Riparte dalle origini il viaggio dei Depeche Mode. ‘Sounds of the Universe’, in uscita il prossimo 20 aprile, si aggrappa alle radici blues di Bukka White e al primo amore: la musica elettronica di sintetizzatori analogici e drum machines. Non manca l’occhiolino all’anima pop. Ma nel complesso stavolta è marginale. Chi si aspetta un album orecchiabile sarà deluso. Non così chi preferisce ascoltare in profondità. Per chi ama scrutare le pieghe creative che stanno dentro un disco di lavoro qui ce n’è parecchio. In questo senso non siamo certo ai livelli di ‘Songs of faith and devotion’, ma rispetto ai cd precedenti si capisce che il progetto ha seguito un binario preciso. I testi sono notevoli. Le sonorità assolutamente vintage, ma quasi sempre arrangiate in maniera contemporanea da Ben Hillier e il suo staff. Nel complesso mi sarei aspettato di più. Ma io ho la fama di essere incontentabile. Questa, nel dettaglio, la mia personale recensione traccia dopo traccia.
01. In Chains (6.46): Ottanta secondi di suoni analogici anni 70-80, sintetizzatori, sequencers. Se il supporto fosse anonimo si potrebbe pensare di essere al cospetto di un lavoro di Kraftwerk o DAF. La certezza che si tratti dei DM la si ottiene con l’ingresso dell’inconfondibile voce di Dave Gahan vestito da bluesman. L’esordio spiega già quasi tutto. ‘Sounds of the Universe’ non è cibo facilmente masticabile per chi ama il lato pop dei Depeche. A tratti è persino esercizio sperimentale. Come quelli tanto cari all’insostituibile Alan Wilder, il cui valore aggiunto manca dal ‘95.
02. Hole to Feed (3.56): E’ il primo dei tre brani firmati da Gahan in collaborazione Christian Eigner (batterista ‘roadie’ della band) e Andrew Phillpott. L’impronta è minimalista e se fosse stato incluso in ‘Hourglass’, disco solista del frontman pubblicato due anni fa, sarebbe passato nel dimenticatoio. Qui probabilmente sopravviverà più a lungo. Più per l’etichetta che per la sostanza.
03. Wrong (3.12): Primo singolo che merita giudizi assai lusinghieri. Dave insieme al controcanto di Martin rappresenta un binomio quasi sempre vincente nel repertorio della band. ‘Wrong’ non fa eccezione. Merito anche del lavoro di Ben Hillier che da dietro la sound desk qui è pressochè impeccabile.
04. Fragile Tension (4.08): La costruzione sonora somiglia parzialmente a quella di ‘Lilian’, brano incluso in ‘Playing the Angel’. Ma d’altronde il team che ha prodotto i due lavori è identico e qualche ripetizione era prevedibile. Chitarra di Gore in primo piano.
05. Little Soul (3.32): Classica ballata alla Depeche avvolta da un tessuto sonoro morbido e da un sottile accompagnamento di chitarra.
06. In Sympathy (4.54): Della serie “si può fare di più”. Difficile immaginare che dietro questa canzone vi siano state insonni notti meditative e litri di sudore versati. Nulla di memorabile. Proprio per questo non è da escludere che venga scelta come futuro singolo.
07. Peace (4.28): Il duetto fra Dave e Martin produce uno splendido inno new wave con citazioni Beatlesiane (accenno della melodia di ‘Across the Universe’). ‘Peace’ è uno dei capitoli più riusciti dell’album. Senza dubbio di grande impatto anche quando verrà proposta dal vivo. Bellissima.
08. Come Back (4.03): Il più riuscito ed ipnotico dei contributi di Gahan a quest’opera.
09. Spacewalker (1.52): Consueto intermezzo strumentale. Questa volta dall’aria retrò.
10. Perfect (4.35): Meglio il testo che l’arrangiamento. Cresce con il passare dei secondi anche se in fondo lascia un senso di incompiutezza.
11. Miles Away/The Truth Is (4.13): Terza e ultima canzone scritta da Dave Gahan. Dà la sensazione di voler catturare l'ascoltatore con un’anima blues che ripete all’infinito se stessa. Il difetto è che non sempre i propositi vengono seguiti dai fatti e il risultato resta parzialmente incompiuto.
12. Jezebel (4.43): Composta e cantata da un Martin Gore in gran spolvero. Melodica e lenta quanto basta.
13. Corrupt (5.03): "I could corrupt you / it would be easy / Watching you suffer / girl, it would be easy", inizia così il capitolo finale dell’album. Un Gahan in versione crooner è anche un buon modo per accomiatarsi. Spunto ideale per riflettere sulle cose perse lungo il cammino di un lavoro atteso per quattro lunghi anni.
Copertina
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venerdì 27 marzo 2009
Depeche Mode ‘Sounds of the Universe’, la recensione in anteprima
Playlist #1
Mi è sempre piaciuto compilare playlists, scegliere tra un numero infinito di brani da usare come tessere di mosaico per creare cornici sonore che custodiscano attimi di vita. Questa che riempie il post ne è un esempio. Anche se il segreto è riuscire a fonderle perfettamente l’elenco è già di per sé indicativo. 01. Samuel Barber: 'Adagio for strings (Edit)' 02. Oceansize: 'Music for a nurse' 03. The Cure: 'One hundred years (Live in Berlin 2002)' 04. Camouflage: 'Light grey' 05. Editors: 'Push your head towards the air (Album version)' 06. Placebo feat. Michael Stipe: 'Broken promise' 07. Britney Spears: 'Everytime' 08. 65 Days Of Static: 'White peak/Dark peak' 09. Björk: 'All is full of love (Strings)' 10. Massive Attack: 'Angel (Album version)' 11. Portishead: 'Strangers' 12. Pulp: 'This is hardcore' 13. Cranes: 'Sleepwalking (Edit)' 14. Sigur Rós: 'Ára bátur'
giovedì 26 marzo 2009
Acchiappafarfalle e curve, la mia macchina del tempo a senso unico
Suuuu… e Giuuuù… inframezzati da svolte che paiono infinite. Specialmente a cavallo di due ruote. Nessuna radura. Nessun appiattimento. Le colline genovesi sono ispide e umorali come il carattere di chi le vive provando a modellarle tra lividi e sudore. Sono fortunato. Oltre a godere di un brevissimo spicchio di mondo in bianco a nero, l’infanzia l’ho vissuta al confine tra questi luoghi e la città. E’ qui che sono sparpagliati i miei primissimi souvenirs. Sensazioni tattili, miraggi. Lacrime salate di ginocchia sbucciate miste a squisiti sguardi che mai più potrò incrociare. E’ qui che, quando riesco a imbrogliare la routine, faccio perdere le mie tracce. Vietato cercarmi.
Casco in testa e via. Velocità sempre meno tirata con l’allontanarsi dal centro per risalire lungo la Valbisagno. Così si chiama il mio ‘giardino segreto che segreto più non è’ (Mr. Martin Lee Gore docet). Arrampicarsi sempre più in alto. Accarezzando borghi nei quali anche il tempo si è fermato ad oziare. Luoghi a cui nessuna guida dedicherà una sola goccia di inchiostro. Paesaggi dai tratti immobili. Dagli spigoli incomodi quanto basta per tenere a bada l’avidità degli speculatori edilizi.
