Borriello dopo un’ora di gioco e Rossi nel finale sigillano una gara che il Genoa fa sua in maniera autoritaria contro una Reggina in piena lotta per non retrocedere. Dentro Borriello e Di Vaio dal primo minuto al posto di Figueroa e Leon. E’ questa la principale novità dello schieramento offerto da Gasperini. Dall’altra parte Orlandi propone una formazione spregiudicata con tre attaccanti di peso come Brienza, Amoruso e l’ex-Makinwa. Sono gli ospiti a partire meglio e Cascione ci prova già dopo 1’, Rubinho c’è. Il Genoa impiega un quarto d’ora per prendere le misure agli avversari. La prova la fornisce Di Vaio con un pallonetto dal vertice destro dell’area piccola neutralizzato sulla linea da Tognozzi. La Reggina, pur arretrando il baricentro, si rivela pericolosa ogni volta che riesce a superare la mediana. Come al 23’ quando Amoruso lancia in area Makinwa che pecca di egoismo calciando sull’esterno della rete. Alla mezz’ora Aronica è chirurgico nell’anticipare Borriello davanti a Campagnolo che poi si salva in due tempi su diagonale di Rossi. Nella parte finale del tempo va in scena il festival dello spreco con errori clamorosi di Di Vaio e Sculli da una parte e di Cascione dall’altra.
La ripresa comincia esattamente come la prima frazione, con un giocatore della Reggina, stavolta Brienza, a sollecitare Rubinho. Poi il Genoa riparte a testa bassa proponendosi con Di Vaio e il solito Borriello. Nella prima l’estremo difensore è bravo ad opporsi, nella seconda è fortunato. Al 55’ Leon rileva Sculli e quattro minuti dopo il Genoa passa: tiro potente di Rossi, Campagnolo respinge corto e Borriello realizza il suo diciottesimo centro riportandosi in vetta alla classifica cannonieri. Orlandi decide allora di gettare nella mischia Joelson e Hallfredsson per Makinwa e Tognozzi. La scelta non sarà delle migliori. Al 73’ c’è spazio anche per Figueroa che rileva Di Vaio, apparso in buona forma. Neppure il tempo di schierarsi nello scacchiere che Brienza, con una deviazione sotto misura, costringe al miracolo Rubinho. Al 76’ Borriello cede il posto al pimpante Masiero mentre Stuani rileva Cascione. Ma l’inerzia della sfida non cambia. Il Genoa resta padrone del campo e chiude in bellezza nella fase di recupero. Prima con un diagonale di Figueroa, a lato di un soffio, e poi con un esterno destro di Rossi che vale il giusto raddoppio e la ciliegina sulla torta della sua centesima presenza in serie A.
TABELLINO:
GENOA-REGGINA 2-0 (Primo tempo 0-0)
MARCATORI: 59’ Borriello, 92’ Rossi.
GENOA: Rubinho 7, Konko 7, Bovo 6.5, Lucarelli 6, Rossi 7.5, Milanetto 6.5, Juric 7, Fabiano 6.5, Sculli 6 (dal 55’ Leon 6), Borriello 8 (dal 76’ Masiero sv), Di Vaio 6.5 (dal 73’ Figueroa 6). (Scarpi, Santos, De Rosa, Vanden Borre). All. Gasperini 7.
REGGINA: Campagnolo 6, Lanzaro 6, Valdez 5.5, Cirillo 5, Aronica 6.5, Barreto 6, Cascione 6 (dal 76’ Stuani sv), Tognozzi 6 (dal 63’ Hallfredsson 6), Makinwa 6.5 (dal 63’ Joelson 6), Brienza 7, Amoruso 6.5. (Novakovic, Costa, Missiroli, Cozza). All. Orlandi 6.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova 5.5.
AMMONITI: Aronica, Milanetto, Amoruso, Tognozzi.
RECUPERI: 1’ e 3’.
