Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

domenica 24 febbraio 2013

Sampdoria-Chievo 2-0: Doriani cinici e spietati, Poli ed Eder firmano la vendetta sui veronesi

Poli con un bel diagonale (33') ed Eder in contropiede (83'), consegnano alla Sampdoria una vittoria che vale una seria ipoteca sulla tranquillità stagionale. I blucerchiati, al quinto risultato utile consecutivo, mostrano la ritrovata voglia di sacrificarsi e di lottare che sopperisce ad alcuni limiti strutturali. Il Chievo, mai rassegnato ma raramente incisivo quando è il momento per colpire, lotta per gran parte della sfida ad armi pari ma non riesce a recuperare lo svantaggio. Nella ripresa il portiere Puggioni, autore di un fallaccio su Icardi, viene solo ammonito dal debuttante Abbattista. Poli con un bel diagonale (33') ed Eder in contropiede (83'), consegnano alla Sampdoria una vittoria che vale una seria ipoteca sulla tranquillità stagionale. I blucerchiati, al quinto risultato utile consecutivo, mostrano la ritrovata voglia di sacrificarsi e di lottare che sopperisce ad alcuni limiti strutturali. Il Chievo, mai rassegnato ma raramente incisivo quando è il momento per colpire, lotta per gran parte della sfida ad armi pari ma non riesce a recuperare lo svantaggio. Nella ripresa il portiere Puggioni, autore di un fallaccio su Icardi, viene solo ammonito dal debuttante Abbattista. FORMAZIONI: 3-5-2 per Delio Rossi, sostituito in panchina da Limone, che propone Romero difeso da Rossini, Gastaldello e Costa; sistema in mezzo De Silvestri, Obiang, Krsticic, Poli ed Estigarribia; a Sansone dà il compito di agire attorno a Icardi elemento più avanzato. Si copre ben di più, Corini. Il suo 5-3-2 prevede Puggioni fra i pali; una linea arretrata formata da Frey, Andreolli, Dainelli, Acerbi e Jokic; centrocampo con Guana, Rigoni e Cofie; in attacco il debuttante Samassa fa coppia con Thereau. PRIMO TEMPO: Samp subito frizzante che costringe i clivensi a perdere almeno metà tempo prima di capire come gira il vento. Prese le misure agli avversari, la sfida si fa equilibrata senza regalare grossi spunti tranne un diagonale di De Silvestri in apertura e uno di Acerbi a ridosso della mezz'ora. Poco dopo a sbloccare il risultato è Poli che, dal limite sinistro, spazzola l'angolino opposto di Puggioni con una prodezza di destro. Guana prova subito ad agguantare il pari con un bel tentativo dalla distanza che costringe Romero alla prodezza per salvarsi in angolo. SECONDO TEMPO: Hetemaj rileva l'infortunato Dainelli, rimedia subito un giallo (che causa diffida gli costerà la squalifica) e Corini passa alla difesa a 4. Il Chievo prova a organizzarsi ma è la Samp a rendersi pericolosissima con una ripartenza di Icardi abbattuto in uscita da Puggioni. E' un intervento “killer” che per l'arbitro è meritevole solo di ammonizione. L'argentino deve poi uscire claudicante sostituito da Eder. Dopo una punizione di Sansone deviata in angolo dal portiere, gli ospiti si affidano a Luciano (dentro per Guana) e crescono costringendo spesso i doriani ad arretrare. De Silvestri, prima di essere rilevato da Mustafi, rischia intercettando in area col braccio un cross di Hetemaj. Nel finale Corini tenta il tutto per tutto inserendo la terza punta, Pellissier, al posto di Cofie. Hetemaj, sempre chiamato all'azione, spedisce oltre la traversa in mezza rovesciata l'ultima palla utile per agguantare il pareggio. A far calare il sipario, sotto la neve, pensa Eder con un contropiede strepitoso che lascia tre suoi avversari ad arrancargli dietro e la sfera alle spalle di Puggioni. CHIAVE: Sampdoria più ficcante in fase d'attacco e bravissima ad ottimizzare le opportunità costruite e capitate; Chievo colpevole di concedere troppe pause e incertezze in fase di finalizzazione. MOVIOLA: L'esordiente Abbattista della sezione di Molfetta parte molto bene nella gestione del match ma, nella ripresa, non adeguatamente supportato dai propri assistenti, ammonisce Puggioni reo di un intervento da Icardi che più da rosso di così non può essere. Successivamente lascia dubbi sorvolando su un tocco col braccio in area di De Silvestri su traversone di Hetemaj. [Articolo per Goal.com del 24 febbraio 2013]© RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 17 febbraio 2013

