Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

lunedì 29 novembre 2010

Depeche Mode ‘Remix Album’, le prime indiscrezioni

Si vanno delineando le caratteristiche del remix album che i Depeche Mode pubblicheranno la prossima primavera. In attesa che venga deciso il titolo ufficiale, è già evidente come il lavoro raggruppi artisti di primo piano. Quelli sinora ufficialmente coinvolti sono gli ex-membri Alan Wilder e Vince Clarke, rispettivamente al lavoro su ‘In Chains’ e ‘Behind the Wheel’, oltre a super ospiti del calibro di Duran Duran - Nick Rhodes, Mark Ronson e Andrew Wyatt (Miike Snow) - che hanno appena terminato la loro versione di ‘Personal Jesus’, Yeah Yeah Yeahs!, Brandon Flowers (The Killers), Arcade Fire, Bernard Sumner (ex-Joy Division e New Order) e Alex Metric. Altrettanto eccellenti, seppur ancora ufficiosi, sono i nomi degli altri personaggi accostati al progetto: Robert Smith (The Cure), Magne Furuholmen (A-Ha), Massive Attack, Trent Reznor (Nine Inch Nails), Ronan Harris (VNV Nation) e Patrick Codeneys (Front 242).
L’album sarà preceduto da un singolo, se un remix o un inedito non è ancora dato sapere. Recentemente però Andy Fletcher, in un’intervista rilasciata al quotidiano italiano ‘Il Giornale’ (pubblicato il 18 novembre e scaricabile QUI), ha dichiarato che nei prossimi mesi la band si ritroverà in studio di registrazione. L'ipotesi resta quindi aperta.

Già nell’ottobre 2004 i Depeche Mode pubblicarono una raccolta di remixes (‘Remixes 81-04’) ma allora si trattò di un ibrido contenente lavori già editi e altri rielaborati. Il disco venne pubblicato in tre versioni: singola, doppia e tripla e venne anticipato dal singolo ‘Enjoy the Silence 04’, celeberrima hit rivestita di sonorità nu metal da Mike Shinoda dei Linkin Park.

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sabato 27 novembre 2010

Sampdoria-Milan 1-1: Le pagelle. Pazzini e Robinho, spine nel fianco delle difese. Seedorf sottotono

Queste sono le pagelle dei protagonisti di Sampdoria-Milan, terminata 1-1 in virtù delle reti di Boateng (43’) e Pazzini (59’). Gara contraddistinta da una partenza veloce dei rossoneri che, in più fasi, mettono sotto assedio la retroguardia blucerchiata. La formazione di casa brilla per compattezza sorretta da un Curci autentico baluardo quasi insuperabile. Decisive, nell'economia della partita, le rare azioni di ripartenza e la buona gestione della palla nella prima parte della ripresa.


SAMPDORIA:
Curci: Tiene a galla la Samp quando la sua porta assume i contorni di un tiro a segno da luna park. Nulla può fare sul gol subìto nel finale di primo tempo. Provvidenziale su Seedorf. Voto 7.

Volta: Non è facile stare sotto pressione per un’intera partita. Lui ci riesce senza commettere gravi errori ed è preziosissimo in fase di raddoppio. Voto 6.5.

Lucchini: Esce fuori tempo in occasione del vantaggio ospite. Un errore determinante in una prestazione senza gravi errori. Voto 6.

Gastaldello: Mazzoleni lo esenta dal giallo per una trattenuta su Ambrosini in apertura. Lui capisce e, pur stando attento a non eccedere, conferma di essere uno dei migliori difensori italiani. Preziosissimo anche come suggeritore in occasione del pareggio doriano. Voto 7.

Ziegler: Tanto generoso quanto mai efficace. Voto 5.

Mannini: Pomeriggio sotto esame contro clienti tutt’altro che accomodanti. Non una prestazione memorabile. Reclama inutilmente un rigore. Voto 5.5.

Palombo: Al rientro dopo un’assenza prolungata, il capitano conferma di essere il secondo elemento indispensabile (l’altro è il Pazzo) rimasto a Di Carlo. Voto 6.5.

Tissone: Prova a rendersi propositivo ma fatica più del solito. Voto 6.

Guberti: Va ad intermittenza finendo per essere sostituito a metà ripresa. Voto 5.5.

Pazzini: Qualche guizzo da par suo. E’ evidente che la tripletta di Lecce gli abbia trasmesso più convinzione, l’adeguata assistenza la trova in Gastaldello. Decisivo per strappare un punto che vale più del suo peso specifico. Voto 6.5.

Marilungo: Mette intensità in ogni sua giocata cercando di non far rimpiangere Cassano. Missione non facile. Voto 6.

SOSTITUZIONI:
Koman: La sua prima cosa è un suggerimento-gol per Pozzi. Poi tiene il campo senza soffrire. Voto 6.

Pozzi: Appena entrato si presenta con un colpo di testa sotto la traversa salvato in acrobazia dal portiere. Voto 6.

Accardi: Una manciata di minuti a guardia del fortino. Al 94’ trasforma in corner la possibile doppietta di Robinho. 6.



MILAN:
Abbiati: In un pomeriggio che inizia senza eccessivi patemi viene tradito da una disattenzione difensiva. Incolpevole sul gol subito, cementa la sufficienza con un intervento decisivo su incornata di Pozzi. Voto 6.

Abate: E’ tra i più affidabili del reparto difensivo rossonero. Voto 6.5.

Nesta: Un solo peccatuccio di disattenzione in una gara da ordinaria amministrazione. Voto 6.5.

Thiago Silva: Nonostante il freddo e l’abbigliamento da esplorazione del Polo Nord, conferma in pieno il suo valore. Voto 6.5.

Bonera: Rimane colpevolmente immobile nell’azione che costa il pareggio. Roba da pivelli, non da lui. Voto 5.

Gattuso: Fa il gladiatore e, nel primo tempo, prova anche a graffiare con convinzione. Voto 6.5.