[Articolo per Goal.com del 30 marzo 2008]
Copertina
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domenica 30 marzo 2008
Genoa-Reggina 2-0: Borriello-Rossi, il Grifo vola
sabato 29 marzo 2008
QPR: Camp decisivo, l'Ipswich non passa
Ipswich-QPR 0-0. Un punto sofferto ma importante, quello ottenuto nella sfida a reti bianche disputata ad Ipswich. A Portman Road, contro i ragazzi di mister Magilton in piena lotta per un posto nei playoffs, De Canio è costretto a rinunciare agli infortunati Buszaky e Rowlands, oltre allo squalificato Dempsey. Nonostante tutto il QPR si dimostra organico di buona personalità. Al momento di graffiare con Mancienne e Agyemang, e in quello in cui serrare i ranghi diventa indispensabile. Aspetto emerso soprattutto nella parte finale dell'incontro quando fatica e assenze si sono fatte sentire. Merito anche dei Tractor Boys che, anche in questa circostanza, si confermano abili nel possesso di palla e pericolosissimi in fase di finalizzazione. Non per niente il migliore in campo è stato Camp, autore di almeno un paio di strepitosi interventi.
TABELLINO:
Ipswich: Bywater, Simpson, Bruce, De Vos, Sito, Williams (Roberts 77), Sumulikoski, Garvan, Quinn (Rhodes 84), Lee, Haynes. Subs Not Used: Colgan, Wright, Trotter.
Booked: Simpson, Haynes.
QPR: Camp, Mancienne, Connolly, Hall, Stewart, Ephraim (Balanta 90), Mahon, Leigertwood (Rowlands 57), Vine (Lee 65), Blackstock, Agyemang. Subs Not Used: Pickens, Barker.
Booked: Mancienne, Balanta.
Att: 24,570
Ref: Paul Armstrong (Berkshire).
mercoledì 26 marzo 2008
Portishead, "Third": il trip-hop ritrova i suoi re
Hanno fatto trascorrere 11 lunghissimi anni prima di tornare. Ma i Portishead non deludono le attese e con "Third", nei negozi dal prossimo 28 aprile, si confermano tra i più importanti esponenti del trip-hop. Questo nuovo lavoro in studio della band di Bristol (città che ha dato i natali anche a Massive Attack e Tricky) segue l'omonimo album del 1997 e "Dummy" pubblicato nel 1994: due pietre miliari dello scorso decennio e perfette colonne sonore per serate da trascorrere ad Amsterdam... Il primo singolo sarà "Machine Gun" che stasera verrà presentato a BBC Radio 1. Di "Third" è anche prevista un'edizione limitata contenente i vinili dell'album e del 12" di "Machine gun", una chiavetta usb contenente le tracce audio e 5 film oltre a una stampa numerata di Nick Uff.
TRACKLIST:
01. Silence
02. Hunter
03. Nylon Smile
04. The Rip
05. Plastic
06. We carry on
07. Deep Water
08. Machine Gun
09. Small
10. Magic Doors
11. Threads
sabato 22 marzo 2008
QPR: Che peccato! I Wolves pareggiano al 95°!
Wolverhampton-QPR 3-3. Tre volte in vantaggio, tre volte raggiunti. L'ultima al 95°! Decisivo un gol di Keogh. La gara giocata nella bizzarria di una meteorologia che ha offerto sole, pioggia e neve in novanta minuti, è stata un autentico thrilling. Gli hoops passano in vantaggio al 27' con Buszaky ma allo scadere del tempo vengono raggiunti Keogh. La ripresa comincia con il secondo vantaggio del Qpr che passa grazie ad un rigore trasformato da Blackstoke. La pressione dei Wolves viene premiata dal pareggio di Sylvan Ebanks-Blake al 64'. La squadra di De Canio non molla e quattordici minuti dopo ripassa al comando con Leigertwood. Ma quando i tre punti sembravano conquistati l'ultimo acuto del sfida è ancora di Keogh da posizione ravvicinata.
TABELLINO:
Wolverhampton: Hennessey, Foley (Kyle 87), Collins, Rob Edwards (Craddock 6), Elokobi, Jarvis, Olofinjana, Henry, Gray (Eastwood 59), Keogh, Ebanks-Blake.Subs Not Used: Stack, Gibson.
Booked: Collins, Jarvis.