Genoa-Udinese 1-0: Padelli sbaglia, Kucka no, e il Grifone continua a volare

Vince ancora in casa il Genoa, e ora può tirare un lungo sospiro di sollievo nella lotta per non retrocedere. A farne le spese, seppur di misura, è una buona Udinese che paga l'aver imbastito il proprio assedio con troppo ritardo. Decide Kucka dopo 33' intensi. I rossoblù, compatti come non mai in questa stagione, sono prima bravi ad imporsi poi bravissimi a fare muro quando le folate friulane si tramutano in una bufera che porta minacce pesantissime dalle parti di Frey. Clamoroso, al 95', un errore sotto porta di Merkel. Ballardini (8 punti in 4 gare) è ancora imbattuto. Partita molto bella diretta senza sbavature da Calvarese. FORMAZIONI: Speculari 3-5-1-1 per Ballardini e Guidolin che devono rinunciare a elementi fondamentali come Matuzalem e Pinzi. I genovesi, che ritrovano il presidente Preziosi in tribuna dove non sedeva da agosto, si schierano con Frey in porta; Bovo (tornato titolare dopo il derby in sostituzione dell'influenzato Granqvist), Portanova e Manfredini in difesa; Rossi, Kucka, Tozser, Vargas e Antonelli a centrocampo; Bertolacci gioca più avanzato alle spalle di Borriello. I friulani, davanti a Padelli, presentano una linea arretrata composta da Benatia, Angella (dentro per lo squalificato Danilo) e Domizzi recuperato in extremis; mediana affidata a Basta, Pereyra, Allan, Lazzari e Pasquale; Maicosuel e Di Natale sono gli elementi più avanzati. PRIMO TEMPO: Ritmi alti punteggiati da sussulti di Vargas, Kucka e Basta dopo che lo sfortunato Lazzari (botta al ginocchio) deve cedere il campo a Badu. Il Genoa appare più volitivo e, poco dopo la mezz'ora, perviene al vantaggio con Kucka sugli sviluppi di un angolo generato da un suo destro al fulmicotone: incornata vincente approfittando di un “liscio” di Padelli. Il portiere si rifà contrastando Borriello pronto a involarsi a rete. L'Udinese prova a scuotersi con una splendida triangolazione Pasquale-Di Natale con il primo che, al volo, calcia sull'esterno della rete. Prima del riposo Maicosuel ci prova dalla distanza. SECONDO TEMPO: Una punizione a giro di Bovo chiama subito all'intervento Padelli. Lo sbilanciamento in avanti del Genoa ha lo scopo di cercare di soffocare la ricerca del pareggio da parte degli ospiti. Maicosuel, che poco prima vanifica una buona chance perdendosi in inutili arpeggi in area, viene sostituito da Muriel. Ballardini si copre inserendo Moretti per Vargas. Antonelli, lanciato da Bovo ha un guizzo che sorprende Padelli ma non inquadra la porta. L'estremo bianconero è poi provvidenziale nel salvare su Rossi a un metro dalla linea bianca. La risposta non si fa attendere: diagonale di Badu che esce d'un soffio con Frey vanamente proteso. Gli ospiti guadagnano terreno grazie anche a un calo fisico degli avversari. Per invertire la tendenza Rigoni viene mandato in campo al posto di Bertolacci. A sua volta Guidolin getta nella mischia l'ex-Merkel per Pasquale. Domizzi è provvidenziale nel salvare sulla linea su conclusione di Kucka. In pieno recupero Benatia, tutto solo in mezzo all'area, grazia di testa un impietrito Frey, reattivo poi su Allan pronto a deviare un tocco di Angella. All'ultimo secondo il fischiatissimo Merkel, a porta vuota, manda fuori il pallone del possibile pari. CHIAVE: Sfida a viso aperto che valorizza le idee costruttive di entrambi i tecnici. L'ago della bilancia è rappresentato dalla maggior compattezza e concentrazione dei Grifoni che, sotto la guida di Ballardini, sono diventati una vera squadra. MOVIOLA: Calvarese di Teramo, alla sua prima direzione del Genoa, agisce sempre a ridosso dell'azione e preferisce il dialogo alla prepotenza. Positivo anche l'apporto dei suoi assistenti di linea. [Articolo per Goal.com del 17 febbraio 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 10 febbraio 2013