Ambrosini: E’ uno dei migliori ingranaggi nel motore di Allegri. Una garanzia. Voto 7.

Boateng: Fra gli artefici dell’aggressivo inizio dei rossoneri, nella ripresa subisce un’involuzione. Voto 6.

Seedorf: Compito svolto con poca continuità. Da lui ci si aspetterebbe più sostanza. Alla mezz’ora del secondo tempo si fa colpevolmente ipnotizzare da Curci avendo la possibilità di battere a colpo sicuro. Voto 5.5.

Ibrahimovic: Cinque gol in sei sfide contro la Samp stavolta non segna ma veste i pani dell’assistman per Robinho. Nel secondo tempo gioca a nascondino e subisce troppo gli anticipi dei difensori. Voto 6.

Robinho: Dopo 45 secondi scalda il sinistro su Curci, ma corona una prestazione maiuscola con una girata che vale l’1-0 costruito su una deliziosa triangolazione con Ibra. Nella ripresa sfoggia giocate di classe ma non trova altri acuti. Voto 7.5.

SOSTITUZIONI:
Flamini: Pochi secondi, giusto per aggiungere una presenza nella caselle delle presenze milaniste. S.V.

Ronaldinho: In campo solo per il recupero, il suo ingresso appare tardivo. S.V.

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[Articolo per Goal.com del 27 novembre 2010]

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Queens Park Rangers-Cardiff 2-1: Taarabt lancia la fuga, anche i Bluebirds si inchinano agli Hoops!

Il QPR accelera la fuga al comando imponendosi 2-1 su un Cardiff arcigno e di valore. Partita senza pause e densa di emozioni sino al triplice fischio. Portano le firme di Bellamy (13’) e Gorkss (18’) i gol che incendiano la sfida, ma è di Taarabt (68’) l’autografo più importante. Grazie a questa vittoria la squadra di Warnock porta a 5 i punti di vantaggio sul Cardiff e a 8 quelli sullo Swansea, terzo e reduce dal passo falso interno contro il Portsmouth.

Atmosfera da grande esame sugli spalti di Loftus Road, nessun tatticismo sul prato. Sin dalle prime battute Burke si fa notare da Kenny mentre Mackie e Wittingham sparano a fil di legno. Al 13’ Bellamy finalizza in rete un pallone recuperato in mezzo al campo da Bothroyd su scivolone di Gorkss. Equilibrio ristabilito cinque minuti dopo quando il difensore lettone si fa perdonare dell’errore precedente segnando di testa su cross dalla destra di Smith. Bothroyd è una mina vagante ogni volta che filtra nell’area dei Rangers e, al 34’, Kenny deve uscire con i piedi per sbarrargli la porta da due passi. Altrettanto efficace, distendendosi alla sua sinistra, è Heaton su sinistro da fuori di Faurlin. Dopo una manciata di minuti di ripresa Drinkwater cede il posto al vivace trequartista Koumas che rimedia subito un cartellino giallo. Al 67’ Mackie lascia partire un destro sotto la traversa annullato da Heaton con una sorta di prodigio. Nulla però può fare l’estremo difensore quando Taarabt lo punta giocando a nascondere la palla a Hudson per poi insaccarla nel “sette” più lontano: 2-1 e tripudio collettivo. Immediata quanto rabbiosa è la replica del Cardiff. Kenny prima respinge col viso un tiro di Burke deviato da Gorkss, poi deve metterci tutto il corpo per annullare un tentativo di Koumas. I Rangers provano a ricacciare indietro i gallesi puntando sul possesso palla. Ne scaturisce solo un colpo di testa da lontano di Faurlin ben controllato dal portiere. Al 79’ Jones inserisce Chopra per Burke e l’inerzia del braccio di ferro va a favore degli ospiti. All’84’ Bothroyd cade in area dopo un contatto con Connolly. Friend non interviene. Così come, in pieno recupero, non concede un rigore a Clarke subentrato a Taarabt.

QUEENS PARK RANGERS: Kenny, Hill, Gorkss, Walker, Connolly, Derry, Faurlin, Mackie (Agyemang 88),Taarabt (Clarke 87), Hulse, Smith (Hall 90).
SUBS: Orr, Helguson, Cerny, Ephraim.
GOALS: Gorkss (18), Taarabt (68).
BOOKINGS: Hill (81), Clarke (88).
CARDIFF CITY: Heaton, McNaughton, Naylor, Hudson, Blake, Whittingham, Burke (Chopra 80), Olofinjana, Drinkwater (Koumas 57), Bothroyd, Bellamy.
SUBS: Marshall, Matthews, Gyepes, McPhail, Keogh.
GOALS: Bellamy (13).
BOOKINGS: Koumas (58), Whittingham (62), Bellamy (85).
REFEREE: Mr K Friend.
ATTENDANCE: 17,316 (2,488).


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mercoledì 24 novembre 2010

Recensione: ‘101 motivi per odiare la Sampdoria e tifare il Genoa’ di Piero Campodonico

Non solo una serie di sfottò, ma anche un’interessante raccolta di aneddoti sparpagliati lungo tutto il percorso. ‘101 Motivi per odiare la Sampdoria e tifare il Genoa’, che l’amico Piero Campodonico ha scritto per la Newton Compton (320 pagine, 9.90 euro) ha la capacità di raccontare l’unicità del tifo calcistico vissuto a Genova. La costante lotta tra due campanili dalle origini e dalle storie molto differenti. Una cosa paragonabile solo alla maniera senese di vivere il proprio essere contradaioli. Non è un caso che i tre quotidiani cittadini (Il Secolo XIX, Corriere Mercantile/Gazzetta del Lunedì e La Repubblica) nelle loro civette/locandine inseriscano richiami di notizie sulle due principali squadre cittadine circa il 90 per cento delle volte! Non accade da nessun’altra parte. Il volume spiega in maniera divertente e realistica le radici della rivalità e le intrinseche differenze tra due modi di vivere il calcio e le sue passioni. Gli inconciliabili punti di vista che portano un bambino a scegliere i colori rossoblù, storicamente più portatori di sofferenze sportive (e non), piuttosto che gli altri. Ma qui si sfiora l’eresia giacché, da queste parti, si usa dire che genoani si nasce mentre sampdoriani si diventa. Forse è anche vero. Peo Campodonico, autore fra l'altro dell'inno del Genoa, ci scherza su: “Nessuno di noi lo ammetterà mai, ma se i doriani non ci fossero bisognerebbe inventarli”.

