Oscar Wilde, famoso anche per la sua abilità oratoria, amava illustrare le sue opinioni inventando vere e proprie parabole. Un giorno, ad esempio, parlando del libero arbitrio come di una illusione e del destino come qualcosa di fatale, fece a Richard Le Gallienne questa improvvisazione:
C’era una volta una calamita, e nelle sue vicinanze vivevano alcuni frammenti di limatura di ferro. Un giorno due o tre di questi frammenti metallici sentirono un improvviso desiderio di andare a visitare la calamita e cominciarono a parlare di quanto la cosa sarebbe stata piacevole. Altri frammenti lì vicino udirono questa conversazione e anche loro furono presi dallo stesso desiderio; altri ancora si unirono loro, finché tutti cominciarono a discutere la cosa. E sempre più quel vago desiderio si trasformava in un impulso irresistibile.
"Perchè non andare oggi?", disse qualcuno. Ma altri erano dell’opinione che sarebbe stato meglio aspettare l’indomani. Intanto, senza accorgersene, si erano fatti più vicini alla calamita, la quale se ne stava quieta e apparentemente incurante di loro.
E così continuavano a discutere sempre accostandosi insensibilmente alla loro vicina. E più parlavano, più sentivano cresce il loro impulso, finchè i più impazienti dichiararono che sarebbero andati quel giorno qualunque cosa gli altri decidessero di fare. Alcuni furono uditi dire che era loro dovere visitare la calamita e che avrebbero già dovuto andare da un pezzo. E, mentre parlavano, continuarono ad avvicinarsi senza accorgersi di muoversi. Da ultimo gli impazienti prevalsero, e con irresistibile impeto l’intero corpo gridò: "E’ inutile aspettare, andremo oggi, andremo subito, andremo immediatamente!". E in unanime massa si slanciarono. E in un attimo furono tutti attaccati alla calamita da ogni parte.
Allora la calamita sorrise perché i frammenti di ferro erano convinti di essere andati a farle visita di loro propria volontà.
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sabato 20 giugno 2009
Il libero arbitrio e il destino secondo Oscar Wilde
Etichette:
Letteratura,
Oscar Wilde
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