Sampdoria-Roma 3-1: Crollo giallorosso a Marassi, Osvaldo sbaglia un penalty

La Samp resiste un tempo nella bufera creata dal dominio giallorosso per poi scoprirsi bella e guerriera nella ripresa. Sansone, determinante il suo ingresso, e Icardi puniscono una Roma troppo sprecona. A sbloccare il risultato è Estigarribia (56') dopo l'annullamento di una rete a Lamela per probabile fuorigioco di Marquinho. Osvaldo ha il merito di conquistarsi un rigore ma la gravie colpa di calciarlo addosso a Romero; poi Sansone raddoppia direttamente su punizione (72') sorprendendo Stekelenburg non proprio impeccabile. La rete della bandiera di Lamela (76') è solo un intermezzo per il tris siglato da Icardi (78'). Partita dai due volti e vibrante che esalta lo spirito doriano e prolunga la crisi della Roma: due punti nelle ultime sei gare. FORMAZIONI: Delio Rossi, davanti a Romero, propone un 3-5-1-1 con linea difensiva formata da Costa, Rossini e Gastaldello, centrocampo con De Silvestri, Poli, Obiang, Krsticic, ed Estigarribia, davanti Soriano arretrato di alcuni metri rispetto all'osservato speciale Icardi. La prima Roma di Andreazzoli prevede un 3-5-2 con vocazione offensiva che, oltre al portiere Stekelenburg, propone i difensori Marquinos, Burdisso e Castan; i centrocampisti Lamela, De Rossi, Pjanic, Bradley e Marquinho; le punte sono Osvaldo e Totti. PRIMO TEMPO: Roma subito pimpante e aggressiva che costringe quasi tutti i blucerchiati a rintanarsi per gran parte del tempo nei propri trenta metri. Ad evidenziare la voglia di riscatto giallorossa sono un'incornata di Pjanic e un contropiede “a salve” di Bradley. La Samp cerca il jolly creando qualche sporadica mischia in area avversaria rischiando, però, su botta di Lamela che chiama Romero alla respinta. Ancora il portiere è bravo su rasoterra di Totti a fil di palo. Gli ospiti, grazie a un fraseggio ossessivo, lavorano ai fianchi una Samp in affanno con Icardi troppo solo. Prima del riposo Pjanic si divora una palla-goal calciando addosso a Costa. SECONDO TEMPO: Nella Samp ci sono Sansone, al posto dell'evanescente Soriano, e un atteggiamento meno passivo. Al primo sussulto, però, la Roma potrebbe passare con Lamela ma l'arbitro annulla per fuorigioco di Marquinho su segnalazione di Barbirati. Neppure il tempo di riordinare le idee che la Samp, grazie a un sinistro a filo d'erba di Estigarribia pescato da un taglio di Sansone, si porta in vantaggio. E' un uppercut che rintrona la Roma tenuta a galla dai riflessi di Stekelenburg su botta ravvicinata di Poli. Florenzi rileva Bradley. Poi Gastaldello atterra Osvaldo in area e Celi non ha dubbi nel decretare la massima punizione che, vista la sciagurata esecuzione dello stesso Osvaldo, non si rivela più di un innocuo passaggio centrale per Romero che para senza difficoltà. La Samp raddoppia il godimento pervenendo al 2-0 con una pregevole punizione di Sansone, autentico mattatore. Gli ospiti arrancano, si illudono di essere tornati subito in partita con una girata di Lamela ma devono piegarsi ancora su incornata di Icardi a firmare il definitivo 3-1. Nel finale Lamela coglie la traversa con un colpo di testa e Romero è bravo ad uscire sul neo-entrato Lopez. Prima del fischio finale animata discussione tra Burdisso, Totti e Rossi, con il tecnico doriano espulso per aver fatto un gestaccio agli avversari. CHIAVE: Roma con più caratura tecnica ma gran sprecona; Samp che prima si affida al cuore e ad azioni di rimessa per poi colpire letalmente nella ripresa. MOVIOLA: Parte bene, Celi di Bari, ma nella ripresa lascia qualche dubbio sull'annullamento del goal di Lamela: viene convinto dall'assistente Barbirati che Marquinho fosse in posizione irregolare ma  poi fa riprendere il gioco nella zona in cui l'autore del goal ha calciato a rete... Appare giusta la concessione del penalty per intervento di Gastaldello su Osvaldo. [Articolo per Goal.com del 10 febbraio 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 3 febbraio 2013

