Rivincita voleva essere e rivincita è stata. Il Genoa archivia l'umiliante sconfitta per 6-1 subita poco più di un mese fa al San Paolo, imponendosi per 3-2 e con una prova di qualità superiore rispetto agli avversari. Palacio (31') e Gilardino (36') nel primo tempo e ancora Palacio nella ripresa (69') sono gli autori delle reti che decidono la sfida. Inutili le reti della speranza siglate da Cavani (81') e Lavezzi (82').
FORMAZIONI – Costretto a fare a meno degli infortunati Bovo, Dainelli, Antonelli, Veloso, Rossi e Constant, Marino propone Frey tra i pali; Mesto, il rientrante Kaladze e Granqvist in difesa; folto centrocampo composto da Moretti, Kucka, Biondini, Jankovic e Sculli; Gilardino e Palacio davanti.
E' una mini-rivoluzione quella fatta da Mazzari al momento di scegliere l'undici da schierare al Ferraris rispetto a quello che pochi giorni fa ha battuto l'Inter in Coppa Italia. Il tecnico di San Vincenzo sistema De Sanctis in porta; Campagnaro, Cannavaro e il debuttante Britos dietro; Zuniga, Dzemaili, Gargano e Dossena in mezzo; con Hamsik e Lavezzi alle spalle di Pandev preferito in extremis a Cavani che si accomoda in panchina.
PARTITA – Tifo caloroso ma temperatura da freezer al Ferraris. Nonostante la gara sia intensissima, eccettuate un paio di deviazioni imprecise di Pandev e Sculli e un tiro di Gilardino beffardamente respinto da Palaico, di occasioni sottoporta non se ne vedono. Occorre attendere lo scoccare della mezz'ora per vedere il Genoa scatenarsi e prendere il largo con una pennellata capolavoro di Palacio (31') e con una combinazione Biondini-Sculli-Gilardino (36') con quest'ultimo bravo ad anticipare Cannavaro per incornare il 2-0, sua prima rete rossoblù. Nel finale di tempo il capitano ospite si infortuna dopo un intervento di Mesto e deve cedere il posto a Maggio.
La ripresa comincia sotto la neve e con una zolla del terreno che frena Palacio lanciato verso De Sanctis. Al 56' arriva il momento di Cavani al posto di Zuniga, è però Hamsik, al 69' a poter riaprire i giochi con un rasoterra ravvicinato respinto da Frey. In contropiede il Genoa diventa ancora letale con un passaggio esterno del solito Gilardino per Palacio che prima entra nei sedici metri e poi incrocia in maniera vincente il 3-0. A questo punto entrano Vargas, Seymour e Birsa per Pandev, Jankovic e Sculli. I ritmi restano altissimi, il Genoa ha la terz'ultima difesa del campionato, l'ingordo Cavani non se lo dimentica e di testa , su perfetto cross di Maggio, mette a segno la rete della bandiera (sesto gol nelle ultime sei gare). Biondini, finito k.o, esce per il giovanissimo Sampirisi. Pochi secondi e Lavezzi parte in contropiede sbarazzandosi di Mesto e portando il risultato sul 3-2. Nel recupero i pugni di Frey salvano il risultato su violenta botta di Dzemaili.
CHIAVE – Squadre lunghe e nessuna pausa se non per mostrare i nervi. Il match scorre in maniera frenetica con i rossoblù che hanno il merito di tenere il campo con maggior lucidità e i partenopei il demerito di palesare una mancanza di tranquillità che fa rende tardiva la reazione decisiva.
CHICCA – Il goal che Palacio mette a segno al 31' è di un'assoluta perfezione: prima confezionato da Gilardino che, tra due avversari all'altezza del vertice sinistro dell'area, appoggia indietro di testa per El Trenza inventore di un destro al volo a spiovere che s'insacca nel “sette” più lontano dell'incolpevole De Sanctis.
TATTICA – Il Genoa parte con il 3-5-2 per poi passare al 4-4-2; il Napoli comincia con il 3-4-1-2 passando poi al 3-4-2-1 quando, sotto di due lunghezze, entra Cavani e Hamsik arretra di qualche metro.
MOVIOLA – Rocchi di Firenze decide di mostrare subito a tutti che non è in vena di tolleranze sventolando il giallo a Kucka e Cannavaro dopo soli 3'. Terrà polso duro sino al 95' dirigendo in maniera più che sufficiente grazie anche al positivo supporto dei suoi assistenti.
