, con un destro a incrociare, porta subito in vantaggio i suoi. Il pomeriggio di spettacolo al Ferraris si apparecchia così, sotto lo sguardo compiaciuto di Eto'o e Muriel che hanno un ulteriore sussulto quando Morganella salva sotto la traversa una deviazione di testa dell'imprendibile brasiliano. BLUCERCHIATI MAI SAZI – Non cala ritmo. Merito soprattutto della Samp che pressa ossessivamente e lotta su ogni pallone come se fosse l'ultimo. Quelli capitati a Silvestre ed Eder potrebbero valere l'uppercut decisivo, ma Sorrentino si salva. Il Palermo, assai macchinoso, non riesce a riordinare idee e strategie. Merito anche dell'ottima guardia riservata a Dybala da parte dei difensori. Prima del riposo il portiere rosanero mette le ali per esorcizzare ancora l'indemoniato Eder. RISVEGLIO SICILIANO E GOAL FANTASMA - La Samp rientra in campo lasciando la testa negli spogliatoi. Non così il Palermo che trova subito il pari con una gran botta dal limite di Vazquez, coglie una traversa con Dybala e si vede negare il sorpasso da Cervellera che non vede (proprio come due suoi assistenti...) rimbalzare nettamente oltre la linea bianca un bolide di Morganella che prima va a sbattere sotto la trasversale. L'assalto ospite vede nuovamente protagonista Vazquez, fermato dal portiere. OKAKA E RIZZO PER RISPONDERE – Mihajlovic corre ai ripari inserendo Okaka e Rizzo. Per qualche minuto sembra che la soluzione possa essere efficace, merito anche di Soriano che prova un diagonale, respinto dai riflessi di Sorrentino. Gli ospiti riescono però a riprendere il pallino del gioco sostenuti da un Dybala di altissima qualità. Ma alla fine il risultato resta inchiodato sull'equilibrio. [Articolo per Goal.com del 25 gennaio 2014] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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martedì 6 gennaio 2015

Genoa-Atalanta 2-2: Quando anche una rimonta può chiamarsi impresa

Non riesce neppure contro l'Atalanta, al Genoa, l'acuto che avrebbe potuto certificare il tanto agognato salto di qualità. Stavolta la formazione di Gasperini si fa imporre il 2-2 casalingo rimontando, con un rigore di Iago Falque (51') e una rete di Matri (68'), il doppio svantaggio siglato in contropiede da Zappacosta (37') e Moralez (49'). Gara vivace ma confusa. Contenitore di rammarichi ai padroni di casa assai distratti e imprecisi ma anche di buone impressioni per gli ospiti, prevedibili come una telenovela anni Ottanta, ma comunque efficaci nel recitare la loro parte. LESTIENNE E DENIS, CHANCES IMMEDIATE – Gasperini ha le idee chiare nel disegnare il suo 3-4-3 che prevede l'estremo Perin con Roncaglia, Burdisso e De Maio; Edenilson, Bertolacci, Rincon e Antonelli in mediana; Iago Falque e Lestienne esterni d'attacco a sostegno di Matri. Colantuono si affida a un più compatto 4-4-1-1. Davanti a Sportiello sistema in copertura Bellini, Benalouane, Stendardo e Dramè; Zappacosta, Baselli, Carmona e D'Alessandro formano la linea centrale mentre Moralez, e più avanti Denis, hanno i principali compiti offensivi. GRIFONE, PARTENZA SPRINT – Che il Genoa abbia intenzioni bellicose lo fanno capire Matri (due volte) ed Edenilson. Per lunghi tratti gli ospiti, surclassati dalla verve avversaria, badano soprattutto a contenere le spinte contrarie faticando un mondo a uscire davvero dal guscio. ZAPPACOSTA, CHE LAMPO! – Che però l'inerzia possa subire modifiche lo si intuisce quando, fra una perdita di tempo e l'altra, l'Atalanta abbozza prove di contropiede. Uno di questi mette in condizione Zappacosta di vincere un duello con Burdisso e, dalla sinistra, fiondare un diagonale che non lascia scampo a Perin. Il Genoa cerca soluzioni crossando dalla destra in maniera industriale ma inefficace; e con Lestienne (scattante ma carente in fantasia) che si trova spesso a dover tornare sui suoi passi per mancanza di supporto. Il tempo si chiude con un doppio intervento di Perin su idea di Denis. FUOCHI D'ARTIFICIO - Al rientro ci si attende un Genoa arrembante, ma a battere ancora il colpo più forte è la Dea: immediato raddoppio di Moralez su contropiede innestato da un errore del distratto Roncaglia, poi sostituito con Fetfatzidis. Come nel primo gol, l'assistman è Baselli. Neppure il tempo di godere l'ipotesi di un finale in discesa che a riportare presto in corsa i padroni di casa è poi un ineccepibile rigore di Iago Falque causato da Benalouane su Matri. LO SQUILLO DI MATRI – Gli errori aumentano. Il Genoa prova a sopperire con il cuore a una crescente confusione in fase di manovra. L'Atalanta si affida alle solite ripartenze. La più bella mette in condizione Moralez di far calare il sipario sul pomeriggio. Tutto bello, tutto quasi perfetto se la natura non avesse creato un Perin in versione felina. E' il preludio del pareggio, messo a segno poco dopo in mischia da Matri. Gasperini esulta e fa esordire Tino Costa. Dall'altra parte entrano Bianchi e Migliaccio per cercare di tenere a freno la smania di assedio rossoblu soffocata, in pieno recupero, da uno strepitoso intervento di Sportiello su Fetfatzidis. [Articolo per Goal.com del 6 gennaio 2015] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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