Ziiig… Zaaag… “Per evitare le buche più dure”, come direbbero Mogol e lo spirito inquieto di Battisti. Pneumatici impolverati a lisciare l’asfalto. Traiettorie dolci. Sinuose come labbra. Come polpastrelli che sfiorano colli e curve di ragazze. Da bambino la strada si faceva in bicicletta. Oh issa! Destra… Sinistra… Pedalate ingorde e sbuffanti per scoprire cosa c’era dietro l’ennesimo tornante. Poi l’indolenza ha preso il sopravvento. Anche lei complice di doveri che svuotano i minuti rendendo le memorie sfuggenti come farfalle in mise sgargianti o in sfumature grigiastre. Tenere l’acceleratore al minimo usando occhi e anima come retine per acchiapparle e riviverle solo un istante, dato che - fortunatamente - le magie non possono durare oltre. E’ così che funziona la mia macchina del tempo dalla retromarcia incastrata. A volte i ricordi s’impigliano nella rete, a volte passano attraverso le sue maglie. Magari indifferenti, comunque preziosi. La pista procede incostante. Quasi deserta. Da un lato la verde spalla ingobbita della collina. Dall’altro l’impressione d’abisso della vallata sottostante. Con l’aria a penetrare nelle narici per mantenere riflessi desti e freni caldi. Nessun vero rettilineo. Nessuna vera pausa. Il bello è anche questo. La salita si fa immediatamente discesa. Ripida come la vita. Sempre a portata di nervi. Sino a quando la strada smette di fare la scorbutica per accompagnare docilmente il corso del torrente. Più avanti un cartello stradale retrò con una parola stampata in maiuscolo spiega tutto: ‘GENOVA’. Un'involontaria dichiarazione d'indipendenza. Come se la metropoli questi angoli non fosse ancora riuscita a fagocitarli. Schiena voltata a una toponomastica che, da decenni, si ostina scioccamente a sostenere il contrario. Bene così. Anche questa è resistenza.
domenica 22 marzo 2009
Promossi & Bocciati di Genoa-Udinese 2-0: Palladino regala magie, Sanchez croce e delizia
Questi sono i migliori e i peggiori calciatori di Genoa-Udinese, gara intensa e terminata 2-0 grazie alle reti segnate nella ripresa da Sculli 14' e Milito 48'.
Palladino: Stavolta è lui l'uomo della partita. Non sarà ricordato dagli statistici per la mancata presenza sui tabellini, ma la sua prestazione resterà a lungo impressa nella memoria dei tifosi genoani. E non solo per gli splendidi assist che hanno determinato il ricco risultato finale. Voto 7.5.
Sculli: I suoi peccati di eccessivo di egoismo se li fa perdonare con un colpo di testa che vale il vantaggio. Assolto con formula piena. Voto 7.
Bocchetti: Il 22enne difensore rossoblu è fra le rivelazioni del campionato. Se n'è accorto anche Lippi che lo ha preso in considerazione per le prossime gare degli azzurri. Gioca con il consueto ordine provando anche a cercare il bersaglio grosso costringendo il portiere avversario a compiere un prodigio. Maturo. Voto 7.
Sanchez: Da migliore a peggiore in campo. Gioca una delle sue partite più belle da quando è in Italia. Dimostra di saper fare reparto anche quando i suoi compagni appaiono in difficoltà. Propositivo e tecnicamente molto valido. Ma poi si fa cacciare scioccamente per proteste. Voto 5.
Rossi: Il capitano rossoblu lotta come un leone tornando spesso indietro per dare manforte ai compagni del reparto difensivo. Purtroppo per lui un'ammonizione rimediata al 33, trattenuta su Sanchez, lo costringerà a saltare la per squalifica la prossima trasferta a Reggio Calabria. Voto 6.5.
Koprivec: Che dopo appena 5' fosse chiamato a dare il suo contributo il portiere Ceco non lo avrebbe immaginato neppure nei suoi sogni più intimi. Bocchetti lo mette immediatamente alla prova e lui scatta come una molla. Bravo e sostanzialmente incolpevole in occasione dei gol subiti. Voto 6.5.
Milito: Proprio mentre ha già le valige pronte per volare da Maradona, il Principe vive un pomeriggio d'affanno sbagliando anche cose semplici. Ma il lignaggio conta e non smentisce la sua fama di bomber mettendo a segno il sedicesimo centro stagionale che vale il 2-0. Voto 6.
Trefoloni: Svolge il suo ruolo di 4° uomo alla perfezione. Non solo bada tenere a freno le reazioni di tecnici e componenti della panchina, ma coadiuva in maniera costante il lavoro dell'arbitro Ayroldi consentendogli di fare un'ottima figura. Voto 7.
[Articolo per Goal.com del 22 marzo 2009]
Genoa-Udinese 2-0: A Marassi risuona la marcia Champions! Ma che fatica...
Rossoblu alla seconda vittoria consecutiva. Buona prova dell'Udinese che chiude in dieci per l'espulsione di Sanchez a metà ripresa.
Grazie alle reti di Sculli e Milito il Genoa batte 2-0 l'Udinese dopo una prestazione altalenante. Soprattutto nel primo tempo i padroni di casa hanno dato l'impressione di giocare zavorrati dalla responsabilità di mantenere un passo spedito verso un posto in Champions. l'Udinese, in dieci dal 27' della ripresa per l'espulsione di Sanchez, ha offerto una prova gagliarda non parendo risentire della recente trasferta russa.
Si gioca – Le prime scaramucce sono conclusioni a lato di Sculli e Floro Flores. Dopo 5' Handanovic si procura un infortunio muscolare e deve lasciare il campo a Koprivec costretto a mettersi in evidenza già al 7' per alzare sulla traversa un forte tiro di Bocchetti, sugli sviluppi di una punizione dal limite. L'Udinese è viva e all'11' Sanchez chiama Rubinho all'intervento in tuffo. Il Grifone appare contratto. Merito anche dei friulani in moto perpetuo al momento di costruire e saldamente reattivi quando occorre difendersi.
La ripresa comincia con un'uscita di Rubinho a sventare un insidioso cross d'angolo di D'Agostino. Occasione seguita da quella propiziatasi da Pasquale che non è fortunato in diagonale. Al 6' Olivera rileva Rossi. Un manciata di secondi dopo Sculli pecca di egoismo e, invece di servire tre compagni liberi a centro area, calcia addosso al portiere. Al 14' Palladino fugge sulla sinistra e crossa al centro per Sculli che, di testa, scavalca Koprivec e manda la sfera nel sacco. Poi Gasperini lo sostituisce con Sokratis. Marino inserisce Quagliarella per Zimling per dare ulteriore spinta. Ma al 27' Sanchez reclama in maniera troppo colorita un fallo e Ayroldi lo espelle. Nel finale c'è spazio anche per Di Natale, dentro al posto di Isla. Al 36' Olivera prova la conclusione dal limite, fuori sulla destra. Nonostante l'uomo in meno l'Udinese gioca bene. Tuttavia, nell'ultimo dei quattro minuti di recupero, Palladino torna ad essere protagonista suggerendo ancora alla perfezione per Milito che sigla il definitivo 2-0.
La chiave – Anche oggi il Genoa è letale nella ripresa. Non è un caso che 31 delle sue 39 reti segnate in campionato siano giunte nel secondo tempo. Stavolta a fare la differenza è stato soprattutto il coraggio di Gian Piero Gasperini che ha affrontato il ritorno dagli spogliatoi con 4 punte per poi gestire saggiamente il risultato dopo l'1-0.
