Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

domenica 19 febbraio 2012

Genoa-Chievo Verona 0-1: L'incubo rossoblù continua, quello clivense finisce grazie a Thereau

E' il Chievo Verona a portarsi a casa l'intera posta imponendo al Genoa la terza sconfitta consecutiva nell'arco di una settimana dopo quelle in casa del Catania e dell'Atalanta. Alla formazione di Di Carlo bastano una rete facile facile di Thereau alla mezz'ora e una gestione catenaccio & ripartenze per imbrigliare la squadra di Marino uscita dal campo contestata sonoramente dai propri sostenitori. I padroni di casa sono apparsi confusi e incapaci di mettere la giusta intensità alla sfida pagando a duro prezzo la fragilità difensiva (è il peggior reparto arretrato della serie A) e la mancanza di cinismo in un attacco nel quale l'assenza di Gilardino pesa oltre ogni pessimistica previsione e, non a caso, il digiuno con il gol dei Grifoni ha raggiunto 319'.

FORMAZIONI – Marino schiera Frey in porta; Rossi, Granqvist e Kaladze a sua diretta protezione; Jankovic, Biondini, Kucka, Veloso e Constant a centrocampo; Palacio e Sculli coppia offensiva.
Di Carlo propone Sorrentino; Sardo, Andreolli, Acerbi e Dramè in difesa; Luciano, Rigoni e Bradley in mezzo con Cruzado trequartista a supporto degli attaccanti Thereau e Pellissier.

PARTITA – Poche scaramucce a centrocampo, un paio di “telefonate” di Sardo e Veloso ed un'occasionissima sprecata di testa da Pellissier. La prima mezz'ora si trascina tra reciproci balbettii che evidenziano la fase involutiva del Genoa. Poi basta una combinazione avviata da Sardo, sostenuta dalla destra da Pellissier e conclusa con tocco ravvicinato da Thereau, per punire la difesa più colabrodo del campionato. Il vantaggio clivense accende i nervi e l'approssimativo Guida di Torre Annunziata usa i cartellini a mo' di estintore. Nel finale di tempo i padroni di casa impegnano Sorrentino con un colpo di testa di Sculli e con un tiro d'angolo di Veloso.
La ripresa comincia con un colpo di testa di Kucka che attraversa beffadamente lo specchio della porta prima di spegnersi sul fondo. Sorrentino è poi strepitoso nel deviare in angolo un colpo a botta sicura di Jankovic scattato in contropiede. Thereau potrebbe raddoppiare ma, di testa, spara su Frey. E' tempo di rivoluzioni: Marino toglie Veloso, Kucka e Sculli per inserire Zè Eduardo, Belluschi e Jorquera; Di Carlo cambia Luciano, Cruzado e Thereau con Vacek, Nicholas Frey e l'ex Paloschi. Il Genoa prosegue a spingere ma senza riuscire a costruire trame efficaci al punto che, nonostante la sfera stazioni stabilmente nei venti metri ospiti, i calciatori del Chievo non vanno mai seriamente in affanno e Vacek, di sinistro, costringe al salvataggio in tuffo il portierone genoano. Prima della contestazione e della doccia i padroni di casa provano vanamente ad evitare la terza sconfitta consecutiva con un tiraccio di Belluschi e una girata di Palacio da posizione favorevolissima.

CHIAVE – Genoa in difficoltà nel costruire gioco e Chievo abile a chiudersi a riccio in attesa di sfruttare le ripartenze non andando per il sottile quando occorre spezzare il gioco con interventi sopra le righe e perdite di tempo.

CHICCA – Al 57' il solito Palacio lancia Jankovic che affonda centralmente per poi, giunto nei pressi dell'area, lasciar partire un colpo nato per scavalcare Sorrentino uscitogli incontro; il portiere mantiene freddezza e tocca il pallone quel tanto che basta per deviarne la traiettoria a lato della propria porta.

TATTICA – Il Genoa parte con il 3-5-2 per poi passare al 4-3-3 al momento di dover recuperare; Chievo con il 4-3-1-2 che nel corso della gara prevede un arretramento di almeno 8 pedine dietro la linea della palla.