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Recensione: ‘101 motivi per odiare il Genoa e tifare la Sampdoria’ di Maurizio Puppo

Ho visto sampdoriani leggerlo e sbellicarsi dalle risate, genoani dargli un’occhiata e storpiare la bocca ad ogni pagina. '101 Motivi per odiare il Genoa e tifare la Sampdoria', scritto da Maurizio Puppo ed edito dalla Newton Compton (256 pagine, 9.90 euro), ha centrato in pieno il suo obiettivo. In effetti il libro, pur elencando una serie di luoghi comuni (peraltro difficilmente confutabili), è divertente e scorre in maniera piacevole tratteggiando la maniera tutta genovese di vivere il calcio 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana. L’autore, allievo di Sanguineti e Guglielmino, lo definisce “un libro di autodifesa basato sul sottile piacere perché si diventa sampdoriani”. Divertente da leggere e da scoprire pagina dopo pagina.

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domenica 21 novembre 2010

Genoa-Juventus 0-2: Krasic è tornato e con lui, anche la JUVE!

La Gradinata Nord “apparecchia” la sfida all'ora di pranzo con tanto di piatto, posate e striscioni contro l'assurdo orario di questo anticipo ma, ad andarsene a pancia piena sono gli storici rivali bianconeri. Sfida decisa nel primo tempo da una sfortunata autorete di Eduardo al 18' e da un assolo da manuale di Krasic al 23'. Sono queste le basi della vittoria corsara di una Juventus, più solida che bella, su un Genoa sopraffatto dall'intraprendenza ospite. Le traverse di Criscito e Kharja, e una ripresa più arrembante, non consentono al Grifone di evitare la terza sconfitta casalinga stagionale.

FORMAZIONI - Senza Palladino e Palacio ancora ai box, con Kharja e Rudolf in condizioni precarie, Ballardini conferma la l'undici che ha vinto a Cagliari ad eccezione dell'ungherese in panchina a causa di condizioni fisiche non ottimali. In campo, innanzi a Eduardo prendono posto Rafinha, Ranocchia, Dainelli e Kaladze; Rossi, Milanetto e Criscito compongono il centrocampo; Veloso fa da cerniera tra la coppia offensiva Toni-Mesto. Con Pepe squalificato e Amauri che si è aggiunto agli acciaccati, Delneri promuove Krasic dal primo minuto. Questi bianconeri in campo: Storari fra i pali; Motta, Bonucci, Chiellini e Grosso in difesa, Krasic, Felipe Melo, Aquilani e Marchisio a centrocampo; Quagliarella e Iaquinta davanti. Del Piero si accomoda in panchina.

PARTITA – Un paio di interventi da ordinaria amministrazione per i portieri e poi, è il 18', arriva il rocambolesco vantaggio juventino: tiro di Marchisio deviato da Dainelli, Eduardo tocca sul palo ma la palla rimbalza sul portiere oltrepassando la linea bianca. Raddoppio di Krasic 5 minuti più tardi al termine di un bellissimo slalom dalla destra sul quale la difesa genoana sta a guardare, botta di esterno e palla a infilarsi nell'angolo più lontano. Dopo che Marchisio spreca sul fondo la palla del possibile 0-3 il Genoa ha l'ennesima riprova che il pomeriggio non è dei più fortunati: clamorosa traversa di Criscito con Toni che, da due passi, calcia altissimo. Lo stesso bomber genoano, al 33', rimedia un giallo dopo aver “segnato” con la mano. Prima dell'intervallo Krasic gioca di nuovo a saltare i birilli genoani cercando di distribuire un po' di gloria a Iaquinta che, controllato da Ranocchia, “cicca” la deviazione vincente. Poi Storari si salva in angolo su tocco ravvicinato di Rossi.

Ripresa con due novità fra i padroni di casa, Destro e Kharja al posto di Mesto e Ranocchia, e una tra gli ospiti, Sorensen per Motta. L'ingresso del franco-marocchino dà maggior verve alla spinta offensiva genoana che vive di più intensità nei sedici metri bianconeri. Allo scoccare dell'ora di gioco Chiellini è provvidenziale nell'anticipare Toni pronto a segnare. Al 74' Kharja, complice una deviazione di Bonucci che dà alla palla una traiettoria maligna, costringe Storari a salvarsi non senza qualche patema. Poco dopo Destro sfiora il montante. Ballardini ora inserisce un altro attaccante, Rudolf, al posto di Veloso. Nel finale trova spazio anche Salihamidzic per Aquilani. Ma il generoso forcing genoano non trova soddisfazione. E' anzi Eduardo, di piede, a fermare un tentativo di Marchisio. Prima del triplice fischio Storari nega a Destro e Rudolf la rete della bandiera e Kharja colpisce la seconda traversa di marca rossoblù.

CHIAVE – Che molte cose importanti sarebbero accadute nei duelli fra Criscito e Krasic lo si sapeva sin da quando i due si erano dati amichevole appuntamento in quell'Italia-Serbia mai disputata per le note vicende. Stavolta il faccia a faccia c'è stato e, complice un giallo rimediato dal difensore dopo pochi minuti, a fare la parte del leone è proprio il biondo, indiavolato, esterno destro di Delneri.

CHICCA – Quando al 23' Krasic prende palla sulla destra e dà il via ad una percussione in slalom che lascia di sasso Criscito, Veloso e l'intera retroguardia rossoblù si capisce che l'azione non rimarrà fine a se stessa. Premonizione avverata e delizioso tocco finale nell'angolino più lontano del portiere vanamente proteso in tuffo.