Goals: Keogh 45, Ebanks-Blake 67 pen, Keogh 90.
QPR: Camp, Mancienne, Connolly (Rehman 59), Hall, Delaney, Buzsaky (Ainsworth 75), Leigertwood, Rowlands (Mahon 31), Vine, Blackstock, Agyemang.Subs Not Used: Pickens, Balanta.
Booked: Mancienne, Delaney, Blackstock.
Goals: Buzsaky 28, Blackstock 49 pen, Leigertwood 79.
Att: 24,290
Ref: Clive Oliver (Northumberland).
mercoledì 19 marzo 2008
Genoa-Inter 1-1: Il Grifo rallenta la capolista
Al vantaggio di Suazo risponde Borriello nel finale. Nerazzurri in dieci dal 40’ per l’espulsione di Pelè.
Aggrappata ad un gol iniziale di Suazo e alla capacità di soffrire, la capolista regge sino all’85’, minuto nel quale Borriello realizza un gol che premia l’assedio a cui il Genoa ha sottoposto gli avversari nella ripresa.
Borriello in panchina e Figueroa in campo. E’ questa la più evidente novità nello schieramento proposto da Gasperini orfano di Leon appiedato dal giudice sportivo. Dall’altra parte Mancini, con Materazzi squalificato, schiera una formazione tutta straniera. Spazio dal primo minuto alla coppia Suazo-Ibrahimovic.
La gara parte subito bene. Al 6’ Figueroa prova a colpire in area ma il suo diagonale esce a lato. La replica è un affondo di Suazo che cerca di servire Ibrahimovic anticipato da Santos. Al 10’ lo scambio fra i due riesce ma lo svedese spara altissimo. Passano pochi secondi e i due si scambiano i ruoli: Suazo, appostato sul secondo palo, non ha difficoltà ad appoggiare in rete. I nerazzurri si dimostrano pericolosi ogni volta che oltrepassano la metà campo. Così anche Cambiasso, al 16’, ha l’opportunità di battere a rete di testa mandando la palla di poco oltre la traversa. Il Genoa prova a riordinare le idee ma si scontra sistematicamente con la testuggine composta dai difensori ospiti. Come al 27’ quando Maicon anticipa Rossi pronto a colpire a botta sicura. Dieci minuti dopo Juric si affida al tiro da lontano ma la mira è sbagliata. Al 40’ Pelè, gia ammonito pochi minuti prima, rimedia il secondo giallo per uno sciocco fallo su Juric. Il tempo che resta serve solo a mettere in mostra la voglia di recuperare dei padroni di casa che, al ritorno dall’intervallo propongono Borriello per Santos. Dall’altra parte Rivas rileva Solari.
Al 49’ Criscito è costretto ad uscire in barella a causa di un infortunio al ginocchio sinistro. Viene sostituito da Lucarelli. Al 53’ il Genoa riesce a mettere la palla in rete ma l’arbitro annulla perché la deviazione di Sculli su tiro di Figueroa viene giudicata in offside. Nell’azione successiva Borriello non riesce a centrare lo specchio della porta da posizione favorevole. La pressione rossoblu si fa crescente. Sculli ci prova di destro e Borriello di testa, Julio Cesar c’è sempre. L’inter si affida soprattutto a ficcanti ripartenze e negli ultimi venti minuti si vede anche Cruz inserito al posto di Suazo. Così come Fabiano per De Rosa. Quest’ultimo cambio si rivela particolarmente azzeccato perché costringe i nerazzurri ad arretrare ulteriormente il proprio baricentro. Il Genoa a questo punto pianta le tende in area avversaria ma il sovraffollamento alla fine sembra aiutare più i difensori degli attaccanti. I tentativi dei calciatori rossoblu’ si susseguono senza sosta ma lo specchio della porta appare stregato. Anche a Borriello che, al 79’, si gira bene, concludendo meglio trova la deviazione di Chivu a negargli la gioia del gol. Tutto rimandato all’85’ quando, su respinta del portiere successiva a tiro di Juric, Borriello in sforbiciata ottiene il meritato pareggio. Il 90’ scocca mentre un destro di Sculli termina alto di poco. Il recupero di 3’ lascia inalterato il risultato.