PROMOSSI & BOCCIATI – Palacio fa il diavolo a quattro giocando per la squadra e per se stesso; Gilardino non è da meno vestendo i panni di assistman e di bomber: voto 8 ad entrambi. In una gara da gran battaglia Mesto, fra i rossoblù, è quello che sembra patire di più avendo anche qualche responsabilità in occasione dei gol ospiti: voto 5.5.
Cavani entra e accende la luce creando spazi e, soprattutto, realizzando il goal che dà fiato alle speranze di rimonta del Napoli. Indispensabile: voto 7. Cannavaro gioca con poca lucidità peccando in eccessi di rischi che la sua squadra paga caro, esempi lampanti gli anticipi di Gilardino in occasione dei due goal genoani. Esce per infortunio al 45' con troppi errori segnati con la matita rossa: voto 5.
Oggi si festeggia il trentennale della storica amicizia tra genoani e napoletani e il giorno del ricordo di Vincenzo “Claudio” Spagnolo, roba da commozione anche se per motivi diversi: voto 10 alle due tifoserie.
[Articolo per Goal.com del 29 gennaio 2012]
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domenica 29 gennaio 2012
Genoa-Napoli 3-2: Ti aspetti i tenori azzurri e spuntano quelli rossoblu! Gilardino-Palacio è tanta roba...
lunedì 16 gennaio 2012
L''Almanacco Storico del Genoa', prezioso vademecum per i devoti del Grifone e per tutti i veri amanti del calcio
L''Almanacco Storico del Genoa' parte dal 1893 e arriva sino al 2011 celebrando i 118 anni della squadra di calcio più antica d'Italia. Gli autori ripercorrono questo lungo arco di tempo raccontando i momenti salienti di ogni singolo anno di vita del Genoa. I quattro anni di lavoro trascorsi alla dettagliata ricerca bibliografica, al ritrovamento di giornali d'epoca e alla meticolosa ricostruzione narrata di fatti ed eventi, fa di questo volume un prezioso strumento per approfondire conoscenze e curiosità sulla società di calcio che ha avuto il merito di portare questo sport nel nostro Paese. Chiunque abbia sangue rossoblù nelle vene, ma anche tutti gli appassionati della storia del football, troveranno questo libro particolarmente prezioso. Il vademecum, composto da 618 pagine con 31 illustrazioni realizzate da Fabio Pietro Mantero, è stato scritto con passione da Marco Montaruli, Gianluca Maiorca e Paolo Pisano. La prefazione del libro, pubblicato dalle ottime edizioni Frilli, è firmata da Pinuccio Brenzini.
Titolo: Almanacco storico del Genoa
Autori: G. Maiorca - M. Montaruli - P. Pisano
Collana: Fuoricollana della Fratelli Frilli Editori
Formato: 17 x 24 Rilegato, ISBN 978-88-7563-693-7
Pagine: 618 con 31 illustrazioni
Prezzo: € 35
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domenica 15 gennaio 2012
Genoa-Udinese 3-2: A Marassi è spettacolo puro, ma i 3 punti se li prende l'ex Marino
“Vi vogliamo così!” è il coro urlato a squarciagola dalla Gradinata Nord e che accompagna i giocatori rossoblù negli spogliatoi. E' infatti proprio un Genoa gladiatorio, e ammirevole per abnegazione, quello che impone la sconfitta all'Udinese, terza forza del campionato, al termine di una battaglia durissima e senza esclusione di colpi. Sono due difensori, Ferronetti (14') e Granqvist (al primo centro italiano) (49'), a mettere le prime firme che contano; un bellissimo destro al volo di Jankovic, 58 secondi dopo il pareggio, consente il sorpasso ai Grifoni che poi (71') allungano su contropiede finalizzato da Palacio. Un contestatissimo rigore di Di Natale (75') illude i friulani a cui non serve un generosissimo forcing finale contro avversari ridotti in dieci per l'espulsione di Rossi.
FORMAZIONI – Marino, al debutto casalingo, deve fare i conti con le moltissime assenze confermando Frey in porta e inventandosi la linea difensiva nella quale l'unico vero elemento di ruolo è Granqvist abbinato a capitan Rossi con Mesto e Constant laterali; in mezzo vanno Merkel, il neo-acquisto Biondini, Veloso e Jankovic; Palacio e Gilardino in attacco.
Guidolin costretto a rinunciare all'infortunato Domizzi ed a Benatia, Asamoah e Badu partiti per la Coppa d'Africa, schiera Handanovic in porta; Ekstrand, Danilo, Feronetti e Basta a sua diretta protezione; Isla recuperato in extremis, Pinzi, Fernandes e Armero a centrocampo; Floro Flores e Di Natale davanti.
