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Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

domenica 11 marzo 2012

Genoa-Juventus 0-0: La Vecchia Signora non vince più, ma che sfortuna al Ferraris

Si infrangono sui legni (traversa di Vucinic e palo di Pepe ad inizio ripresa) gli sforzi della Juventus di mantenere inalterato il distacco dal capolista Milan vincente sul Lecce. Al Ferraris la formazione di Conte non va oltre il nulla di fatto contro un Genoa arcigno che mette cuore e nervi contro la superiore gestione tecnico-tattica dei bianconeri. La gara, tesa e senza attimi di tregua, non delude le aspettative della vigilia.

PRE-PARTITA - Le sfide tra Genoa e Juventus non sono mai state da ordinaria amministrazione. Neppure questa fa eccezione. Atmosfera già surriscaldata in settimana che, a pochi minuti dall'inizio, con le squadre sul prato per il riscaldamento, inizia a farsi incandescente. Dei circa 30 mila presenti, qualche migliaio di fede bianconera, prova a reagire ai cori di “benvenuto” da parte dei genoani. Tutti in attesa del momento in cui le squadre scenderanno in campo e, nel tempio del Ferraris, si scatenerà l'inferno...

FORMAZIONI – Marino, orfano di Granqvist, Bovo, Antonelli e Birsa, schiera Frey in porta; linea difensiva composta da Rossi, Carvalho, Kaladze e Moretti; centrocampo affidato a Sculli e Jankovic (preferito a Mesto) sulle corsie esterne con Kucka e Biondini in mezzo; in attacco, come annunciato, tornano i gemelli del gol Gilardino e Palacio.
Conte, squalificato e sostituito in panchina da Alessio, deve fare a meno di Bonucci appiedato dal giudice sportivo e degli infortunati Chiellini e Barzagli Piazza quindi Buffon tra i pali protetto da una inedita retroguardia formata da Lichtsteiner, Caceres, Vidal e De Ceglie; affida a Pirlo le chiavi del centrocampo supportato ai lati da Marchisio e Giaccherini; davanti Pepe, Matri (vincitore del ballottaggio con l'ex Borriello) e Vucinic.

PARTITA – Pochi secondi e Gilardino lancia in porta Palacio che prova a superare Buffon con un pallonetto, strepitoso il salvataggio del portiere. Replica di Giaccherini che manda a lato da due passi. Più preciso è un destro di Pepe respinto con i piedi da Frey che poi sfodera un'altra perla del suo repertorio su conclusione ravvicinata di Marchisio. Persino più ghiotta è però l'opportunità che Biondini offre a Gilardino mettendolo in condizione di colpire con Buffon ormai fuori causa: incornata alta. Sul finire del tempo Rossi si immola su Matri che calcia da una decina di metri.
La ripresa comincia con Mesto dentro al posto di Sculli. La Juve è sfortunata al 53' quando Vucinic manda sulla traversa un corner dalla sinistra di Pirlo e Pepe coglie il montante mancino di Frey spiazzato. Nel mezzo sempre il montenegrino si mette in evidenza schiacciando fuori di testa. Nella squadra di casa esce anche Jankovic sostituito da Constant. Kaladze, con un sinistro addosso a Buffon, prova a far capire che il Genoa è ancora vivo. Ma si tratta di una parentesi all'interno di un predominio territoriale ospite. Frey è ancora bravissimo a salvarsi in angolo su tiro di Marchisio. Conte, seminascosto dentro una postazione TV rivestita da carta da pacchi, chiama la prima sostituzione bianconera: fuori Pepe (a cui pochi secondi prima era stato annullata una rete per offside), dentro Elia. Il Genoa ci prova da lontano con Kucka, Buffon respinge e Kaladze non trova il bersaglio grosso. Si vedono anche il fischiatissimo Del Piero per Matri, Borriello per Giaccherini e Belluschi per Biondini. L'ultima chance capita proprio a Borriello che trova l'opposizione dell'attento Frey.

CHIAVE – Gara sempre vibrante con gli ospiti intenti a mettere in difficoltà i padroni di casa con ripetute azioni in velocità. Genoa tutt'altro che remissivo pronto a pungere con manovre in profondità ma spesso costretto a reggere ad autentici assedi.

CHICCA – La lancetta dei minuti sta ancora compiendo il primo giro quando Gilardino avanza e serve lungo linea a Palacio un pallone delizioso; el Trenza punta la porta difesa da Buffon che, rimane glaciale per poi sfruttare tutti i suoi centimetri nello spezzare la parabola ad effetto inventata dalla punta rossoblù.

TATTICA – Iniziali 4-4-2 per Marino e 4-3-3 per Conte.

MOVIOLA – Rizzoli di Bologna prova a sfoderare una direzione puntigliosa ma ne offre una piuttosto cervellotica. Se appaiono corrette le ammonizioni per proteste comminate a Kucka e Pepe e quella a Vidal per un evidentissimo tocco di mano, più di qualche perplessità lasciano altre interpretazioni del fischietto bolognese. Non è fra queste il rigore reclamato invano da Matri al 18' a seguito di un contatto veniale con Carvalho. Sembra corretto l'annullamento, per fuorigioco, di un gol di Pepe al 70'. Al 76' dubbi restano su un contatto nei sedici metri ospiti tra Palacio e Marchisio, per Rizzoli è tutto regolare. Così come Rizzoli non concede il rigore a Rossi in pieno recupero su intervento, probabilmente pulito, di Pirlo.

PROMOSSI & BOCCIATI – Frey e capitan Rossi sono oggi l'emblema di una squadra che lotta con i denti, senza badare troppo per il sottile: voto 7. Jankovic è volenteroso ma non incide come sarebbe nelle sue potenzialità. Viene tolto dal campo dopo un'ora di gioco intermittente per fare spazio a Constant: voto 5.5.
Pirlo, metronomo e guerriero, è il solito fuoriclasse: voto 7.5. Matri dà sempre la sensazione di poter creare qualcosa di davvero importante ma, per tutti i 75' che viene tenuto in campo, non offre alcun acuto degno di questo nome: voto 5.5.

[Articolo per Goal.com dell'11 marzo 2012]


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