TABELLINO:
GENOA-INTER 1-1 (Primo tempo 0-1)
MARCATORI: 11’ Suazo, 85’ Borriello.
GENOA: Scarpi 6, Konko 6.5, De Rosa 6 (dal 70’ Fabiano 7), Criscito 6 (dal 51’ Lucarelli 6), Santos 6 (dal 46’ Borriello 8), Rossi 6.5, Milanetto 6.5, Juric 8, Sculli 6.5, Figueroa 7, Danilo 6.5. (Lanza, Vanden Borre, Masiero, Di Vaio). All. Gasperini 7.
INTER: Julio Cesar 6, Maicon 6.5, Burdisso 6.5, Chivu 6, Maxwell 6, Zanetti 7, Cambiasso 7, Pelè 5, Solari 6 (dal 46’ Rivas 6), Suazo 7 (dal 68’ Cruz 6), Ibrahimovic 6.5. (Toldo, Maniche, Jimenez, Balotelli, Crespo). All. Mancini 7.
ARBITRO: Rocchi di Firenze 6.
ESPULSI: Al 40’ Pelè per doppia ammonizione.
AMMONITI: Juric, Milanetto, Burdisso, Cruz.
RECUPERI: 1’e 3’.
[Articolo per Goal.com del 19 marzo 2008]
domenica 16 marzo 2008
Sampdoria-Catania 3-1: Tre punti per respirare l’Europa
L’esame di maturità la Samp lo passa a pieni voti. I doriani non sprecano la grandissima chance di agganciare il preziosissimo 6° posto in classifica contro un Catania reduce da otto sconfitte consecutive in trasferta. Le reti maturano tutte negli ultimi venti minuti della ripresa. Decisivo l’ingresso in campo di Bellucci a 13 giorni dall’intervento al menisco.
Mazzarri, oltre allo squalificato Cassano, deve rinunciare agli infortunati Campagnaro e Montella. Bellucci, recuperato a tempo di record, si accomoda in panchina. Dall’altra parte Baldini è costretto a fare i conti con le assenze dei malconci Martinez, Morimoto e Sardo oltre a Biagianti appiedato dal giudice sportivo.
La sfida comincia a ritmi piuttosto blandi anche se, dopo soli 40”, Pià reclama inutilmente un rigore dopo un contatto in area con Accardi e Maggio. Le squadre faticano a costruire. Passano quindi 36’ lunghi minuti prima di assistere ad una opportunità degna di tal nome ma Gastaldello, da posizione favorevole, calcia malissimo. Tre minuti più tardi è Delvecchio a dimostrarsi intraprendente filtrando in area e cercando la rete di sinistro ma Silvestre è bravo ad intervenire sventando il pericolo. Poi nulla più sino al riposo.
Nella ripresa, nonostante Bonazzoli sprechi due buone opportunità, la Samp non riesce a cambiare marcia agevolando quindi l’azione di contenimento degli ospiti. La vera svolta è però l’ingresso di Bellucci al 61’ che, dopo pochi minutii, costringe l’estremo difensore alla parata su colpo di testa ravvicinato. E’ il preludio al gol, giunto al 70’ grazie a un destro da lontano di Palombo sul quale Bizzarri interviene in maniera goffa. Il Catania reagisce immediatamente e al 72’ prima il neo-entrato Izco coglie la traversa sugli sviluppi di un calcio d’angolo e poi Stovini, servito da Vargas, ottiene il pareggio anticipando di testa il disattento Gastaldello. Ma in questa fase non c’è tregua e i blucerchiati ritrovano subito il vantaggio con Accardi liberissimo di colpire di testa sul secondo palo su spiovente da corner. All’80’ Spinesi reclama invano un calcio a due in area per un retropassaggio di Accardi preso con le mani da Castellazzi. Poi sempre Spinesi incrocia con il sinistro ma trova la respinta di Castellazzi. All’84’ Mascara manda alle stelle dai quindici metri e in occasione della ripartenza - dopo un’azione viziata da un fallo di Maggio su Vargas non ravvisato da Romeo - Bellucci si prende gioco di Stovini e “buca” Bizzarri di sinistro. Il finale è contraddistinto dalla tensione di un Catania che protesta nei confronti di Romeo e spinto soprattutto dalla disperazione. Ma quando Baiocco, all’86’ prova a riaprire i conti su punizione Castellazzi è pronto a salvarsi in corner. L’ultimo tiro è ancora di Mascara che calcia sull’esterno della rete. Ma non c’è più tempo per cambiare le sorti della sfida e la Sampdoria può godersi la vittoria e la frizzante aria di un posto che vale l’Uefa.
