Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

mercoledì 20 aprile 2016

Genoa-Inter 1-0: De Maio spegne i sogni di Mancini, addio Champions

Il Grifo sa tirare fuori gli artigli. Magari non sempre, ma quando il Genoa si trova al cospetto di avversari come l' Inter sembrano avere peso minore persino defezioni importanti. Contro la squadra di Mancini è De Maio (77') a decidere una sfida che sul prato del Ferraris si gioca senza esclusione di colpi e premia l'undici meno talentuoso ma più coraggioso. La partita, bella e combattuta, ha mostrato il meglio di quanto oggi possono offrire le due squadre premiando quella capace di primeggiare tatticamente. GENOA IN EMERGENZA, SUBITO PALACIO E PERISIC – Per dare un senso al finale di campionato e per cercare di agguantare il 3° posto sul filo di lana. Sono diversi, ma comunque stimolanti, gli obiettivi dei due mister. Gasperini, possibile partente a fine stagione, schiera un 3-4-3 condizionato dalle assenze pesanti di Perin, Burdisso, Izzo, Pandev e Rincon. Ecco quindi il portiere Lamanna e i difensori De Maio, Munoz e Marchese; centrocampo robusto composto da Ansaldi e Gabriel Silva laterali con Rigoni e Dzemaili in mezzo; in attacco Pavoletti con Suso e Laxalt sugli esterni. Mancini, senza lo squalificato Kondogbia, stende un 4-2-3-1 che parte da Handanovic, la linea arretrata formata da D’Ambrosio, Miranda, Murillo e Telles; Medel e Felipe Melo agiscono dietro Brozovic, Palacio e Perisic hanno funzione di supporto diretto alla punta avanzata Icardi. ACUTO NERAZZURRO – Non c'è tempo per studiare. L'Inter ha fretta e Lamanna e i suoi se ne accorgono già dopo una manciata di minuti quando deve compiere un miracolo alzando sopra la traversa un colpo di testa di Perisic. Lo spavento scuote i rossoblù che usano le proprie energie per alzare la propria linea limitando rischi simili. Handanovic non corre grossi rischi ma la tattica è sufficiente per consentire alla retroguardia genoana di tirare il fiato e controllare la situazione. MUNOZ, SALVATAGGIO SU ICARDI – L'Inter prova comunque a fare la voce grossa, forte di una qualità tecnica superiore. L'ex Palacio è fra i più produttivi e, in occasione di uno sfondamento sulla destra, appoggia sulla testa di Icardi la palla del possibile vantaggio, Lamanna è superato ma Munoz ci mette una pezza a porta sguarnita. Altrettanto provvidenziale è, poco dopo, una respinta del portiere di casa su tocco ravvicinatissimo di Perisic dimenticato sul secondo palo. La reazione del Genoa e affidata a Pavoletti, diagonale sporcato in angolo da Miranda, e smanacciata di Handanovic su testa dello stesso attaccante. Gara bella e senza pause sino al meritato riposo. SFIDA APERTA – Anche l'avvio di ripresa offre all'Inter l'opportunità per sfondare. Melo non è però preciso nell'approfittare di una respinta di Lamanna su Perisic. Il Grifo è comunque bello e desto nel ribattere colpo su colpo. Si lotta in ogni azione e, all'indubbia capacità nerazzurra nel far girare la palla, i grifoni ribattono con costanti pressioni sul portatore di palla. Quando poi Pavoletti appoggia sulla destra a Rigoni una sfera carica di possibilità, la conclusione di quest'ultimo è colpevolmente affrettata e spedita fondo più lontano. DE MAIO METTE IL SIGILLO – In una condizione di sostanziale equilibrio i due tecnici si giocano nuove pedine: Tachtsidis e Capel da una parte, Eder dall'altra. Il primo graffio non si fa attendere, preannunciato da una saetta dal limite che Handanovic manda in angolo. Nell'azione successiva è De Maio a spingere in rete sottomisura l'1-0. La reazione ospite è rabbiosa, bella ma inconcludente. Così se un'incornata alta di Icardi fa recriminare Bobby-goal e soci, due prodigiosi salvataggi di Handanovic su bolidi di Ansaldi e Tachtsidis fanno tirare un profondo sospiro di sollievo. L'ultimo pallone è per il neo entrato Ljajic, diagonale sul fondo che sancisce la vittoria dei padroni di casa. [Articolo per Goal.com del 20 aprile 2016] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 17 aprile 2016