MOVIOLA – Guida di Torre Annunziata gestisce a fatica il match e, quando gli sfugge dal controllo, prova ad addomesticarlo mettendo mano ai cartellini: corretti quelli estratti ai diffidati Bradley, Dramè e e Sculli, oltre a quelli mostrati ad Andreolli , Thereau, Kaladze, Rigoni e Biondini. Ma per arbitrare in maniera sufficiente una partita di calcio fare lo sbandieratore non basta.

PROMOSSI & BOCCIATI – Palacio, forte della sua classe , è il Grifone più attivo nonostante il ruolo di prima punta non lo aiuti ad esprimersi al massimo. Ha sulla coscienza l'ultima palla del match mandata alle stelle: voto 6.5. La retroguardia genoana dimostra la sua inadeguatezza incassando il 44° gol stagionale, peggior reparto difensivo della serie A: voto 4.5.
Thereau, un gol fato e uno mangiato, è sempre puntuale nei meccanismi offensivi gialloblù; esce, stremato, nella ripresa: voto 7. Dramè, lotta ma soffre la sfida quando ad alzarsi è la tensione; emblematica l'ammonizione ricevuta per proteste assurde in occasione di un fallo laterale concesso agli avversari a centrocampo: voto 5.5.

[Articolo per Goal.com del 19 febbraio 2012]


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sabato 11 febbraio 2012

Sampdoria-Albinoleffe 1-0: Pozzi trova la zampata, i blucerchiati tengono il passo delle prime

La migliore Samp della stagione si impone su un volenteroso Albinoleffe grazie ad una rete di Pozzi maturata al 26'. La formazione di Iachini primeggia nel possesso palla e nella qualità delle giocate concedendo agli avversari solo un paio di chances a Salvi e Regonesi neutralizzate da Romero. Gli ospiti giocano in dieci dal 72' per una espulsione particolarmente severa di Luoni. Secondo successo consecutivo (sempre 1-0) per i doriani che continuano a restare in piena scia play-off; per i seriani si allunga l'astinenza da vittoria che manca dallo scorso 26 novembre.

FORMAZIONI – Iachini, che non può contare sugli infortunati Castellini, Padalino, Semioli e Pellè sugli squalificati Rispoli e Costa, sistema Romero a protezione dei pali; Berardi, Gastaldello, Rossini e Laczko davanti all'argentino; Munari, Obiang e Renan in mezzo con Juan Antonio ad agire alle spalle di Pozzi e Bertani schierato in extremis al posto di Eder fermatosi durante il riscaldamento.
Salvioni, senza Gernimale appiedato dal giudice sportivo, propone quasi lo stesso undici che ha affrontato il Varese sabato scorso: Offredi in porta; Luoni, Bergamelli, D'Aiello e Regonesi in difesa, Salvi (unica eccezione odierna), Hetemaj, Laner e Foglio a centrocampo Cocco e Cissè.

PARTITA – La Samp mette subito le mani sul centrocampo ma il primo tiro in porta (10') è di Cocco che spara addosso a Romero. Ben più arduo è il compito di Offredi strepitoso prima a respingere su testa di Pozzi e poi, con l'aiuto di Laner, su tentativo a colpo sicuro di Juan Antonio. La replica è una girata debole di Cissè e un diagonale velenosissimo di Salvi che il portiere smanaccia in angolo. Il risultato si sblocca su azione insistita di Juan Antonio sulla sinistra che appoggia in mezzo per Pozzi libero di deviare in rete con il mancino (26'), nono centro personale. Ancora Salvi ha immediatamente l'opportunità di trovare il pareggio ma Romero è ancora una volta in vena di miracoli. Altrettanto bravo è Offredi a far muro su Munari che ci prova di forza.
La prima emozione della ripresa la regala Bertani, tentativo da distanza siderale che spaventa Offredi fuori posizione. Ben appostato è invece il portiere quando, di piede, si oppone a un bel diagonale del vispo Pozzi. La Samp controlla senza grossi rischi e Salvioni prova ad affidarsi al jolly Girasole e a Cristiano (dentro per Hetemaj e Salvi) nel tentativo di alterare l'inerzia del match modificando mezzo reparto centrale; dall'altra parte Iachini si affida a Foggia al posto di Juan Antonio. Proprio il neo-entrato fa da sponda a Renan per un tentativo che si spegne tra le braccia del portiere salvato poi da Bertani che calcia alto da posizione favorevole. Regonesi sfiora il pari con un tiro-cross dalla destra sul quale Romero compie l'ennesima prodezza. Luoni si becca poi, ingiustamente, il secondo giallo da Palazzino e i padroni di casa possono giocare con l'uomo in più andando vicini al raddoppio ancora con Pozzi fermato dal portiere. Nel finale Cocco, di destro, si divora il pareggio tirando in gradinata sud. Clamorosa traversa di Pozzi in pieno recupero.