TABELLINO:
SAMPDORIA-CATANIA 3-1 (Primo tempo 0-0)
MARCATORI: 70’ Palombo, 73’ Stovini, 75’ Accardi, 86’ Bellucci.
SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi 6.5, Lucchini 6, Gastaldello 6, Accardi 7, Maggio 6.5, Sammarco 6.5 (dall’81’ Ziegler sv), Palombo 7, Franceschini 6 (dal 61’ Bellucci 7), Pieri 6, Delvecchio 6, Bonazzoli 6 (dal 69’ Volpi sv). (Mirante, Zenoni, Sala, Kalu). All Mazzarri 7.
CATANIA (4-3-3): Bizzarri 5, Silvestri 6, Silvestre 6.5, Stovini 6.5, Vargas 6.5, Baiocco 6.5, Edusei 5.5 (dal 71’ Izco sv), Tedesco 6, Pià 6, Spinesi 6, Mascara 6.5. (Polito, Sabato, Sottil, Alvarez, Terlizzi, Colucci). All. Baldini 6.
ARBITRO: Romeo di Verona 5.
AMMONITI: Silvestre, Franceschini, Sammarco, Edusei, Lucchini, Vargas.
RECUPERI: 0’e 2’.
[Articolo per Goal.com del 16 marzo 2008]
QPR: Scunthorpe ko, i playoffs ora sono a 7 punti
QPR-Scunthorpe 3-1. Ancora un risultato positivo per gli Hoops che si sbarazzano anche di uno Scunthorpe sempre più vicino alla retrocessione in League One. Adesso la distanza l'ultimo posto utile per accedere ai playoffs (attualmente occupato dal Plymouth)è di 7 lunghezze. Ma mister De Canio, subito dopo il match, ha raffreddato gli entusiasmi. ghezze. Ma mister De Canio, subito dopo il match, ha raffreddato gli entusiasmi. "Non credevo possibile raggiungere questo traguardo prima di oggi - ha dichiarato il tecnico - e non ho cambiato idea in proposito". Prudenza o scaramanzia a parte l'impressione lasciata da questa seconda vittoria consecutiva dei Rangers è stata di una squadra in possesso di buona energia per finire bene la stagione. Colpito a freddo da un goal di McCann dopo 8', i padroni di Loftus Road hanno saputo prendere le misure agli avversari chiudendo la prima frazione con un penalty realizzato da Rowlands. Nella ripresa, dopo un assedio pressochè costante, il sorpasso giunge al 79' al termine di un pregevole scambio tra Buszaky e Agyemang con quest'ultimo preciso nell'infilare Murphy. La reazione dello Scunthorpe non è tale da spaventare Camp e, anzi, è ancora il QPR a trovare la via della rete al 94' con una conclusione di Vine dai 20 metri che mette il sigillo sulla terza vittoria consecutiva tra le mura amiche.
TABELLINO: QPR: Camp, Mancienne, Buzsaky (Mahon 81), Connolly, Delaney, Vine, Leigertwood, Rowlands (Stewart 90), Hall, Agyemang (Lee 90), Blackstock. Subs Not Used: Pickens, Balanta. Booked: Connolly, Hall, Leigertwood. Goals: Rowlands 43 pen, Agyemang 79, Vine 90. Scunthorpe: Murphy, Iriekpen, Crosby, Baraclough, Butler, Sparrow, McCann (May 83), Goodwin, Cork, Hayes (Hurst 87), Horsfield. Subs Not Used: Hobbs, Lillis, Horlock. Booked: Murphy. Goals: McCann 8. Att: 14,499 Ref: Mike Thorpe (Suffolk).