La chicca – Quando al 14' e al 48' della ripresa Palladino accende i motori per affondare sulla sinistra e crossare in mezzo, è palpabile la sensazione che possa scaturire qualcosa di importante. La conferma la danno Sculli e Milito segnando due preziosissime reti.
Top&Flop – Palladino cresce con il passare dei minuti. Nella ripresa è una spina nel fianco destro friulano. Serve a Sculli il pallone del vantaggio e a Milito quello del raddoppio.
Sanchez conferma di essere tornato quello di inizio stagione. Crea spazi e palle gol in buon numero. Potrebbe fare la differenza se solo la testa calda non lo tradisse: proteste esagerate ed evitabili che gli costano un cartellino rosso sacrosanto.
TABELLINO:
GENOA-UDINESE 2-0 (primo tempo 0-0)
MARCATORI: 14' st Sculli, 45+3' st. Milito.
GENOA (3-4-3): Rubinho 6.5; Biava 6.5, Ferrari 7, Bocchetti 7; Rossi 6.5 (dal 6' st Olivera 6.5), Milanetto 6.5 (dal 46' st Modesto sv), Juric 6, Criscito 6; Sculli 7 (dal 21' st Sokratis 6), Milito 6, Palladino 7.5. (Lamanna, Terigi, Costantini, Ferraro). All. Gasperini 7.
UDINESE (4-3-3): Handanovic sv (dal 5' pt Koprivec 6), Zapata 5.5; Domizzi 6, Felipe 6.5, Pasquale 7; Asamoah 6, D'Agostino 6.5, Zimling 6.5 (dal 21' st Quagliarella 6); Isla 6 (dal 35' Di Natale sv), Floro Flores 6.5, Sanchez 5. (Sala, Obodo, Inler, Pepe). All. Marino 7.
ARBITRO: Ayroldi di Molfetta 7.
ESPULSO: Dal 27' st Sanchez (U).
AMMONITI: Felipe (U), D'Agostino (U), Rossi (G), Domizzi (U), Bocchetti (G), Zapata (U).
RECUPERI: 3' p.t.; 4' s.t.
[Articolo per Goal.com del 22 marzo 2009]
sabato 21 marzo 2009
QPR-Bristol City 2-1: Taarabt accende i rimpianti dei Rangers e frena le ambizioni del Bristol
La seconda vittoria casalinga nell'arco di tre giorni coincide con la più bella prestazione del QPR nell’èra-Sousa. 2-1 il risultato che passa agli archivi, score maturato nella seconda parte del match. E’ Taarabt, all’81’, a risolvere il precedente botta e risposta fra Lopez (65’) e McIndoe (77’).
I Rangers scendono in campo senza timidezze e, finalmente, con la personalità di chi non ha intenzione di fare sconti. Basso, portiere brasiliano del Bristol, è così costretto a lavorare duro. Specialmente quando a caccia della sua imbattibilità vanno Di Carmine e Alberti che ne mettono più volte alla prova i riflessi. Il Bristol fatica ad abbozzare reazioni degne di questo nome. Ma all’intervallo si arriva a reti bianche.
Al rientro dagli spogliatoi c’è Routledge al posto di Alberti. Gli ospiti si presentano nell’area di casa già al 48’; il colpo di testa ravvicinato di Adebola fa sudare freddo Cerny ma non ha effetti letali. Gli attimi successivi dimostrano che si tratta solo di una parentesi. Il predominio territoriale, infatti, viene ben presto ripreso dal QPR che dal 60’ schiera Helguson al posto di Connolly. La mossa è vincente. Nell’arco di una manciata di minuti i padroni di casa guadagnano un paio di punizioni interessanti. La seconda, battuta al 65’ da Lopez, vede la sfera infilarsi nell’angolino alto sinistro con una traformazione da 25 metri. Helguson potrebbe mettere in ghiaccio il match dopo 4’. L’occasione è tanto ottima quanto impreciso il suo tiro. Poi, mentre Lee Johnson tenta senza fortuna di sorprendere Cerny, Sousa matura l’idea di sositituire Di Carmine con Cook e, al 77’, il Bristol perviene al pareggio: Sproule serve McIndoe che riceve e, senza pensarci su, segna. La reazione dei padroni di Loftus Road è immediata. 81’, Delaney offre un assist per Taarabt, il diciannovenne marocchino (da soli 8 giorni arrivato in prestito dal Tottenham) non spreca la chance e sigla il definitivo raddoppio. Il tecnico dei Robins Gary Johnson caccia nella mischia Elliott e Styvar per Lee Johnson e Sproule. E’ però Routledge, in pieno recupero, ad andare vicinissimo al goal. A negarglielo è uno strepitoso intervento di Basso.
Nonostante questo secondo successo consecutivo, la distanza degli Hoops dal primo posto utile della zona playoff rimane inalterata: 7 lunghezze dal Cardiff che al momento ha però ancora tre gare da recuperare. Brutta battuta d’arresto per il Bristol che, fermatosi a 58 punti, spreca un’ottima opportunità per avvicinarsi ai gallesi.
TABELLINO:
QPR: Cerny, Delaney, Connolly (Helguson 61), Ramage, Gorkss, Leigertwood, Lopez, Alberti (Routledge 46), Ephraim, Taarabt, Di Carmine (Cook 73).
Subs Not Used: Mahon, Vine.
Booked: Taarabt.
Goals: Lopez 65, Taarabt 81.
Bristol City: Basso, Orr, McAllister, Fontaine, McCombe, McIndoe, Skuse, Sproule (Styvar 86), Johnson (Elliott 86), Adebola, Maynard.
Subs Not Used: Henderson, James Wilson, John.
Booked: Adebola, Basso.
Goals: McIndoe 77.
Att: 14,059.
Ref: Grant Hegley (Hertfordshire).
venerdì 20 marzo 2009
‘Battle for the Sun’, l'atteso ritorno dei Placebo!
Si intitola ‘Battle for the Sun’ il nuovo album dei Placebo in uscita l’8 giugno. In questi giorni chi vuole “assaggiarne” una fetta può farlo collegandosi a QUESTO LINK del sito ufficiale, registrarsi e scaricarsi gratuitamente l’omonimo brano, mentre il primo singolo sarà 'For What It's Worth'. E’ un regalo che Brian Molko e i suoi compagni di ventura fanno ai propri fans.
Il sesto lavoro della band è stato registrato in tre mesi a Toronto, nello studio del produttore Dave Bottrill (scelto soprattutto per quanto realizzato con i Tool), dove i Placebo hanno operato per tre mesi insieme a James Brown, già ingegnere del suono per ‘Meds’. Il disco è stato poi mixato a Londra dall’esperto Alan Moulder, noto per aver lavorato con Depeche Mode, Smashing Pumpkins, Nine Inch Nails e My Bloody Valentine.