Sampdoria-Milan 0-1: Bacca regala la prima gioia a Brocchi, recriminazioni blucerchiate

Buona la prima, ma quanta sofferenza per Brocchi e il suo Milan! A decidere la sfida del Ferraris contro un'arcigna Sampdoria sono soprattutto episodi determinati da decisioni dell'arbitro Valeri tra cui l'annullamento di una rete di Dodò (25') per fuorigioco assai dubbio e goal-partita di Bacca (71') con Dodò a terra e per questo contestato altrettanto veementemente dai ragazzi di Montella. Partita vibrante soprattutto sul piano dell'agonismo che ha mostrato compagini con limiti ma contraddistinte da grande volontà.QUAGLIARELLA SOLITA CERTEZZA, BROCCHI PUNTA SU BACCA E BALOTELLI – Punti pesanti da ottenere con accortezza ma altrettanta determinazione per progettare un futuro migliore. Con Cassano out per infortunio, Montella disegna un 3-4-2-1 che parte da Viviano protetto da Diakitè, Silvestre e dal rientrante Cassani; De Silvestri, Fernando, Krsticic e Dodò in mediana con Soriano e Alvarez dietro Quagliarella. Brocchi affida il suo debutto al 4-3-1-2 che piace a Berlusconi con Bonaventura trequartista e la coppia offensiva Balotelli-Bacca. Per ritrovare il successo che manca da 5 gare schiera anche Donnarumma e una diga formata da Abate, Alex, Romagnoli e Antonelli mentre a non ci sono sorprese a centrocampo: Kucka, Montolivo e Bertolacci. SPUNTANO BACCA E ALVAREZ - Errori e contrasti. Tanti, per giunta. La tensione da esame non aiuta la lucidità di manovra delle squadre che sbagliano scambi a ripetizione. Nella confusione spiccano, nel ruolo di solisti, Bacca e Alvarez autori di tentativi tanto ambiziosi quanto sibilanti attorno al bersaglio grosso. Fra un pasticcio e l'altro a salire è l'agonismo e, a far salire il proprio baricentro, è soprattutto il Milan mentre i padroni di casa cercano di agire su ripartenze. DODÒ SEGNA, VALERI ANNULLA – È proprio la velocità il denominatore comune di una sfida resa pepata dell'annullamento di una rete di doriana confezionata da Fernando, siglata da due passi da Dodò per un presunto tocco precede di Quagliarella che avrebbe attivato una posizione di offside. Valeri prende la contestatissima decisione su suggerimento dell'assistente Dobosz. Il rischio occorso spinge avanti il Diavolo e Viviano deve esorcizzare d'istinto un'incornata sottomisura di Bacca servito da Abate. Dall'altra parte Donnarumma si distende in altezza per respingere un potente destro di Fernando. GARA VIVA, SAMP CORAGGIOSA – Se non per palati fini, la sfida è piacevole per chi ama ritmi e contrasti. La ripresa mantiene questi connotati e conferma un Balotelli che, seppur in cerca della forma migliore, è perlomeno autore di una prova propositiva. Il primo cambio dell'avventura di Brocchi è l'avvicendamento fra Bertolacci e Poli. Montella sostituisce l'acciaccato Alvarez inserendo Correa. La Samp aumenta la pressione mettendo in maggiore apprensione la retroguardia rossonera. PORTIERI SUGLI SCUDI MA BACCA E' IMPLACABILE – La partita si fa incandescente anche per gli estremi difensori chiamati a mostrare il meglio della loro arte felina sul solito Bacca e su Quagliarella. Nulla la saracinesca blucerchiata potrebbe fare su sassata di Montolivo schizzata a lato. Bacca spreca un contropiede e poi si fa perdonare segnando il vantaggio con un diagonale a filo d'erba entro l'area. In quel momento i padroni doriani erano in dieci con Dodò a terra dopo un contrasto con Kucka. L'episodio alimenta ulteriori contestazioni dentro e fuori il campo. La Samp non molla mentre il Milan raggiunge il novantcinquesimo badando a controllare tra speranza e sofferenza. [Articolo per Goal.com del 17 aprile 2016] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 3 aprile 2016