TATTICA – 4-3-1-2 iniziale per Ballardini che passa presto al 4-3-3 avanzando sulla linea offensiva Rossi e retrocedendo Veloso; 4-4-2 per Delneri.

MOVIOLA – Non c'è due senza tre, no? Con Morganti il Genoa aveva perso entrambe le partite giocate contro la Juventus (3-1 a Torino e 2-0 al Ferraris), sul piano del risultato la gara di oggi non fa eccezione. L'arbitro di Ascoli Piceno alterna decisioni cervellotiche ad altre più precise come nel caso di alcuni episodi-chiave. 3', Storari esce sui piedi di Toni penetrato in area, non sembrano esserci gli estremi per concedere la massima punizione. Ancora lo stesso attaccante protagonista al 32' quando, con la mano, manda la palla nel sacco rimediando un cartellino giallo.

PROMOSSI & BOCCIATI - E meno male che Krasic non era al meglio! Il serbo è l'autentico mattatore in un match dall'alto tasso agonistico. Quasi sempre imprendibile, è l'autore del secondo gol; quello, cioè, che fa saltare gli equilibri della contesa. Un'ora (prima dell'avvicendamento con Sissoko, semplicemente perfetta (voto 8).
Sempre protagonista negli attacchi rossoblù, Toni si sfianca nel ruolo di sponda per compagni non all'altezza, perdendo inevitabilmente lucidità al momento di finalizzare. Voto 6.5 per l'impegno.
Mesto corre molto senza mai incidere davvero e perdendo troppi palloni. La ripresa la vede più comodamente dalla tribuna sostituito da Destro (Voto 5).
D'accordo che il denaro non ha odore e che le 34 televisioni che spargono per il globo le immagini della partita avranno dato il loro contributo, ma il rispetto per la passione dei tifosi nostrani (che complessivamente l'italico calcio foraggiano con ben più soldi) un minimo di considerazione dovrebbe meritarsela. Voto 0 a chi, raccontandoci la favola del “calcio moderno” se ne infischia totalmente.

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[Articolo per Goal.com del 21 novembre 2010]

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sabato 20 novembre 2010

Queens Park Rangers-Preston North End 3-1: Hulse + Taarabt, la festa è a Loftus Road!

Un goal in apertura di Hulse (al primo centro con la casacca degli Hoops) e una doppietta di Taarabt nella ripresa consentono ai Queens Park Rangers di superare senza troppi patemi il fanalino di coda Preston North End. Ospiti a segno solo grazie a un’autorete di Connolly allo scadere. In attesa del big match contro il Cardiff, questa vittoria permette ai londinesi di scavalcare al primo posto proprio i gallesi sconfitti in casa per 0-2 dal Nottingham Forest. E intanto il record di imbattibilità ha raggiunto quota “18”.

QPR in vantaggio già al 4'. E' Hulse, dal vertice sinistro dell’area piccola, a mandare la sfera nell’angolino opposto su servizio di Walker. I padroni di casa appaiono pericolosi ogni volta che riescono ad avvicinarsi nei venti metri avversari. La caccia al raddoppio vede protagonisti Gorkss, Taarabt, Walker e Mackie. Il fresco goleador con la Scozia prima imita i predecessori spedendo a lato e poi trova i piedi del portiere Lonergan. Il Preston prova a tenere palla dimostrandosi povero di idee producendo un paio di conclusioni dalla distanza ma chiamando Kenny al primo vero intervento solo al 42’, merito di Tonge.

La ripresa si apre su un botta e risposta Burton-Hulse, Kenny e l’imprecisione dell’attaccante non intaccano il risultato. A riuscirci è però Taarabt che, al 56’, indovina un destro da lontano: 2-0. Lo scalpitante Hulse prova ad archiviare in fretta il pomeriggio ma non fa i conti con i riflessi di Lonergan e, pochi secondi dopo, con Parkin che salva a botta sicura. A metà frazione proprio Parkin e Pugh cercano di riaprire la sfida ma vengono chiusi da efficaci chiusure difensive di Gorkss e Hall. La partita è comunque in mano ai Rangers tornati a punzecchiare il portiere ospite con Taarabt che all’84’ trova la doppietta personale scagliando un bolide da una trentina di metri. Prima del triplice fischio i Lilywhites ottengono la rete della bandiera grazie a una sfortunata autorete di Connolly che devia nella propria porta un traversone di Hume.

QPR: Kenny, Hill, Hall (Rowlands 80), Gorkss, Walker, Connolly, Faurlin, Mackie (Andrade 88), Taarabt, Clarke, Hulse (Agyemang 80).
Subs: Cerny, Leigertwood, Helguson, Ephraim.
GOALS: Hulse 4, Taarabt 56 & 84.
Preston North End: Lonergan, Gray, Brown, St Ledger, De Laet, Tonge, Barton, Russell, Pugh, Parkin, Hume.
Subs: Arestidou, Morgan, James, Mayor, Parry, Jones, McLaughlin.
GOAL: Connolly 89 og.
BOOKED: St. Ledger.
REFEREE: mr. Phillips.
ATTENDANCE: 13,505.


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domenica 14 novembre 2010

Sampdoria-Chievo 0-0: Noia regina al Ferraris, senza Cassano non c'è DIVERTIMENTO

Ad eccezione degli ultrà, che continuano a cantare ininterrottamente come se niente fosse, il resto dello stadio reagisce con fischi assordanti alla conclusione di uno degli 0-0 più brutti visti al Ferraris negli ultimi anni. La sfida con il Chievo evidenzia in maniera sconcertante la pochezza d'idee della Samp che, senza l'estro di Cassano e il peso di Palombo, boccheggia oltre ogni pessimistica previsione. Il Chievo, disposto meglio in campo e sempre più pericoloso, ha il demerito di non aver trovato il coraggio di premere sull'acceleratore.