In ‘Battle for the Sun’ le percussioni sono affidate al californiano Steve Forrest (ex-membro degli Evaline), sostituto di Steve Hewitt batterista dei Placebo dai 1996 al 1 ottobre 2007 ed estromesso dopo pesanti contrasti sorti nel corso del massacrante tour promozionale di ‘Meds’, pubblicato nel 2006. Inamovibile è invece il bassista e tastierista svedese Stefan Olsdal. Questo avvicendamento non è l’unica novità. Dopo la conclusione del rapporto con la Virgin, i Placebo hanno deciso di autofinanziarsi affidando a diverse etichette indipendenti - in Europa sarà la PIAS - la distribuzione di ‘Battle for the Sun’. Questo nuovo lavoro verrà realizzato in diversi formati: CD, edizione limitata CD+DVD, download, vinile e Deluxe Box Set a tiratura limitatissima le cui prime 500 copie ordinate attraverso il sito ufficiale saranno autografate dai membri del gruppo. Inoltre, un cofanetto per ogni continente avrà incluso un pass d’oro che permetterà al fortunatissimo di godere di privilegi assolutamente unici.
Il carismatico Brian Molko ha così definito ‘Battle for the Sun’: "Abbiamo fatto un disco che parla di scelte di vita, di scegliere di vivere, di uscire dall'oscurità e andare verso la luce. Questo non vuol dire necessariamente dimenticarsi del buio - anche perchè il buio esiste, c'è, è essenziale, è parte di quello che siamo - ma di scegliere di stare comunque dal lato della luce del sole". "Sono molto ottimista riguardo al futuro", conclude Brian. "Sono in un momento positivo per la mia mente, quello che vedo è eccitante."
Questa è la tracklist di 'Battle for the Sun":
01. Kitty Litter
02. Ashtray Heart
03. Battle For The Sun
04. For What It's Worth
05. Devil In The Details
06. Bright Lights
07. Speak In Tongues
08. The Never-Ending Why
09. Julien
10. Happy You're Gone
11. Breathe Underwater
12. Come Undone
13. Kings Of Medicine
mercoledì 18 marzo 2009
QPR-Swansea 1-0: Leigertwood e Cerny tengono accesa la speranza
Un’inzuccata di Leigertwood alla mezz’ora consente ai Rangers di riassaporare il gusto del successo dopo un’astinenza di dieci gare. Lo Swansea parte con una fiammata di Gomez al 6’, destro parato da Cerny, ma gioca con poca scioltezza recuperando terreno nella ripresa senza riuscire a pervenire al pareggio. Nei primi quarantacinque minuti il QPR trova lo specchio della porta una sola volta. Ma lo fa in maniera letale: calcio di punizione dalla destra di Lopez per Leigertwood che si avventa sulla palla e, da pochi metri, la insacca di testa alle spalle di De Vries. Poi i londinesi hanno il merito di non sfilacciarsi e di tenere il campo con buona autorità.
Nella ripresa i gallesi partono con il piglio giusto. Già nel primo minuto Pintado e Butler sparano a rete, il primo addirittura dando la sensazione di colpire a botta sicura, Cerny è bravissimo. I padroni di casa impegnano il portiere avversario solo al 56’ su iniziativa di Ephraim badando soprattutto alla gestione del risultato. La gara non è bella ma rimane intensa. Soprattutto per merito degli sforzi profusi dai ragazzi di Martinez che ci provano sino all’87’ con un tiro di Rangel. Stasera finalmente la sorte decide di baciare in fronte Paulo Sousa. Loftus Road torna a riempirsi di sorrisi. Non accadeva dal 21 dicembre scorso. Se l’inversione di rotta è reale o illusoria potremo capirlo già sabato prossimo quando i Rangers ospiteranno il Bristol City reduce dal pari interno con il Cardiff. Nel frattempo gli Hoops guadagnano terreno sui “top six” ora distanti 7 lunghezze.
TABELLINO:
QPR: Cerny, Gorkss, Ramage, Hall (Delaney 83), Connolly, Leigertwood, Lopez (Miller 87), Alberti, Taarabt, Ephraim, Di Carmine (Helguson 74).
Subs Not Used: Vine, German.
Booked: Leigertwood.
Goals: Leigertwood 30.
Swansea: De Vries, Williams, Monk, Serran, Rangel, Pratley, Gomez (Dyer 62), Allen (Britton 87), Butler, Pintado (Scotland 69), Bauza.
Subs Not Used: Orlandi, Collins.
Booked: Pratley.
Att: 12,288.
Referee: Graham Horwood (Bedfordshire).
domenica 15 marzo 2009
'Noi Sampdoriani' e il mio pronostico sul risultato di Sampdoria-Roma. Mi sa che Astra rimanderà la mia assunzione... :)
Sul numero odierno di 'Noi Sampdoriani', distribuito in occasione della gara Sampdoria-Roma, è stato pubblicato un mio pronostico sul risultato finale del match disputato al Ferraris. Hemmmm... come al solito ho "pagato" l'eccesso di ottimismo considerato che avevo previsto una vittoria per 2-1 dei blucerchiati con reti di Cassano e Palombo. Alla fine la gara è terminata 2-2, decisa da doppiette di Pazzini e di Julio Baptista. Mi sa proprio che non avevo fatto i conti con le ingenuità di Padalino (evitabile fallo da rigore su Tonetto che ha generato il pari) e l'esperienza dell'arbitro Rosetti. Sarà per la prossima volta. Sempre che il collega Andrea Bazzurro voglia rimettermi alla prova... Nel frattempo mi sa proprio che in queste ore la direzione di Astra stia congelando la mia possibile assunzione... :)
sabato 14 marzo 2009
Cagliari-Genoa 0-1: Ci pensa "El Pollo" ad alimentare il sogno-Champions
Dopo un gol annullato ingiustamente, l’uruguaiano sigla il gol- vittoria all’85’. In precedenza Diego Lopez e Milito venivano fermati dai legni. Espulso Cossu al 38’. Il Grifone espugna il Sant'Elia dopo 35 anni!
Un gol di Olivera a cinque minuti dal termine regala tre preziosissimi punti al Genoa. Ottima prova del Cagliari che, nonostante l’inferiorità numerica per un’affrettata espulsione di Cossu al 38’, tiene bene il campo sino alla fine.
In campo – Allegri deve rinunciare gli infortunati Pisano e Parola ma ritrova Matheu reduce da squalifica. A centrocampo Biondini e Fini si sistemano ai lati di Conti con Jeda dietro la coppia Jeda-Acquafresca. Dall’altra parte, senza Biava, Ferrari e Thiago Motta fermati dal giudice sportivo, Gasperini affida la difesa ai giovanissimi Papastathopoulos, Bocchetti e Criscito sostenuti sulla destra dall’esperienza di Rossi. Regia affidata a Milanetto. Trio offensivo composto da Milito supportato ai lati da Sculli e Jankovic.
Si gioca – Dopo un paio di occasioni fallite di poco da Mesto (8’) e Milito (17’) è il Cagliari a crescere lavorando ai fianchi il Grifone. Al 35’ una punizione dalla sinistra di Fini consente a Diego Lopez di correggere di testa ma la palla viene respinta dal palo. Tre minuti più tardi Gervasoni appare eccessivamente severo con Cossu a cui, già ammonito, sventola un secondo giallo per un veniale fallo da dietro su Juric.
