Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Copertina

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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

mercoledì 23 luglio 2008

Danza ad occhi chiusi e plaudente... carissimo popolo italiano

Scivola, scivola via tra i flutti… Avvolta nell'oscurità. Ricolma di indifferenza. Peccato che l’andamento non sia orizzontale ma sempre più inclinato. Chiudere palpebre e cervello è ormai l’attività più diffusa in un popolo con energie, opportunità e speranze in desolata riserva. Come uno sgangherato Titanic, con più falle che bottiglie di spumante, l’Italia continua a trascinarsi pigramente alla deriva. Il popolino, ciurma soffocata dalla propria indolente pigrizia, si crogiola nei bassifondi. Autoconvinto che i fruscii d’acqua che lo circondano siano il dolce accompagnamento delle lussuose fontane che addobbano gli spazi dei potenti. Illuso che persino quella strana posizione del pavimento sia l’ennesima spassosa trovata contro la noia, ideata appositamente per il proprio piacere. Intanto proliferano Veltrusconi di tutte le razze, (im)prenditori di borgata, strozzini in tight, giudici nani e schiere di giornalisti talmente abituati a stare proni che così rimangono anche quando non gli viene chiesto espressamente. Ricca fauna questa, tutta brava a calare gli assi truccati del loro mazzo insieme alle pochissime scialuppe a disposizione.
Ed eccoli lì sotto, gli italiani. Ad azzuffarsi, truccarsi e affilarsi le unghie con un sorriso che di giorno in giorno assomiglia sempre più ad un ghigno. Eccola la brava gente di terra nostra, incantata dal luccichio dei coriandoli che gli servi sciocchi del potere politico e mediatico gli fanno intravedere dagli oblò. Eccola la massa, convinta che qualche frammento prima o poi la abbellirà andando magicamente a posarsi sulle proprie spalle. Inconsapevole che, dal momento in cui è stato indossato per la prima volta, l’abito della festa ora è solo brandelli di stoffa, sbiadita e sgualcita dal troppo strusciarsi. Danza… danza il popolo che del gregge ha sempre più le sembianze. Danza seguendo la musica di sottofondo che proviene dall’alto. Continuerà a farlo anche quando l’ultimo dei musicisti stringerà fra le mani i remi dell’ultima barchetta e, sbuffando piano per non disturbare i notabili compagni di viaggio, si allontanerà dal gorgo. Danza, il popolo, anche quando lassù il disco inizierà ad incantarsi e dalla folla qualcuno urlerà che non è vero, che quel suono ripetuto all’infinito dagli altoparlanti è solo l’ultima delle mode. Danza ad occhi chiusi e plaudente, carissimo popolo italiano. Fallo anche quando l’ultima lampadina si sarà spenta. A quel punto potrai sentirti finalmente libero. Di spalancare le palpebre.

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