FORMAZIONI – Oltre a Semioli e Zauri, alla vigilia Di Carlo perde Palombo fermato da una contrattura al vasto intermedio. Davanti a Curci si sistemano Cacciatore, Gastaldello, Lucchini e Ziegler; a centrocampo insieme agli esterni Koman e Guberti spazio alla coppia Dessena-Tissone; davanti Pazzini spalleggiato da Pozzi.
Poli, a causa delle squalifiche di Cesar e Constant e del mancato recupero di Pellissier, fa di necessità virtù proponendo a protezione di Sorrentino una difesa inedita per tre quarti, Frey, Andreolli, Mandelli e Jokic; In mezzo Rigoni con Fernandes e Marcolini ai lati; Bogliacino vertice avanzato dietro la coppia Moscardelli-Thereau.

PARTITA – La prima frazione offre lo stesso pathos di un film di fantascienza cecoslovacco: trama scontata ed effetti caserecci. Alla Samp spetta di diritto il compito di fare la prima mossa. L'attesa è estenuante quanto vana. Fa eccezione un colpo di testa, alla mezz'ora, che il difensore Lucchini appoggia tra le mani di Sorrentino. Il Chievo si affida a manovre leggermente più articolate. E' così che Curci si salva da kamikaze su Thereau in area piccola e, più comodamente, ferma una conclusione di Bogliacino.

Nella ripresa i blucerchiati paiono più propositivi. E' però ancora il portiere di casa a dover fare gli straordinari deviando in tuffo un forte tiro di Bogliacino. Si vede anche Pazzini che si accende da solo e dal limite costringe in angolo Sorrentino. Inguardabile, invece, un diagonale sprecato fuori da Moscardelli. Cacciatore accende gli “ooooh” speranzosi del pubblico con un tiro cross dalla destra che esce di un soffio. Dal 64' iniziano i cambi. Nella Samp entrano Padalino, Marilungo e Poli per Koman, Pozzi e Tissone, nel Chievo Bentivoglio, De Paula e Granoche per Bogliacino, Moscardelli e Thereau. La vorticosa rivoluzione di pedine partorisce poco o nulla: Mandelli di testa per Curci e una girata da gita fuori porta di Marilungo. All'84' Padalino s'infortuna e lascia i suoi in inferiorità numerica. Nel finale De Paula non riesce ad approfittare di una mischia in area doriana.

CHIAVE – Senza talenti veri a creare anche i giocatori di classe come Pazzini sembrano pulcini bagnati. La sfida si trascina fra scatti di nervi blucerchiati e l'ordine maniacale con cui i clivensi gestiscono il possesso palla. La sensazione è che la partita non si sarebbe sbloccata neppure giocando sino a domani mattina.

CHICCA – 34' nel bel mezzo dell'apatia collettiva Thereau si ritrova fra i piedi una palla che sembra facile da infilare nel sacco, non fa i conti con quel rapace di Curci che scaccia in angolo la sfera.

TATTICA – 4-4-2 per Di Carlo che prova a metter mano all'assetto invertendo più volte gli esterni di centrocampo; ordinatissimo Ordinatissimo 4-3-1-2 per Pioli.

MOVIOLA
– Per il 32enne Pinzani di Empoli, appartenente alla Can B, il match odierno vale quanto un esame per proseguire la carriera nella massima serie. La partita presenta un coefficiente bassissimo e lui è bravo a svolgere il compito senza sbavature. 44' Pozzi mette in rete su assist di Pazzini, giusto l'annullamento per fuorigioco.

PROMOSSI & BOCCIATI – Curci conferma il suo buon momento con una prestazione attenta (voto 7). Pazzini è l'immagine del “vorrei ma non posso”. Se solo per troppa solitudine o per riflessi più lenti a quanto aveva abituato, difficile dirlo con certezza (voto 5). Koman, confuso e impalpabile è in preoccupante involuzione (voto 5).
Sorrentino trasmette sicurezza a una difesa assolutamente inedita. Non è giornata da straordinari, ma ha il merito di non farsi calare la palpebra (voto 6.5). Moscardelli è tanto propositivo quanto inefficace nei momenti in cui l'iniziativa del singolo può dare una svolta alla gara (voto 5.5).

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[Articolo per Goal.com del 14 novembre 2010]

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sabato 13 novembre 2010

Nottingham Forest-Queens Park Rangers 0-0: Il tabù resiste, il primato no

Prosegue la maledizione del City Ground per i Queens Park Rangers, oggi scortati a West Bridgford da oltre duemila supporters. Mai, in tutta la loro storia, i londinesi sono riusciti a passare sul terreno del Nottingham Forest. Stavolta termina con uno 0-0, sesto pareggio nelle ultime sette gare. Il risultato è confortante sul piano dell’interpretazione della gara, meno gettando uno sguardo alla classifica. Come prevedibile, infatti, il Cardiff passeggia sullo Scunthorpe vincendo 4-2 in trasferta e spodestando dal trono la squadra di Warnock. Sul club, intanto, aleggiano spifferi di rivoluzione societaria secondo cui Mittal potrebbe disimpegnarsi dai Rangers cedendo le proprie quote ad Ecclestone. Il motivo? Virare sullo Sheffield Wednesday.