Nella ripresa, nnostante l’inferiorità numerica il Cagliari non rinuncia a fare il proprio gioco. Il Genoa controlla e riparte in maniera sempre più insistente. Dopo un provvidenziale recupero di Agostini su Jankovic, al 16’ è Fini a sfiorare il gol su tiro franco deviato a fil di montante da Juric appostato in barriera. Dopo la sostituzione di Mesto con Olivera è Milito a servire in profondità Sculli anticipato da Marchetti in uscita. Al 20’ ad Olivera viene annullato un gol per un inesistente fuorigioco. E’ il 7° centro stagionale annullato ingiustamente al Genoa. Subito dopo Matri rileva Acquafresca. Al 22’ un sinistro di Sculli sorvola di pochissimo l’incrocio. Trascorrono pochi secondi e Marchetti deve mettere i pugni per disinnescare un destro dalla distanza di Jankovic. Gasperini vuole approfittare della superiorità numerica. Entra Palladino, esce Rossi. Dall’altra parte Lazzari rileva Biondini. Alla mezz’ora Modesto sostituisce Sculli. La gara resta vibrante. Olivera destro a lato sulla sinistra del portiere. Ma al 35’ è Rubinho a salvare il risultato su Fini libero di calciare in porta. Poi in contropiede Milito fa tutto bene ma, invece di piazzare la palla, calcia di potenza scheggiando la traversa. E’ il preludio del vantaggio genoano: cross dalla destra di Palladino e schiacciata di testa di Olivera. La reazione del Cagliari è immediata ma Rubinho è strepitoso su Lazzari che batte a colpo sicuro.
La chiave – Nella sfida tra due ottimi tecnici come Allegri e Gasperini la differenza viene fatta dalle individualità. Il genoano ha più frecce al proprio arco e, al momento di imbastire l’assedio, si dimostrano letali. Non è un caso che la rete sia stata confezionata da due subentrati: Palladino e Olivera.
La chicca – Il palo del Cagliari sempre proprio frutto di uno schema: punizione tesa, colpo di testa indietro affidato a un difensore salito all’occorrenza, e palla a cercare compagni liberi sul secondo palo.
Top & Flop – La difesa del Genoa regge degnamente anche senza le importanti assenze. Se Milanetto sopperisce egregiamente alla mancanza di Thiago Motta, altrettanto bene si comporta Olivera chiamato a fare l’uomo della provvidenza. Ottime anche le prestazioni di Rubinho e Marchetti. I due portieri sono praticamente perfetti. Specialmente nella ripresa quando ogni leggerezza potrebbe costare carissima.
Un’espulsione affrettata, quella di Cossu, e una rete annullata per errore, quella messa a segno nella ripresa da Olivera. Per Gervasoni non si può parlare di pomeriggio impeccabile.
TABELLINO:
CAGLIARI-GENOA 0-1 (primo tempo 0-0)
MARCATORE: 40' st Olivera
CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti 7, Matheu 6 (dal 43’ st Ragatzu sv), Diego Lopez 6, Canini 6, Agostini 6.5, Fini 7, Conti 6.5, Biondini 6.5 (dal 26’ st Lazzari 6.5), Cossu 6, Jeda 6, Acquafresca 5.5 (dal 21’ st Matri 6). (Lupatelli,Bianco, Astori, Mancosu). All. Allegri 7.
GENOA (4-3-3): Rubinho 7, Papastathopoulos 6.5, Bocchetti 7, Criscito 6.5, Rossi 7 (dal 26’ st Palladino 7), Juric 7, Milanetto 6.5, Mesto 6 (dal 17’ del st Olivera 7), Sculli 6 (dal 31’ st Modesto sv), Milito 6.5, Jankovic 6. (Scarpi, Terigi, Parfait, El Shaarawi). All. Gasperini 7.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova 5.
ESPULSO: Al 38’ Cossu (C) per doppia ammonizione.
AMMONITI: Milanetto (G), Jankovic (G), Milanetto (G), Mesto (G), Olivera (G).
RECUPERI: 0' p.t.; 5' s.t.
[Articolo per Goal.com del 14 marzo 2009]
Southampton-QPR 0-0: La paura regala un punticino che non serve a nessuno
Zero a zero. In quasi tutto. Nella sfida del St. Mary tra Southampton e QPR a vincere è solo la paura di perdere. Molta confusione in campo e risultato finale che non serve a dare una sterzata al cammino delle due squadre.
Primo tempo senza eccessivi sussulti. Saints, costretti a prendere l’iniziativa per necessità di sopravvivere, Rangers in campo per dimostrare a se stessi di essere ancora in grado di conquistare 3 punti in 90 minuti. I padroni di casa potrebbero esultare giù dopo 100 secondi: Euell spreca da una decina di metri. La reazione ospite è poco efficace. Così come poca è la sostanza mostrat da entrambe le compagini. Soprattutto in fase di finalizzazione. Per assistere ad una vera concusione nello specchio della porta occorre quindi attendere il 36’. Merito di Ephraim che impegna Davis. Quattro minuti dopo è Cerny a mettersi in moto su iniziativa del solito mobilissimo Euell.
Anche nella ripresa penetrare nei sedici metri appare impresa ardua. Leigertwood prova così un improbabile tiro da lontano al 49’. Poco dopo James e McGoldrick rimediano il giallo a seguito di un paio di interventi nervosi. Stessa sorte che capita a Stewart. Di gioco i circa 19 mila del St. Mary ne vedono poco o nulla. A metà ripresa Sousa sostituisce Miller con German. Wotte risponde inserendo Thomson e Wright-Phillips per Lallana e Saganowski. Gli esperimenti proseguono con Taarabt per Ephraim. All’80’ German, da posizione favorevole, potrebbe lasciare il segno ma il suo colpo di testa termina a lato. Un lampo nella semi oscurità replicato allo scadere da Taarabt.
TABELLINO:
Southampton: Davis, James, Saeijs, Perry, Skacel, Lallana (74 Thomson), Gillett, McGoldrick, Surman, Euell, Saganowski (77 Wright-Phillips).
Subs not used: Forecast, Wotton, Liptak.
Booked: James, McGoldrick.
QPR: Cerny, Ramage, Stewart, Gorkss, Connolly, Ephraim, Miller (71 German), Lopez (87 Mahon), Leigertwood, Routledge, Blackstock.
Subs not used: Hall, Alberti.
Booked: Gorkss, Stewart.
Att: 18691
Ref: Mike Jones.
giovedì 12 marzo 2009
Prostituzione intellettuale: l’italico giornalismo, 65° al mondo, fra potere e zelanti lacchè
In Italia non si danno notizie, si elargiscono e impongono opinioni di parte sorrette da interessi personali e da impudiche prostrazioni. Uno sputo sull’articolo 21 della Costituzione. Per accorgersene è sufficiente frequentare conferenze stampa, sfogliare un qualsiasi giornale o prestare orecchio ad un qualunque programma radio-tv. Se non bastasse l’esperienza diretta, ad avvalorare la mia opinione provvede l’ultima analisi sulla libertà di stampa nel 2008 effettuata dalla Freedom House e scaricabile QUI. Nel ranking mondiale, dove i più virtuosi sono gli scandinavi, la "democraticissima" Italia si piazza al 65° posto. Dietro paesi come Giappone, Lituania, Belize, Suriname, Israele e Sud Africa. Appena un gradino sopra Cile e Corea del Sud. La statistica appare più eloquente considerando che in Europa siamo desolatamente penultimi. Solo in Turchia stanno peggio.