PARTITA – All'8 Handanovic è perfetto nell'uscire tra i piedi di Gilardino lanciato in porta e poco dopo strepitoso nell'opporsi ad un tiro a botta sicura di Merkel seguito da un colpo ad effetto di Veloso. La replica del dirimpettaio Frey arriva tre minuti dopo salvando di piede su Floro Flores. Nulla può però fare il portierone quando, sul successivo calcio d'angolo, Ferronetti approfitta di un'indecisione di Rossi e incorna lo 0-1 siglando il suo secondo goal in carriera. Il pareggio sembra cosa fatta al 19' ma il numero uno sloveno è ancora provvidenziale su conclusione sotto misura di Gilardino. Il Genoa attacca ma non riesce a sfondare e, prima del riposo, deve affidarsi ai pugni di Frey per evitare l'ennesima capitolazione su botta di Floro Flores.
Nella ripresa i padroni di casa ribaltano subito il risultato con una ribattuta di Granqvist su respinta di Handanovic a seguito di una punizione di Jankovic che poi realizza il 2-1 con un destro al volo su assist dalla sinistra di Costant, alla sua migliore prestazione stagionale. Poco prima il portiere ospite aveva compiuto l'ennesimo miracolo su fiondata del centrocampista francese. Floro Flores, in contropiede, potrebbe riequilibrare subito le sorti ma non fa i conti con la bravura di Frey che gli sbatte ancora la saracinesca in faccia. A provarci è anche Veloso, Handanovic alza in angolo. E' il preludio del 3-1 ottenuto con un imprendibile rasoterra di Palacio. Al 71' Marco Rossi anticipa Di Natale in area ma l'arbitro ravvisa gli estremi per la concessione della massima punizione e dell'espulsione del genoano. Il cannoniere spazza l'angolino destro del portiere (che aveva intuito) riaprendo la partita. Esce Palacio, entra Seymour. Ferronetti ha già in gola l'urlo per il possibile 3-3 quando Frey è immenso nel metterci una manona. Si vedono anche Pasquale, Fabbrini e Kucka per Ekstrand, Fernandes e Merkel. Jankovic e Di Natale impegnano ancora severamente i portieri avversari ma il Genoa non concede più centimetri e porta a casa la più bella vittoria stagionale.
CHIAVE – Entrambi i reparti offensivi si mettono costantemente in evidenza. Per il Genoa, costretto a giocare in salita dopo neppure un quarto d'ora,il lavoro risulta efficace nel secondo tempo quando parte a razzo e tutti danno il 100%.
CHICCA – Nonostante i 5 goal complessivamente subiti, sono da manuale del calcio le prestazioni di Frey e Handanovic. Entrambi compiono parate da stropicciarsi gli occhi vincendo i propri personali duelli con Di Natale e Gilardino.
TATTICA – Marino parte con il 4-3-1-2 per poi ripiegare al 4-4-1 dopo l'espulsione di Marco Rossi, Guidolin mantiene il 4-4-2 sino nel finale quando passa al 3-4-3.
MOVIOLA – Designato a sorpresa, Doveri di Roma parte bene ma poi si fa sfuggire di mano la gara prendendo decisioni quantomeno discutibili. Al' 7' è supportato in maniera positiva dall'assistente Ghiandai nell'occasione dell'annullamento di una rete di Di Natale siglata in offside. Al 60' però il guardalinee segnala un fuorigioco inesistente a Palacio lanciato in contropiede. Al 75' molti dubbi lascia la concessione del rigore a Di Natale con conseguente espulsione di Rossi, episodio che condiziona pesantemente l'andamento della gara.http://www.blogger.com/img/blank.gif
PROMOSSI & BOCCIATI – Frey è il solito baluardo, Biondini esordisce in maniera positiva tenendo il campo con personalità e dimostrando carattere: voto 8 ad entrambi. Handanovic è bravissimo a salvare la propria porta con più interventi di altissimo livello, così come Armero a macinare metri e a creare spazi per i compagni: voto 7.5 al portiere, 7 al centrocampista. L'unica prestazione insufficiente è quella dell'arbitro Doveri: voto 5.