CHIAVE – Giocare con intensità mettendo le mani sulla zona nevralgica del campo per poi sfruttare l'azione in profondità dei suoi elementi più offensivi: così la squadra di Iachini si impone su un Albinoleffe volenteroso ma di caratura inferiore che, pur trovandosi a scalare l'Everest quando rimane in inferiorità numerica, ha la possibilità di pareggiare.

CHICCA – Al 26' Juan Antonio si sbarazza di Luoni, penetra in area, elude l'arrivo di Hetemaj e appoggia al centro dove Pozzi, dimenticato dai giocatori ospiti, appoggia comodamente di sinistro alle spalle di Offredi non proprio impeccabile.

TATTICA - La Sampdoria scende in campo con il 4-3-1-2; l'Albinoleffe con il più classico dei 4-4-2 modificato in 4-4-1 quando Luoni viene espulso.

MOVIOLA – Gara dal coefficiente di difficoltà molto basso per Palazzino di Ciampino che dirige in maniera altalenante lasciando più di qualche perplessità nella gestione dei cartellini: assurdamente severo il secondo giallo comminato a Luoni al 72', nel momento migliore degli ospiti.

PROMOSSI & BOCCIATI – Juan Antonio disputa una prova finalmente positiva e contraddistinta da continuità, non è un caso che sia stato lui a mettere sui piedi di Pozzi il pallone del vantaggio doriano: voto 7. Altrettanto determinante è Romero con un paio di strepitosi interventi su Salvi e Regonesi a mettere una toppa su altrettante disattenzioni dei compagni di reparto: voto 7 a entrambi. Nessun blucerchiato gioca sotto la sufficienza.
Offredi è il migliore in campo dell'Albinoleffe con reattività e parate di altissimo livello, vince tutti i duelli con Pozzi tranne uno, quello determinante: voto 7. Hetemaj è reattivo come un manichino su Juan Antonio in occasione del vantaggio blucerchiato per poi procedere a corrente alternata per l'oretta che Salvioni lo tiene in campo: voto 5.5.

[Articolo per Goal.com dell'11 febbraio 2012]

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domenica 5 febbraio 2012

Genoa-Lazio 3-2: I biancocelesti perdono pezzi, Palacio e Jankovic non hanno pietà... e si scatenano

Una perla di Palacio in apertura (10') e una doppietta di Jankovic (25' e 46') consentono al Genoa di imporsi per 3-2 con l'onore laziale salvato da Ledesma (54'), dal dischetto, e da Gonzalez allo scadere. La supremazia dei rossoblù, che fra le mura amiche non riuscivano a battere i biancocelesti da 20 anni, non è mai parsa veramente in discussione. Gara piacevole ed intensa diretta in maniera assai approssimativa da Tagliavento che, al 78', ha espulso Diakitè per proteste.

FORMAZIONI – Costretto a fare a meno degli infortunati Bovo, Antonelli, Veloso, Rossi e Moretti, Marino sistema Frey in porta; Mesto, Granqvist, Kaladze e Constant in difesa; Jankovic, Kucka, Biondini e Sculli in mezzo, Gilardino e Palacio in attacco. Reja, che oltre a Radu e Dias deve rinunciare anche ad Hernanes bloccatosi durante il riscaldamento, schiera Marchetti fra i pali; Konko, Diakitè, Stankevicius, Garrido (che non venva impiegato dallo scorso 8 maggio) e Gonzalez, Ledesma, Matuzalem e Lulic in mezzo; Rocchi e Klose terminali offensivi.