‘Prostituzione intellettuale’: così pochi giorni fa il giornalismo italiano veniva definito da José Mourinho, milionario portoghese di passaggio a Milano per rimpinguare i conti in banca e l’armadio delle sue vanità. Difficile smentirlo. Più semplice applaudirlo. Sorridendo a labbra storte per aver avuto l’ardire di sbattere la sua opinione in faccia agli stessi media che l’attività di meretricio dell’intelletto la svolgono a favore della società che lo sta retribuendo. Strano che nessuno glielo abbia fatto notare, vero? L’episodio conferma che per essere geni non occorre per forza essere originali. Già oltre un secolo e mezzo prima Honoré de Balzac considerava i giornali “bordelli del pensiero”. Recentemente Marco Travaglio, in maniera più sottile, così descriveva l’attuale situazione: “Se in America il giornalismo è il cane da guardia del potere, in Italia è il cane da compagnia. O da riporto”. Tuttavia, come sosteneva il Maestro Indro Montanelli, “la servitù in molti casi non e' una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi”. Il lato drammatico dell’attuale panorama nazionale è che questa categoria raccoglie sempre più proseliti. E, cosa ancor peggiore, assolutamente gratis.
Depeche Mode, il testo (e traduzione) di 'Wrong'
Ecco il testo - con allegata traduzione - di 'Wrong', primo singolo scelto dai Depeche Mode per lanciare il nuovo album 'Sounds of the Universe' in uscita il prossimo 20 aprile. 'Wrong', il cui promo cd contenente 9 tracce è già stato distribuito agli addetti ai lavori, sarà in vendita dal 6 aprile ma sin da ora iTunes ne offre il download ufficiale.
WRONG
I was born with the wrong sign
In the wrong house
With the wrong ascendancy
I took the wrong road
That led to the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Wrong
Wrong
There’s something wrong with me chemically
Something wrong with me inherently
The wrong mix in the wrong genes
I reached the wrong ends by the wrong means
It puts the wrong plan
In the wrong hands
With the wrong theory for the wrong man
The wrong lies, on the wrong vibes
The wrong questions with the wrong replies
Wrong
Wrong
I was marching to the wrong drum
With the wrong scum
Pissing out the wrong energy
Using all the wrong lines
And the wrong signs
With the wrong intensity
I was on the wrong page of the wrong book
With the wrong rendition of the wrong hook
Made the wrong move, every wrong night
With the wrong tune played till it sounded right yah
Wrong
Wrong
Too long
Wrong
I was born with the wrong sign
In the wrong house
With the wrong ascendancy
I took the wrong road
That led to the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Wrong
SBAGLIATO
Sono nato con il segno sbagliato
nella casa sbagliata
con l’ascendenza sbagliata
ho preso la strada sbagliata
che portava a tendenze sbagliate
ero nel posto sbagliato al momento sbagliato
per la ragione errata e la rima sbagliata
nel giorno sbagliato della settimana sbagliata
ho usato il metodo sbagliato con la tecnica sbagliata
Sbagliato
Sbagliato
C’è qualcosa che non va in me dal punto di vista chimico
qualcosa di sbagliato di intrinseco a me
il mix sbagliato nei geni sbagliati
ho raggiunto il fine sbagliato con i mezzi sbagliati
è stato un piano sbagliato
nelle mani sbagliate
con la teoria sbagliata per l’uomo sbagliato
le bugie sbagliate, sulle vibrazioni sbagliate
le domande sbagliate con le risposte sbagliate
Sbagliato
Sbagliato
Stavo marciando con il tamburo sbagliato
con la schiuma sbagliata
a prendere in giro l’energia sbagliata
usando tutte le linee sbagliate
e i segni sbagliati
con l’intensità sbagliata
ero nella pagina sbagliata del libro sbagliato
con la sbagliata interpretazione del gancio sbagliato
ho fatto la mossa sbagliata, ogni notte sbagliata
con il suono sbagliato finchè divenne corretto, yeah
Sbagliato
Sbagliato
Troppo lungo
Sbagliato
Sono nato con il segno sbagliato
nella casa sbagliata
con l’ascendenza sbagliata
ho preso la strada sbagliata
che portava a tendenze sbagliate
ero nel posto sbagliato al momento sbagliato
per la ragione errata e la rima sbagliata
nel giorno sbagliato della settimana sbagliata
ho usato il metodo sbagliato con la tecnica sbagliata
mercoledì 11 marzo 2009
Oscar Wilde vs. Queen Victoria, l’Old Bailey apre i suoi archivi: i processi, le trascrizioni e le sentenze della guerra fra Oskey e l'Inghilterra
Originali, dettagliate, con copia autentica a fronte. Le sentenze dei tre processi che nel 1895 hanno portato alla rovina Oscar Wilde sono ora online e consultabili gratuitamente. Cliccando QUI, ad esempio, e possibile vedere la pagina nella quale è stampato il verdetto di colpevolezza che lo condanna a due anni di lavori forzati per il reato di omosessualità. A proporre l’intero, preziosissimo, materiale è il sito ufficiale dell’Old Bailey (www.oldbaileyonline.org), la cui pubblicazione in rete è affidata allo Humanities Research Institute. E’ il risultato di un progetto a cui lo storico tribunale londinese ha aderito congiuntamente alle università britanniche di Sheffield e Hertfordshire e alla Open University. Attualmente l’archivio di oltre 110 mila pagine raccoglie 197.745 atti di processi andati in scena nella principale corte di giustizia inglese dal 1674 al 1913. Chi fosse interessato alle trascrizioni letterali dei processi che hanno coinvolto Oscar Wilde può invece rivolgersi a QUESTO LINK realizzato da Douglas O. Linder e ospitato nel sito della University of Missouri-Kansas City (UMKC) School of Law. Si tratta di un complemento indispensabile per conoscere a fondo gli eventi.
“Finora gli atti erano accessibili solo a un ristretto numero di storici” ha dichiarato Tim Hitchcock, co-direttore del progetto che coinvolge l’Old Bailey, “ma d'ora in poi tutti potranno leggere e studiare quelle carte. Dalle storie di omicidi alle violenze, dai piccoli furti ai borseggi, sarà possibile conoscere i dettagli su ogni tipo di crimine passato davanti alla corte di Old Bailey dal 1674 al 1913”. Il sito è già stato definito come la più ampia fonte di informazioni sulla vita degli inglesi mai pubblicata.
martedì 10 marzo 2009
Doncaster Rovers-QPR 2-0: Gli Hoops non sanno più vincere
Un’altra battuta d’arresto. La quarta nelle ultime otto gare dalle quali la squadra di Paulo Sousa ha raccolto la miseria di soli quattro pareggi. Nel Keepmoat Stadium di Doncaster il QPR cede 2-0 per una sfortunata autorete di Stewart al 23’ e un goal di Heffernan al 30’. La reazione ospite, basata più sui nervi che sull’effettiva organizzazione di gioco, non produce effetti concreti. Questo successo consente ai Rovers di agguantare in classifica i londinesi.
Il QPR si presenta nella tana del Doncaster con il piglio di chi vuol ben figurare. Al 9’ Di Carmine prima e Blackstock poi prendono di mira il bersaglio grosso, ma Mills e Sullivan intercettano la palla. E’ sempre il capocannoniere degli Hoops a provarci dieci minuti dopo incornando a lato. I padroni di casa si fanno vedere raramente dalle parti di Cerny ma per passare in vantaggio non devono neppure calciare in porta. A permetterglielo è infatti un’autorete di Damion Stewart che devià nella propria rete un lancio di Mills. Quando poi alla mezz’ora i Rovers ci provano seriamente riescono ad ottenere persino il raddoppio: troppo agevole per Heffernan correggere di testa un corner che Woods fa piovere dalla sinistra. La stessa coppia ha l’occasione di concedere il bis dopo un minuto, ma la sfera esce. L’uno-due è di quelli che spinge il morale a terra. E’ anche per questo che gli ospiti faticano a ripartire in maniera convinta affidandosi a iniziative solitarie come quelle che Leigertwood spara nella parte finale del tempo.
