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Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

martedì 6 gennaio 2015

Genoa-Atalanta 2-2: Quando anche una rimonta può chiamarsi impresa

Non riesce neppure contro l'Atalanta, al Genoa, l'acuto che avrebbe potuto certificare il tanto agognato salto di qualità. Stavolta la formazione di Gasperini si fa imporre il 2-2 casalingo rimontando, con un rigore di Iago Falque (51') e una rete di Matri (68'), il doppio svantaggio siglato in contropiede da Zappacosta (37') e Moralez (49'). Gara vivace ma confusa. Contenitore di rammarichi ai padroni di casa assai distratti e imprecisi ma anche di buone impressioni per gli ospiti, prevedibili come una telenovela anni Ottanta, ma comunque efficaci nel recitare la loro parte. LESTIENNE E DENIS, CHANCES IMMEDIATE – Gasperini ha le idee chiare nel disegnare il suo 3-4-3 che prevede l'estremo Perin con Roncaglia, Burdisso e De Maio; Edenilson, Bertolacci, Rincon e Antonelli in mediana; Iago Falque e Lestienne esterni d'attacco a sostegno di Matri. Colantuono si affida a un più compatto 4-4-1-1. Davanti a Sportiello sistema in copertura Bellini, Benalouane, Stendardo e Dramè; Zappacosta, Baselli, Carmona e D'Alessandro formano la linea centrale mentre Moralez, e più avanti Denis, hanno i principali compiti offensivi. GRIFONE, PARTENZA SPRINT – Che il Genoa abbia intenzioni bellicose lo fanno capire Matri (due volte) ed Edenilson. Per lunghi tratti gli ospiti, surclassati dalla verve avversaria, badano soprattutto a contenere le spinte contrarie faticando un mondo a uscire davvero dal guscio. ZAPPACOSTA, CHE LAMPO! – Che però l'inerzia possa subire modifiche lo si intuisce quando, fra una perdita di tempo e l'altra, l'Atalanta abbozza prove di contropiede. Uno di questi mette in condizione Zappacosta di vincere un duello con Burdisso e, dalla sinistra, fiondare un diagonale che non lascia scampo a Perin. Il Genoa cerca soluzioni crossando dalla destra in maniera industriale ma inefficace; e con Lestienne (scattante ma carente in fantasia) che si trova spesso a dover tornare sui suoi passi per mancanza di supporto. Il tempo si chiude con un doppio intervento di Perin su idea di Denis. FUOCHI D'ARTIFICIO - Al rientro ci si attende un Genoa arrembante, ma a battere ancora il colpo più forte è la Dea: immediato raddoppio di Moralez su contropiede innestato da un errore del distratto Roncaglia, poi sostituito con Fetfatzidis. Come nel primo gol, l'assistman è Baselli. Neppure il tempo di godere l'ipotesi di un finale in discesa che a riportare presto in corsa i padroni di casa è poi un ineccepibile rigore di Iago Falque causato da Benalouane su Matri. LO SQUILLO DI MATRI – Gli errori aumentano. Il Genoa prova a sopperire con il cuore a una crescente confusione in fase di manovra. L'Atalanta si affida alle solite ripartenze. La più bella mette in condizione Moralez di far calare il sipario sul pomeriggio. Tutto bello, tutto quasi perfetto se la natura non avesse creato un Perin in versione felina. E' il preludio del pareggio, messo a segno poco dopo in mischia da Matri. Gasperini esulta e fa esordire Tino Costa. Dall'altra parte entrano Bianchi e Migliaccio per cercare di tenere a freno la smania di assedio rossoblu soffocata, in pieno recupero, da uno strepitoso intervento di Sportiello su Fetfatzidis. [Articolo per Goal.com del 6 gennaio 2015] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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