[Articolo per Goal.com del 15 gennaio 2012]
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venerdì 6 gennaio 2012
Sampdoria-Varese 0-1: La beffa si materializza al 91', è crisi nera per i blucerchiati
Anno nuovo, Sampdoria vecchia (e brutta). Il Varese impiega una manciata di secondi per capirlo ottenendo la meritata vittoria con un goal di Damonte nel primo minuto di recupero della ripresa. Maran impartisce un'autentica lezione tecnico-tattica a Iachini apparso sempre più confuso e incapace di leggere l'andamento della sfida. Mentre la squadra blucerchiata vive di attimi fini a se stessi, quella ospite si dimostra quasi perfetta nella tenuta del campo: domina la prima frazione, regge le estemporanee fiammate di Bertani e ottiene la posta piena esaltando il migliaio di tifosi al seguito. Koman viene espulso a risultato già deciso.
FORMAZIONI – Iachini, che non può contare sullo squalificato Foggia, conferma Romero in porta; propone una linea difensiva composta da Volta, Rossini e Costa; sistema un nutrito centrocampo formato da Rispoli, Padalino, Palombo in regia, Bentivoglio e Laczko affibbiando a Bertani e al neo-acquisto Juan Antonio il principale compito di offendere. Maran conferma la formazione anticipata alla vigilia: davanti al portiere Bressan schiera Pucino, Troest, Terlizzi e Grillo; Zecchin, Corti, Kurtic e Nadarevic in mezzo; Martinetti e Neto Pereira punte.
PARTITA - Mentre la Sampdoria passeggia svagata e confusa il Varese domina scuotendo Romero con tiri ravvicinati di Nadarevic e Neto Pereira e spaventandolo con un potente tiro dalla distanza di Martinetti. Nel secondo tempo la comparsa Juan Antonio lascia il posto a Pozzi e i padroni di casa danno la sensazione di poter aver maggior senso in fase offensiva tanto che, al 57,' Bertani impegna per la prima volta l’inoperoso Bressan. Ma è un fuoco di paglia. Il Varese riprende in fretta il pallino della gara concedendo agli avversari iniziative estemporanee. La girandola delle sostituzioni si rivela poi vincente per gli ospiti: Iachini inserisce anche Krsticic per l'opaco Bentivoglio. Maran risponde con De Luca al posto di Martinetti, Carrozza e Damonte per Nadarevic e Neto Pereira. Proprio questi ultimi due cambi si rivelano determinanti in fase di recupero quando l'ex-Alessandria, servito all’altezza del dischetto dal compagno, spiazza di piatto destro Romero. Prima del triplice fischio, e con la contestazione dei tifosi doriani a lievitare in maniera esponenziale, il neo-entrato Koman rimedia il cartellino rosso dopo un'entrataccia sulle gambe di Corti.
CHIAVE – Il Varese fa presto sua la zona nevralgica del campo a dispetto dell'inferiorità numerica a livello tattico; la Samp in perenne ricerca di se stessa recita il ruolo di comparsa nella prima frazione per poi tentare qualcosa di più nella ripresa con l'avvicendamento offensivo Pozzi per Juan Antonio. Maran ha però in serbo il colpo vinvente.
CHICCA – E' già stato esposto il cartello luminoso dell’ultimo recupero quando Carrozza addomestica il pallone sulla fascia mancina, arriva quasi sul fondo, avanza verso l'area incurante di Volta in versione “manichino” per appoggiare centrale per l'accorrente Damonte; a lui non resta che appoggiare in rete nella maniera più semplice il match-ball del pomeriggio con Romero si lascia cadere alla sua sinistra, la parte sbagliata.
TATTICA - La Sampdoria parte con il 3-5-2 per poi ripiegare sul 4-4-2; Varese in campo con il 4-4-2.
MOVIOLA – Candussio di Cervignano, assai temuto dagli ospiti per precedenti non proprio rosei, dirige all'inglese e senza particolari sbavature. Non fa una grinza l'espulsione nel finale comminata a Koman quando l'ungherese perde la testa ed entra con il piede a martello sul povero Corti.
PROMOSSI & BOCCIATI – Bertani e Laczko danno almeno la positiva sensazione di impegnarsi. Se la definizione di corpo estraneo può trovare giustificazioni per l'appena arrivato Juan Antonio, difficilmente può essere comprensibile per gente come Bentivoglio, Costa o Volta.
Maran è bravissimo nel puntare tutto su Carrozza e Damonte, ma prima del loro preziosissimo ingresso sono sontuose le prestazioni di Neto Pereira e Nadarevic. Impossibile, anche facendo esercizio di puro sadismo, bocciare qualsiasi elemento sceso in campo quest'oggi con la casacca biancorossa.
[Articolo per Goal.com del 6 febbraio 2012]
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