Nella ripresa gli ingressi di Rose e Lopez, per Alberti e Gorkss, non rivoluzionano le cose. La squadra di O’Driscoll appare compatta nel difendere il risultato, quella di Paulo Sousa fatica a trovare spazi anche per la cronica incapacità di tessere trame efficaci con palla a terra. Così, dopo un intervento di Cerny su Heffernan al 59’, la prima vera risposta è una velleitaria conclusione di Di Carmine al 64’ che non sorprende Sullivan. Lo spunto dell’italiano serve comunque a dare coraggio ai suoi compagni che, poco dopo il 70’, regalano intensi minuti al portiere dei Rovers. Merito di Rose, Routledge e del solito Blackstock che cercano a ripetizione il goal dal quale tentare la risalita. Mentre al 79’ Miller rileva Leigertwood, è però Coppinger a tentare di lasciare il segno sullo score. Sul finire un altro tentativo di Di Carmine viene frustrato dal senso di posizione dello scozzese.
TABELLINO:
Doncaster: Sullivan, Lockwood, Mills, Hird, Chambers, Wellens, Wilson, Woods, Roberts, Heffernan (Hayter 86), Coppinger (Shiels 89).
Subs not used: Spicer, Price, Fairhurst.
Booked: Mills.
Goals: Steawart 23 o.g., Heffernan 30.
QPR: Cerny, Ramage, Gorkss (52 Lopez), Stewart, Connolly, Routledge, Mahon, Leigertwood (Miller 79), Alberti (52 Rose), Blackstock, Di Carmine.
Subs not used: Hall, Balanta.
Booked: Leigertwood.
Att: 10223
Ref: Colin Webster (Tyne & Wear).
Sssssshh…
Il silenzio. Hai mai provato ad ascoltarlo? Misurarlo? Annusarlo? Il silenzio svela, disegna, promette. Sa gridare più forte di mille tumulti e ammaliare come infiniti sospiri senza essere mai uguale a se stesso. E’ il silenzio a comandare da dentro ogni cosa. Si infila tra le note per farne melodia scendendo a patti col vuoto per dare un senso al tempo e alle cose. E’ luce su pensieri sgomitanti in cerca di ossigeno, il silenzio. E’ il segreto dei segreti. Perché, prima di tutti, ha capito che il posto più comodo in cui oziare è quello fra un battito e l’altro del cuore. Arrogandosi sempre il privilegio di avere l’ultima, definitiva, parola. Sssssshh...
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sabato 7 marzo 2009
QPR-Sheffield United 0-0: Rangers volenterosi e spreconi, ma quanto è bravo Kenny!
Non basta ai Rangers giocare finalmente a buoni ritmi per ottenere l’intera posta. Lo Sheffield United resiste agli assalti dei padroni di casa, in astinenza di vittorie da sette turni, aggrappandosi all’imprecisione finalizzativa dei loro avversari e alla bravura di Paddy Kenny. L’esperto portiere irlandese è il migliore in campo della sfida disputatasi a Loftus Road.
E’ dura la vita quando anche dando tutto il possibile i sogni restano ben chiusi nel cassetto. Questo è ciò che probabilmente molti supporters del QPR hanno pensato mentre il triplice fischio di Swarbrick stava mandando agli archivi lo 0-0 scaturito nella sfida contro i Blades. Duello principale del match è quello che ha visto contrapposta la fame di goal di Blackstock e l’istinto da giaguaro di Kenny. Sin dalle prime battute, 8’ e 11’, il portiere è bravo a sventare un paio di tentativi del Ranger più prolifico. La squadra di Blackwell potrebbe passare al 26’, ma Morgan va leggero sulla sfera, mentre alla mezz’ora Blackstock allontana un insidioso corner del sempre prolifico Naughton. A tenere meglio il campo sono però i ragazzi di Paulo Sousa.
L’inerzia non cambia neppure nel secondo tempo nonostante i primi impegni siano per Cerny su tiri di Montgomery al 48’ e di Webber al 55’. Pochi secondi dopo Blackstock potrebbe fare centro, ma il suo colpo di testa ravvicinato termina sul fondo. Identica sorte, al 63’, ha una battuta a rete di Alberti posizionato a una decina di metri dalla linea bianca. La risposta ospite è immediata. A provarci è Naughton, fermato da un buon intervento di Cerny. Al 74’, poco prima di lasciare il posto a Balanta, Di Carmine prova senza successo una combinazione per aprire la cassaforte di Kenny e, sul finire del match, è Lopez a cercare il jolly direttamente su punizione. Kenny è ancora reattivo.
Il QPR, ancora a secco di successi, stavolta ha almeno il conforto di aver disputato una prova soddisfacente sotto il profilo dell'impegno e della coesione fra i reparti. Lo Sheffield United, al 13esimo risultato utile consecutivo, resta con i piedi ben piantati nella zona playoff. Giusto premio per il lavoro svolto sin qui da Kevin Blackwell.
TABELLINO:
QPR: Cerny, Connolly, Stewart, Gorkss, Delaney, Lopez, Leigertwood (Ephraim 81), Miller (Alberti 54), Routledge, Di Carmine (Balanta 76), Blackstock.
Subs Not Used: Mahon, Hall.
Booked: Stewart.
Sheff Utd: Kenny, Halford, Naysmith, Morgan, Kilgallon, Howard (Ward 59), Stephen Quinn, Naughton, Montgomery, Henderson (O'Toole 81), Webber (Beattie 68).
Subs Not Used: Lupoli, Bromby.
Att: 13,718
Ref: Neil Swarbrick (Lancashire).
Promossi & Bocciati di Genoa-Inter 0-2: Ibra decisivo, Milito poco concreto
Ecco i migliori e i peggiori di Genoa-Inter. Nerazzurri vittoriosi per 2-0 grazie alle reti di Ibrahimovic al 2' e di Balotelli al quarto d'ora della ripresa. Quest'ultima assegnata dall'arbitro Morganti, su segnalazione del guardalinee Lanciano, nonostante la palla probabilmente non abbia oltrepassato la linea bianca dopo un intervento di Marco Rossi.
Ibrahimovic: Dopo soli 2' la sua pennellata con il destro si rivela tagliente come un rasoio. Così come la “spizzata” di testa per il gol fantasma di Balotelli (voto 6.5) che mette in ghiaccio il risultato. Nel recupero della prima frazione, ingannato dalla sensazione di essere in offside, spreca il più facile dei match-point. Voto 7.
Cambiasso: Probabilmente è il migliore in campo anche quando è costretto a sacrificarsi in un ruolo diverso dal solito. Classe, forza, coraggio. I nerazzurri possono festeggiare anche grazie al suo talento. Voto 7.5.
Julio Cesar: D'accordo che per fare il suo lavoro occorre avere anche i nervi saldi, ma quando il Genoa prova a far diventare una Santa Barbara il prato che ha davanti, il brasiliano si dimostra provvidenziale nel disinnescare ogni miccia. Voto 7.