Il QPR gioca meglio e mantiene a lungo il possesso della sfera. Nel primo tempo il rischio peggiore lo corre in apertura, quando sotto porta l’ex-Blackstock incorna alto. All’iniziativa rispondono subito Ephraim e Taarabt impegnando un altro Red con gli Hoops nel proprio passato: Lee Camp. Il portiere si ripete alla mezz’ora su bolide da lontanissimo di Taarabt rifugiandosi in un angolo sui cui sviluppi Hill spedisce alle stelle un pallone invitantissimo. Poi il match scivola senza troppi sussulti verso il the caldo.
Anche nella ripresa a creare la prima opportunità è Blackstock, diagonale sinistro da 25 metri che si abbiocca fra le braccia di Kenny. Nonostante tutto Billy Davies mischia le carte: fuori Blackstock e Majewskj per Adebola e Earnshaw. Warnock non sta a guardare: dentro Agyemang, fuori l’opaco Hulse. Il braccio di ferro prosegue, ma ora il Forest spinge con maggior vigore chiamando Kenny a estrarre tutta la sua abilità su destro dal limite di MaGugan. Anche il neo-entrato degli Hoops tenta il colpaccio, ma il tiro viene intercettato dal buon Camp. Escono anche McGugan per Tyson ed Ephraim e Taarabt per Clarke e Rowlands. La sfida rimane sospesa in attesa di un acuto che non arriva mai per un eccesso di prudenza che coinvolge entrambe le compagini. L'incantesimo di Nottingham resiste anche al miglior QPR degli ultimi tempi. Quello che in questo pomeriggio autunnale allunga a 17 il record di gare terminate senza sconfitta.

NOTTINGHAM FOREST: Camp, Bertrand, Chambers, Morgan, Anderson, Cohen, McGugan (Tyson 79), Gunter, McKenna, Blackstock (Adebola 61), Majewski (Earnshaw 61).
SUBS: Smith, McCleary, Moussi, Lynch.
BOOKED: Blackstock (28), McKenna (85).
QUEENS PARK RANGERS: Kenny, Hill, Derry, Taarabt (Rowlands 89), Faurlin, Mackie, Gorkss, Walker, Hulse (Agyemang 67), Smith, Ephraim (Clarke 79).
SUBS: Cerny, Hall, Borrowdale, Andrade.
BOOKED: Hulse (65), Derry (90).
REFEREE: Mr. A. D’Urso.
ATTENDANCE: 22,859 (2,076).


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venerdì 12 novembre 2010

Ali

Zero a zero, risultato perfetto del football teorico. Sintesi di match senza sbavature né difetti. Senza vinti né vincitori. Senza impronte né imprecazioni. Troppi ‘senza’, non pare anche a te? La perfezione la gradisco solo nell’estetica, nell’arte e nel sale da dosare in cucina. Gli zero a zero preferisco lasciarli sbiadire in cuore d’altri. In quelli avvezzi a tenersi le unghie ben serrate in tasca per addestramento o assuefazione. Facce dal sorriso tagliato come playmobil dentro scatole di plastica e cartone. Io prediligo l’orgasmo della vittoria e la fitta dell’insuccesso. Gli zero a zero do ut des col destino li evito con meticolosa cura. Piuttosto li corrompo all’ultimo respiro. Il mio è cuore anarchico e tormentato. Il suo troppo saggio, baro e, comunque lo si veda, orrendamente noioso. Non c’è storia. A me, Birdy di passaggio aggrovigliato su se stesso, basterebbe solo un piccolo, leggerissimo, colpo d’ali. Spazzolerebbe l’aria e la vita. Magari per sempre.

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mercoledì 10 novembre 2010

Genoa-Bologna 1-0: A Marassi si 'Balla' da SUBITO, Milanetto-goal nel segno della CONTINUITA'

Il Genoa domina ma deve creare decine di occasioni, e aspettare gli sgoccioli della partita, per ottenere il gol che vale tre punti. E' Milanetto, con un tiro dal limite, a regalare i primi tre punti a Ballardini. Il Bologna, apparso sorpreso dalla veemenza dei Grifoni, non riesce a portare a casa il risultato a reti bianche nonostante le prodezze del proprio portiere e un pizzico di buona sorte, traversa di Veloso nella ripresa.

FORMAZIONI – Come il suo predecessore Gasperini, Ballardini deve fare i conti con l’emergenza. Troppi, ancora, sono gli infortunati eccellenti (Palacio, Palladino, Sculli e Kharja su tutti). Assenze che stanno pesando non poco in questo inizio in salita del Genoa. Confermato in porta Eduardo (riscattatosi a Palermo dopo la figuraccia con l’Inter), il tecnico romagnolo propone una difesa a quattro composta da Rafinha, Ranocchia, Dainelli e Criscito; centrocampo con Rossi, il rientrante Milanetto e Veloso; e analogo schieramento offensivo con Toni fra Mesto e Rudolf . Il dirimpettaio Malesani ripropone il reparto arretrato uscito indenne contro il Lecce e composto dal portiere Viviano, Garics, Britos, Portanova (nonostante una microfrattura al setto nasale), e Rubin. In mezzo, dopo il forfait di Della Rocca, Perez viene affiancato da Radovanovic e Ekdal. Davanti fiducia riposta nei soliti Buscè, Meggiorini e Di Vaio.

PARTITA – Primo tempo con monologo genoano nel quale spiccano i ripetuti tentativi a rete di Rudolf. L'ungherese è presente in quasi ogni azione offensiva dei padroni di casa che impegnano severamente Viviano in almeno 4 circostanze. Anche Veloso prova a finalizzare, riuscendo solo a far la barba al palo sinistro. Il Bologna, costretto a giocare quasi sempre nella propria porzione di campo, esce dal guscio raramente affidando a Britos e Perez il compito di sorprendere un attento Eduardo. Poco efficace, invece, Di Vaio raramente in evidenza e, nell'occasione più eclatante, anticipato in area da Rafinha. Altrettanto puntuale è Viviano, coraggioso nel gettarsi sui piedi di Criscito che, in mischia, si concede qualche attimo di troppo. C'è anche Toni a cercare la via del gol senza però concludere da par suo.

Nella ripresa Veloso, dalla destra, pennella una punizione sotto la traversa che il portiere salva con la punta delle dita. Sempre lui coglie la trasversale poco dopo con una punizione magistrale macchiata da un pizzico di sfortuna. Al 65' Malesani sostituisce Ekdal e Meggiorini con Casarini e Ramirez. Al 77' anche Ballardini decide il suo primo cambio: Destro per Mesto. E all'81' i Grifoni passano grazie a Milanetto: inserimento e botta di destro con palla nell'angolino destro. Ora si vede anche Gimenez al posto di Buscè. Chi non riesce invece a vedere bene è Destro che spreca un incredibile contropiede servendo in ritardo Toni. Nel finale gli ospiti abbozzano una reazione controllata senza troppi patemi dai padroni di casa.