Genoa-Lazio 3-2: il Grifone prima si fa rimontare due goal, poi vince all'ultimo respiro con Rigoni

Appena arrivato e già decisivo all'ultimo respiro. Si presenta così Marco Rigoni, con una deviazione vincente al 94' a frustrare la faticosa risalita di una Lazio che, giunta all'intervallo sotto nel gioco e nel passivo per le reti di Borriello (16') (sempre a segno nelle ultime quattro gare contro i biancocelesti) e Bertolacci (22'), agguanta il momentaneo pari grazie a Floccari (58') e ad un contestatissimo rigore realizzato da Mauri nel finale (81'). Gara molto intensa giocata benissimo dai padroni di casa, ad intermittenza dagli ospiti e diretta in maniera assai approssimativa da Tagliavento di Terni. FORMAZIONI: L'undici di Ballardini, schierato col 3-5-1-1, prevede Frey a protezione della porta; Granqvist, Manfredini e Portanova in difesa; Moretti, Cassani, Kucka, Rossi e Matuzalem a infoltire il centrocampo con Bertolacci ad agire alcuni metri alle spalle di Borriello elemento più avanzato ma con il compito di sacrificarsi anche in ripiegamento. Quasi speculare (3-5-2) è lo schema proposto da Petkovic: davanti a Marchetti stazionano Ciani, Cana e Radu; Konko, Gonzalez, Ledesma, Mauri e Lulic; in attacco vanno Floccari e Klose. PRIMO TEMPO: Genoa bello e propositivo subito premiato da una girata di sinistro di Borriello che va ad infrangersi sotto la traversa. La Lazio fatica a reagire ed è punita ancora una manciata di minuti dopo quando Bertolacci raddoppia con un'imparabile mancino da venti metri. Cassani regge poco e, per infortunio, viene rilevato da Ferronetti. Più duratura è invece la tenuta del campo dei Grifoni che, ben indottrinati da mister Ballardini, sono bravi a interrompere sistematicamente le azioni in profondità degli ospiti per poi imbastire ripartenze spesso lucide. In questa frazione l'unica vera chance concessa ai capitolini è un corner spazzato via con i pugni da Frey. SECONDO TEMPO: Klose, acciaccato, resta negli spogliatoi sostituito da Kozak. La Lazio si ripresenta più aggressiva, ma a sfiorare la rete sono Borriello, con una sforbiciata all'altezza del dischetto, e Bertolacci murato da Marchetti. La paura scuote gli ospiti che accorciano le distanze su tocco ravvicinato di Floccari. Petkovic cerca idee e energie per aumentare la pressione richiama Ledesma inserendo Brocchi a sua volta sostituito, causa infortunio, dall'esordiente Pereirinha. Dall'altra parte il braccio di ferro prevede anche la presenza del neo-acquisto Rigoni e di Olivera al posto di Rossi e Bertolacci a corto di fiato. Il Genoa si raccoglie per chiudere spazi e trovare coraggio di fronte alla crescita laziale che, a seguito di una corta respinta di Frey, potrebbe andare a segno con Konko. A dieci dal termine Tagliavento concede un generoso rigore agli ospiti (Cana va per terra toccato da Borriello) che Mauri trasforma spiazzando il portiere. Il Genoa, toccato nell'orgoglio, reagisce e dopo aver colto la parte superiore della traversa con Kucka, mette sotto i riflettori il neo-acquisto Rigoni che in pieno recupero prima costringe al miracolo in angolo Marchetti e poi lo trafigge di testa mandando in estasi i rossoblù. CHIAVE: La voglia di riscatto mostrata dal Genoa nella tana della Juve trova ulteriore evoluzione contro una Lazio fin troppo sorpresa dalle reti iniziali subite e che impiega decine di minuti prima di ritrovarsi. Sfida bellissima. MOVIOLA: Non appare in uno dei suoi pomeriggi migliori Tagliavento. L'arbitro di Terni dirige in maniera insufficiente affidandosi costantemente al supporto dei propri assistenti, cambiando spesso idea e non sempre optando per la soluzione più corretta. Cervellotica la concessione del penalty alla Lazio per un leggero contatto Borriello-Cana. Nel primo tempo è probabilmente involontario un tocco di Lulic col braccio nella propria area. Nel finale grazia con il giallo Lulic, ultimo uomo, che atterra Olivera involtatosi verso Marchetti. [Articolo per Goal.com del 3 febbraio 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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