Mourinho: Tre giorni fa il suo snobismo verso la Coppa Italia gli è costato l'umiliante 3-0 inflittogli dalla Samp, stavolta mette in campo una squadra degna di questo nome e le cose girano diversamente. La sorte gli fa fuori i due centrali difensivi, Materazzi e Burdisso, nello spazio di mezz'ora, ma poi lo ricompensa con gli interessi quando il guardalinee Lanciano gli convalida la rete del raddoppio nonostante la palla non sembra varcare completamente la linea bianca. Voto 6.5.
Milito: Il duello personale con Ibra lo vede soccombere. Al Principe manca il guizzo vincente e, quando sembra trovarlo, è la terna arbitrale a fargli scattare il semaforo rosso per inesistenti posizioni di offside. Voto 5.5.
Biava: Pur essendo difensore il vizietto di provarci sotto rete non gli manca. Peccato per lui che a difettargli sia il cinismo. Esemplari, nella ripresa, le due occasioni “ciabattate” a tu per tu con il portiere avversario. Voto 6.
Gasperini: Stavolta più che mai l’ordine è quello di prediligere il gioco con palla a terra per far correre di più gli avversari ed evitare contatti che potrebbero costare caro. Tra il dire e il fare c'è di mezzo la classe cristallina di molte pedine avversarie. Alla fine il conto è salato visto che, oltre all'imbattibilità casalinga, porta a casa le squalifiche dei diffidati Thiago Motta, Biava e Ferrari. Voto 6.
I tifosi genoani: Tre anni fa tornavano mestamente a casa dalla trasferta a Busto Arsizio, stavolta si sono presentati in massa con il sogno di giocarsi un posto in Champions. Nonostante lo svantaggio la Nord continua a cantare: la fedeltà fatta popolo. Voto 8.
[Articolo per Goal.com del 7 marzo 2009]
giovedì 5 marzo 2009
‘Forza Paulo Sousa!!!’, l’omaggio di Benedetta al tecnico del Queens Park Rangers
'Forza Paulo!!!', il tributo visuale che l’amica Benedetta ha dedicato a Paulo Sousa merita di essere diffuso per tutto il globo. E’ un lavoro fatto con il cuore e con capacità. Le stesse caratteristiche che qualunque tifoso del QPR desidera dal tecnico portoghese. In attesa che, come mi auguro, anche Benedetta possa costruirsi un blog nel quale condividere il suo spirito creativo e molte altre cose, la bellissima slideshow è ospitata da QPR Italia ed è visibile cliccando QUI.
Nonostante le critiche che muovo a Paulo per la recente gestione della squadra, gli va comunque dato atto di essere un’ottima persona. Il mio auspicio sincero e (in quanto tifoso) anche un po’ interessato, è che l’esperienza accumulata nella sua straordinaria carriera da calciatore - e ora in questa sua prima esperienza alla guida di un club - possano essergli utili per il futuro. Chissà, magari sempre seduto sulla panchina di Loftus Road con risultati talmente soddisfacenti da poter sfoggiare la stessa serafica espressione di quando posava come modello per Armata di Mare. Per conferma vedere (e cliccare sopra) l’immagine a corredo di questo post. :)
martedì 3 marzo 2009
QPR-Norwich 0-1: Non bastano le chiacchiere, i Rangers si inchinano anche al Norwich
Loftus Road diventa terreno di conquista anche per il Norwich, penultimo in classifica. Ai Canaries basta una rete di Bertrand al 68’ per fare suo il match. QPR a corrente alternata e ancora incapace di mostrare una personalità vincente.
Paulo Sousa propone subito lo spagnolo Lopez ed Helguson come terminale offensivo. Dall’altra parte Gunn ritrova gli infortunati Shackell e Cort. E’ proprio quest’ultimo, al 6’, a impegnare per Cerny. Le squadre partono piuttosto lunghe, limitate dall’incapacità dei rispettivi reparti centrali a filtrare adeguatamente le iniziative avversarie. La palla danza spesso dalla trequarti in avanti. L’effetto è una serie di conclusioni velleitarie da ambo le parti. Al 33’ Clingan è impreciso al momento di battere a rete. Intorno al 40’ è però Marshall, estremo difensore scozzese dei Canaries, ad essere chiamato all’intervento. Prima su un insidioso angolo di Lopez e, pochi istanti dopo, su tiro di Routledge. E’ il risultato di un crescendo del QPR che potrebbe pervenire al vantaggio prima del riposo se Leigertwood inquadrasse la porta nel minuto di recupero.
Nella ripresa i Rangers sembrano ripartire con buone intenzioni. Al 51’ Helguson si avventa su un pallone carico di speranza, ma la sua incornata si spegne a lato. La pressione sale e al 55’ è Leigertwood a chiamare all’intervento Marshall. Il Norwich si fa notare un paio di minuti più tardi con una innocua botta da lontano di Clingan. Il senso di sicurezza si rivela un boomerang per il QPR che dal 58', dopo un’altra opportunità sprecata di testa da Helguson nel cuore dell’area di rigore, abbassa i ritmi. Il Norwich trova così nuova capacità di spinta ottenendo al 68’ la rete del vantaggio grazie a Bertrand servito da Hoolahan. Paulo Sousa prova a correre ai ripari richiamando Miller per inserire Ephraim. La risposta è l’uscita dell’assistman irlandese per Gow. Al 74’ c’è spazio anche per Di Carmine al posto di Helguson. Lopez cerca di proporsi con insistenza e all’80’ Marshall è attento su una conclusione di Connolly. A questo punto però i padroni di casa appaiono in riserva e piuttosto sfiduciati. Per il Norwich arrivare vincenti al 90’ non è quindi impresa improba. Allo scadere Croft rimedia ingenuamente il secondo giallo. L’ultima volta che i Canaries tornarono a casa con i tre punti in tasca fu il 22 novembre 2008 quando espugnarono il campo del Nottingham Forest per 2-1. Per il QPR, a secco di vittorie da sei giornate, resta il rammarico di non aver dato seguito con i fatti ai molti proclami lanciati negli ultimi mesi.
TABELLINO:
QPR: Cerny, Delaney, Stewart, Leigertwood, Routledge, Blackstock, Gorkss (87 Hall), Connolly, Miller (69 Ephraim), Lopez, Helguson (74 Di Carmine).
Subs not used: Mahon, Alberti.
Norwich: Marshall, Otsemobor, Shackell, Croft, Clingan, Doherty, Hoolahan (70 Gow), Grounds, Russell, Bertrand, Cort.
Subs not used: Nelson, Carney, Lappin, McDonald.
Booked: Croft, Bertrand.
Ref: Graham Scott.
Att: 13533.
domenica 1 marzo 2009
Depeche Mode, il video di 'Wrong'
Vuoi vedere il video di 'Wrong' in alta definizione? Basta cliccare QUI. Il promo del nuovo singolo dei Depeche Mode, tratto da 'Sounds of the Universe', è stato diretto lo scorso dicembre da Patrick Daughters. L'attore principale del filmato è Julian Gross. Il video segue le tribolazioni di un uomo legato dentro un'auto che procede in retromarcia...
claudiocritelli.blogspot.com diventa partner ufficiale del Depeche Mode Digital Street Team
Da oggi claudiocritelli.blogspot.com entra ufficialmente a far parte del Depeche Mode Digital Street Team. Lo scopo è promuovere ‘Sounds of the Universe’ e i singoli tratti dal nuovo progetto musicale di Dave Gahan, Martin Gore e Andy Fletcher. Nei prossimi giorni ci saranno altre news, banners, widgets, etc.