Genoa-Frosinone 4-0: Suso fa tripletta, il Grifone cala il poker

Il Genoa non spreca il match-ball per scacciare definitivamente ogni possibile complicazione. A farne le spese è un Frosinone incapace di imprimere la giusta forza per uscire dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Una tripletta di Suso (43', 59' e 75') e il centro di Rigoni (72') disegnano i contorni dell'andamento complessivo di una sfida che, soprattutto nella ripresa, ha avuto una sola protagonista. GASP IN EMERGENZA, STELLONE COL TRIDENTE – La sosta non ha portato buone notizie al clan rossoblù che deve fare i conti con le condizioni degli elementi impegnati con le rispettive nazionali e con defezioni importanti come quelle di Burdisso, Cerci, Ansaldi e Pavoletti. Gasperini disegna quindi un 3-5-2 che da Perin si sviluppa con i difensori Munoz, De Maio e Izzo; Fiamozzi, Rigoni, Rincon, Dzemaili e Gabriel Silva in mezzo con Pandev e Suso davanti. Più tranquillo, almeno sotto l'aspetto delle emergenze nell'organico, è mister Stellone, ex genoano che sotto la Lanterna ha lasciato ricordi positivi. Il suo Frosinone cerca punti salvezza con un 4-3-3 che prevede il portiere Leali sorretto da Matteo Ciofani, Ajeti, Blanchard e Pavlovic; Gori, Gucher e Sammarco presidiano la mediana alle spalle del trio d'attacco nel quale Dionisi e Kragl affiancano Daniel Ciofani. A VISO APERTO - A dispetto dell'enorme peso dei punti in palio, soprattutto per gli ospiti, l'atteggiamento in campo è tutt'altro che guardingo. A beneficiarne sono ritmo e agonismo anche se raramente i portieri vengono chiamati in causa oltre l'ordinaria amministrazione. Dopo venti minuti Gasperini, già con gli uomini contati, deve rinunciare anche a Pandev vittima di un infortunio muscolare. Lo sostituisce Matavz. SUSO-GOAL, IL GRIFO PASSA! – I fiscali interventi di Mazzoleni spezzettano la gara in maniera più ossessiva di quanto le due squadre si affannino a cercare spazi utili. È il Genoa a tenere più palla ma il Frosinone, pronto a scattare di rimessa come un elastico, non disdegna incursioni a ridosso dei sedici metri opposti. Il massimo della produzione è però un diagonale di Dionisi un paio di metri a lato. Di fronte a tanta fatica collettiva solo un acuto solista sembra poter fare la differenza. Il primo a capirlo è Suso, bravo a controllare centralmente poco fuori l'area ciociara per poi superare Leali con un formidabile sinistro a giro. GENOA PADRONE TROVA IL RADDOPPIO – Ingolosito dalla rete segnata prima della pausa, Suso battezza la ripresa con un altro pregevole assolo stavolta finito poco alto. Leali prova a tenere in gara i suoi con due prodigi: respinta felina su incoronata di Rigoni e deviazione con la mano mancina su rasoterra di Matavz. Ospiti sempre più vacillanti con Mazzoleni che grazia il già ammonito Ajeti. Daniel Ciofani non sfrutta una brevissima parentesi favorevole calciando addosso al portiere da posizione favorevole e gli ospiti si spengono. L'assalto dei padroni di casa trova il raddoppio sempre su iniziativa di Suso. L'ex-milanista trova il "sette" opposto con un pregevole tocco liftato dalla destra. Perin, nato a Latina e per questo "beccato" dai tifosi avversari, esulta in maniera eccessiva per il raddoppio rimediando un giallo. Espulso anche un dirigente ospite reo di aver contestato veementemente la reazione del portiere. CROLLO CIOCIARO, RIGONI E ANCORA MAGO-SUSO – Il Frosinone soffre il doppio svantaggio e l'atteggiamento arcigno dei rossoblù che trovano il meritato 3-0 con Rigoni, servito centralmente da Dzemaili, e addirittura il poker con l'ennesima magia di Suso che confeziona la tripletta personale bucando Leali dalla linea di fondo. Prima del fischio finale sono solo un paio di centimetri a negare a Tachtsidis il possibile quinto goal. [Articolo per Goal.com del 3 aprile 2016] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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