CHIAVE – “Furore”, “intensità” e “compattezza” sono alcuni dei termini chiave che Ballardini usa per apparecchiare un match nel quale, più che il sapore delle portate, conta potersene andare a pancia piena. Il mantra recitato negli ultimi giorni ha effetto.

CHICCA – Non una giocata individuale, neppure un gesto estetico offerto da alcuni ottimi solisti presenti. Per carità, non che il match non li abbia offerti. Ma la perla della serata è stata la prestazione complessiva del Genoa tornato, finalmente, a dar parvenza di squadra e non di 11 calciatori messi a correre dietro a un pallone. Oggi, forse, questione di autoresponsabilità più che di mister.

TATTICA – 4-3-3 speculari , quelli proposti sotto i riflettori del Ferraris. Ballardini, per la prima in rossoblù che il destino gli concede contro il Bologna - club nel cui settore giovanile iniziò la sua esperienza di allenatore - ricerca maggior compattezza. Sotto il segno della continuità appare invece il modulo di Malesani che lontano dal Dall’Ara non ha ancora vinto e in casa convive in pieno caos societario.

MOVIOLA – Celi di Campobasso, fischietto che statisticamente porta meglio al Bologna, dirige senza eccessive sbavature peccando di eccesso di bontà nel perdonare l'ammonito Radovanovic, reo di meritare un altro cartellino giallo.

PROMOSSI & BOCCIATI – E' lui, Milanetto, il fedelissimo per eccellenza di Gasperini, a trovare il guizzo vincente a meno di dieci minuti dal termine. Sfoggia una prestazione esemplare per abnegazione e per lotta segnando uno dei gol più importanti della stagione (voto 7.5).

Rudolf parte a razzo sciorinando giocate, tecnica e lampi di deliziosa sconsideratezza tattica. Pur avendo individuato nella porta bolognese l'obiettivo della serata, non riesce a trovare il pertugio giusto. Bravo comunque (voto 7).

Prendere il posto di Gasperini, mister che sino a qualche tempo fa offriva il Genoa più spettacolare degli ultimi decenni, non è compito facile. Ballardini, accolto dalla piazza non senza scetticismi, lo fa in punta di piedi, senza grosse rivoluzioni e badando a rinforzare gli ormeggi per limitare i rischi di brutte figure. Buona la prima! (voto 7).

Di Vaio è uno di quei grandi attaccanti che (non sempre per colpa sua) con la casacca del Grifone ha fatto flop. A Bologna ha ritrovato se stesso e i goal punendo il Genoa 3 volte nelle 4 occasioni in cui l’ha affrontato. Tenuto sotto chiave dalla retroguardia genoana non segna ma si conferma come unico spauracchio ospite (voto 6).

Meggiorini entra con buona volontà ma esce, dopo 69', senza aver mai inciso davvero (voto 5).

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[Articolo per Goal.com del 10 novembe 2010]

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martedì 9 novembre 2010

Portsmouth-Queens Park Rangers 1-1: Smith salva l’imbattibilità degli Hoops

Questione di penalties. Uno parato da Kenny e fatto ripetere con Lawrence che va a segno (70); un altro, pesante come un macigno, trasformato all’ultimo respiro da Smith, calciatore che Warnock ha avuto in prestito proprio dai Pompeys. Il tutto proprio quando l'imbattibilità stagionale è sul punto di interrompersi a 15 gare e con il Cardiff (in campo domani sera a Reading) lì ad un passo. Nel recupero anche i padroni di casa finiscono in dieci per il doppio giallo rimediato da Lawrence, il secondo per il tocco di mano all’origine del pari ospite. Portsmouth-Queens Park Rangers è match dai due volti. Combattuto senza eccessive ruvidezze nel primo tempo, durissimo nel secondo. Soprattutto dopo che Connolly, fallo da ultimo uomo in area su Kitson, veniva espulso da mr. Ward. Prima della pausa a mettersi in evidenza sono Utaka e Derry, sforzi vanificati dalle rispettive difese. Poi è invece Hulse, di testa, a far fare un figurone ad Ashdown fallendo nell’assai più facile impresa di spedire la palla nel sacco. E’ però il botta e risposta dagli undici metri a dare la vera svolta alla sfida. E, alla fine, a gongolare più di tutti è quel vecchio marpione di Neil Warnock.

PORTSMOUTH: Ashdown; Halford (Ward, 26), Sonko, Mokoena, Dickinson; Lawrence, Brown, Mullins, Utaka (Ciftci, 86); Kanu (Hreidarsson, 90); Kitson.
SUBS: Flahavan, Hughes, Rocha.
GOALS: Lawrence (pen 70).
BOOKED: Lawrence (54 & 90), Ashdown (84).
SENT OFF: Lawrence (90)
QUEENS PARK RANGERS: Kenny; Hill, Connolly, Gorkss, Walker; Derry (Clarke, 80), Faurlin; Taarabt (Borrowdale 72), Mackie, Hulse (Agyemang, 72); Smith.
SUBS: Cerny, Rowlands, Ephraim, Andrade.
GOALS: Smith (pen 90).
BOOKED: Derry (40).
SENT OFF: Connolly (67).
REFEREE: Mr. G. Ward (Kent).
ATTENDANCE: 17,818.


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domenica 7 novembre 2010

Alan Wilder contribuirà al nuovo remix album dei Depeche Mode! 'In Chains' il brano prescelto

I sussurri si fanno sempre più intensi sino ad avere i crismi dell'ufficialità. Alan Wilder, così come Vince Clarke, sarà uno dei remixers che rielaboreranno brani dei Depeche Mode da includere nel prossimo remix album in uscita nella prima parte del 2011! 'In Chains', apertura di 'Sounds of the Universe', è il brano sul quale Alan - ancora impegnato nel bellissimo tour del progetto Recoil - inizierà a lavorare sin dalle prossime ore. Nota è anche la scelta di Vince che ha optato per 'Behind the Wheel'.