PARTITA – Palacio scuote il match dopo 10' con un tacco vincente in acrobazia che non lascia scampo a Marchetti. Gli ospiti cercano subito il pari con Gonzalez che però vale solo un corner. Poco dopo Rocchi s'infortuna e viene rilevato dal neo-acquisto Candreva desideroso di mettesi in mostra. Il Genoa controlla e raddoppia un quarto d'ora più tardi con Jankovic, lesto ad approfittare di un liscio di Marchetti su cross di Sculli. Il serbo, in giornata di grazia, ci prova anche su punizione terminata sul fondo. Sul finire del tempo Frey viene chiamato in causa da Klose e Garrido per poi essere graziato da Lulic liberissimo di colpire di testa. Prima del the caldo Gilardino viene neutralizzato da Diakitè e Marchetti.
Occorrono solo 8 secondi di ripresa a Jankovic per siglare la propria doppietta, portando il risultato sul 3-0, preciso diagonale dopo una scivolata di Garrido ed essersi liberato di Stankevicious. Al 54' Ledesma, dal dischetto (fallo di Mesto su Lulic) sigla la rete della bandiera. Reja toglie il disorientato Garrido per il giovanissimo Rozzi classe 94' e poi anche l'acciaccato Stankevicius per l'ex-Biava. Dall'altra parte Marino sostituisce Sculli con l'esordiente argentino Belluschi che sfoggia subito grande personalità. Ila sfida prosegue senza cali di ritmo. Kucka prova un rasoterra a fil di palo prima che Diakitè venga espulso per proteste. Gilardino potrebbe chiudere il sipario servendo Belluschi ma pecca d'egoismo e spara addosso al portiere dando inconsapevolmente al match ulteriori brividi quando, al 90', una distrazione difensiva consente a Klose di mettere Gonzalez in condizione di accorciare ulteriormente le distanze.

CHIAVE – Su un terreno reso ghiacciato dalla temperatura sottozero e da una sferzante tramontana, sono i rossoblù a fare la partita decisi a confermare le ottime impressioni offerte dall'avvento in panchina di Marino. La Lazio, giunta sotto la Lanterna in maniera avventurosa a causa del maltempo che ha colpito la capitale, soffre proponendosi solo a tratti e pagando disattenzioni difensive.

CHICCA – Sono passati appena 10' quando, su un calcio d'angolo dalla sinistra, Palacio si avventa sul pallone con la grazia di Baryshnikov inventandosi una deviazione di tacco d'antologia che imprime alla palla una traiettoria a scavalcare Marchetti per poi infilarsi nell'angolino più lontano. Roba da standing ovation!

TATTICA – Genoa in campo con il 4-4-2; Lazio più camaleontica il cui 4-4-2 iniziale dopo 16' muta in un 4-2-3-1 (con Klose unica punta) dopo l'ingresso di Candreva per Rocchi. Quando poi entra anche Rozzi Reja passa al 4-3-3.

MOVIOLA – L'internazionale Tagliavento di Terni comincia bene smarrendosi nella ripresa quando, mostrando un nervosismo ingiustificato, spezzetta eccessivamente il match con fischi non sempre corretti e interventi cervellotici utili solo ad innervosire calciatori e spettatori. Eccessivo anche l'utilizzo dei cartellini: 4 gialli per i padroni di casa e 2 per gli ospiti che si vedono mostrare anche un rosso.

PROMOSSI & BOCCIATI – La ciliegina sulla torta di compleanno Palacio se la mette da solo con una rete-capolavoro a coronamento dell'ennesima prestazione di altissimo livello; proprio come quella di Jankovic, in crescita e oggi autore di una doppietta: voto 7.5 ad entrambi. Mesto ha sulla coscienza l'episodio del rigore concesso alla Lazio per un ingenuo intervento su Lulic: voto 5.5.
Klose si sbatte come può ma deve fare i conti con gli arcigni difensori genoani: voto 6.5. Lulic fatica a trovare la posizione e la lucidità nelle giocate. Quando al 41' ha una ghiottissima occasione-goal la spreca in maniera clamorosa. Il merito principale è stato guadagnarsi il penalty e tentare di ritrovarsi nella ripresa: voto 5.

[Articolo per Goal.com del 5 febbraio 2012]


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