Al momento è ancora difficile ipotizzare un rientro in pianta stabile di Wilder nei Depeche Mode. Ma questa colaborazione, così come l'apparizione al concerto benefico della Royal Albert Hall e la recentissima presenza di Martin Gore all'aftershow della data di Santa Ana del Recoil tour, sono segnali molto intriganti.

Sinora gli altri artisti ufficialmente coinvolti nel progetto del nuovo remix album sono Yeah Yeah Yeahs!, Brandon Flowers, Arcade Fire, Bernard Sumner, Alex Metric e Mark Ronson.

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sabato 6 novembre 2010

QPR-Reading 3-1: Vittoria del cuore, Rangers di nuovo in fuga!

I Queens Park Rangers battono 3-1 un Reading che inizia male e finisce peggio, nonostante un secondo tempo giocato in superiorità numerica a causa dell’espulsione di Orr. Il risultato si sblocca su rigore di Taarabt (27) e si consolida nella ripresa quando Faurlin (61) raddoppia, Long (68) illude i Royals e Smith (71) chiude definitivamente i conti. In attesa del risultato che scaturirà dal big-match di domani tra Cardiff e Swansea, il QPR torna a guidare il campionato confortato da tre meritatissimi punti e, soprattutto, da una prestazione maiuscola.

Warnock fa seguito ai proclami della vigilia proponendo una formazione offensiva e, sin da subito, padrona del campo. All’8’ una saetta dalla sinistra di Faurlin rimbalza sulla traversa mentre Hulse si divora il vantaggio mandando incredibilmente fuori da due passi. Pur partendo a ritmi lenti Mackie prova una volèe dal limite. C’è anche Federici: respinta di pugno su Faurlin, e salvataggio su colpo di testa ravvicinato di Hulse. Al 27’ la pressione consente a Taarabt di guadagnare un penalty - fallo di Mills – e di trasformarlo con precisione di destro: 1-0. Alla mezz’ora il raddoppio sembra cosa fatta ma Hulse, ancora lui, si mette in evidenza come gran sprecone del pomeriggio mandando alto il terzo (!) colpo di testa ravvicinato in pochi minuti. A rendere più cospicuo il bottino prova anche Derry da oltre 20 metri, Federici non si fa sorprendere. In questa prima frazione il Reading appare costantemente a disagio. A dargli una mano è però Orr che, prima dell’intervallo, riesce a farsi sventolare un cartellino rosso da mr. Tanner dopo aver commesso un intervento esagerato su Robson-Kanu e protestato in maniera eccessiva.

Ripresa senza novità negli schieramenti ma con un QPR che, inevitabilmente, deve affidarsi a un prudenziale 4-4-1. I Royals, per la prima volta dall’inizio del match, cercano la porta avversaria: botta dalla distanza di Tabb che si spegne alta e conclusione dalla sinistra di McAnuff chiamante in causa Kenny. La partenza del Reading ha l’effetto di rendere ancora più rumoroso l’incitamento dei supporters di casa. Hulse prova a farsi perdonare: colpo di testa in mezzo all’area che stavolta trova lo specchio della porta ma anche le manone di Federici. La squadra di McDermott prova ad affidarsi a lanci lunghi per eludere il pressing ma viene nuovamente punita allo scadere dell’ora di gioco. E’ Faurlin a indossare i panni del finalizzatore con un sinistro da posizione centrale. Esce il nervosissimo (e appena ammonito) Karacan per Church. Al 62' Mackie potrebbe mettere in ghiaccio la sfida ma pecca di sufficienza. Più tardi (68') la chance di rimettere in gioco gli ospiti non la sbaglia invece Long, diagonale sinistro su cui Kenny non riesce a intervenire da par suo. Neppure il tempo di prepararsi ad assistere all’assedio ospite che al 71’ Smith prende per mano i suoi, filtra sul lato sinistro dell’area e infila Federici nell’angolino più lontano riportando a due le lunghezze di vantaggio. E' il 3-1. Nel Reading ora esce anche Robson-Kanu sostituito da Hunt. Ma l’ultima rete segnata dai padroni di casa si fa zavorra nei piedi degli avversari che provano a sopperire con l’orgoglio impegnando però Derry solo all’89’ con un destro di Howard. I sei minuti di recupero servono solo a sottolineare l’entusiasmo dei Superhoops.

QUEENS PARK RANERS: Kenny, Orr, Gorkss, Walker, Connolly, Derry, Taarabt (Clarke 80), Faurlin, Mackie, Hulse (Agyeman 81), Smith (Ephraim 90+3).
SUBS: Cerny, Leigertwood, Rowlands, Parker.
RED CARDS: Orr 44.
BOOKED: Derry, Clarke.
GOALS: Taarabt 27, Faurlin 61, Smith 71.
READING: Federici, Griffin, Mills, Khizanishvili, Harte, Karacan (63 Church), Tabb (Antonio 81), McAnuff, Robson-Kanu (Hunt 72), Howard, Long.
SUBS: McCarthy, Cummings, Pearce, Armstrong.
BOOKED: Mills, Karacan, Antonio.
GOALS: Long 68.
REFEREE: Mr. S.J.Tanner.
ATTENDANCE: 15,692 (2,461).

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martedì 2 novembre 2010

misantropia

la nutro, la mia misantropia a caratteri minuscoli. la accudisco come la più delicata delle rose. del suo profumo me ne riempio le narici, della carezza delle sue spine ne lecco il sangue versato. non è malattia. è piuttosto vizio e peccato, amore e cicatrice. è vaccino autoprodotto. per resistere alla stupidità dilagante. e a te.

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