TeleGenova ha trasmesso la presentazione dell'articolo sulla storia del Genoa 1893
Sabato sera, nel programma "Settimana in gioco" su TeleGenova è stata trasmessa la presentazione dell'articolo sulla storia del Genoa 1893 pubblicato su Calcio 2000. Nel montaggio sono state incluse immagini e filmati di alcuni campioni che hanno indossato la casacca rossoblu.
venerdì 14 marzo 2008
Largo 7 Settembre 1893, la toponomastica di Genova è sempre più colorata di rossoblu
E' sempre più tinta di rossoblu la toponomastica genovese. Martedì 18 marzo alle 11,30 Marta Vincenzi, sindaco del capoluogo ligure, scoprirà la targa di intitolazione di Largo 7 Settembre 1893, data di fondazione del Genoa Cricket and Football Club. Il sito prescelto si trova nei pressi dello stadio Luigi Ferraris, più precisamente nello spazio tra via De Prà e via Clavarezza. Alla cerimonia presenzieranno esponenti del Genoa Cfc e Mirko Massardo, presidente del Municipio III Valbisagno. Questo nuovo luogo dedicato alla più antica società calcistica d'Italia, va ad aggiungersi ad altre come via James Spensley, via Giovanni De Prà e il recentissimo piazzale Massimo Enrico Poggi, presidente del Genoa dal 1946 al 1950.
TeleGenova presenta l'articolo sulla storia del Genoa 1893 pubblicato su Calcio 2000
Stamattina, a TeleGenova, con Michele Corti abbiamo registrato la presentazione dell'articolo sulla storia del Genoa 1893 pubblicato sul nuovo numero di Calcio 2000. Il servizio verrà trasmesso domani, in seconda serata, nel programma sportivo dell'emittente ligure.
giovedì 13 marzo 2008
QPR, che spettacolo contro il Blackpool!
QPR-Blackpool 3-2. Davanti al Re del Ghana e a Ramon Calderòn, presidente del Real Madrid, i Rangers hanno offerto spettacolo ed emozioni con un 3-2 finale contro un mai domo Blackpool. La gara si mette bene già dopo 11' grazie ad uno splendido gol di Buzsaky. La squadra di De Canio manovra con intelligenza sfruttando le doti di suggeritore di Agyemang in gran spolvero i i soliti "motorini" Mancienne e Delaney a correre lungo le fasce proponendo cross in quantità industriale. I Seasiders, nonostante dimostrino di saper tenere bene il campo, capitolano nuovamente al 39' quando Vine supera Rachubka consentendo agli Hoops di andare al riposo sul 2-0. Il vantaggio aumenta dopo pochi secondi dal rientro in campo delle squadre con Rowlands che riceve un bell'assist di Blackstoke e conclude di destro. A questo punto il Qpr decide di amministrare l'incontro e gli ospiti, spinti più dalla disperazione che dalla lucidità, accorciano le distanze con Burgess al 59'. E' però di McPhee il merito di riaprire il match al 71' approfittando di una serie di errori nell'area di casa. Vine a una manciata di minuti dallo scadere si vede negare la doppietta personale di un'ottimo intervento dell'estremo difensore avversario. Il risultato così non si schioda dal 3-2 premiando i londinesi con tre, pesantissimi, punti utili a finire il campionato senza patemi d'animo. TABELLINO: QPR: Camp, Mancienne, Connolly, Leigertwood, Delaney, Buzsaky (Lee 85), Hall, Rowlands (Rehman 90), Vine, Blackstock, Agyemang (Mahon 66). Subs Not Used: Pickens, Balanta. Goals: Buzsaky 11, Vine 40, Rowlands 47. Blackpool: Rachubka, Barker, Evatt, Gorkss, Crainey, Taylor-Fletcher (Parker 71), Southern (Fox 53), Flynn, Hoolahan, Morrell (Burgess 54), McPhee. Subs Not Used: Coid, Welsh. Booked: Taylor-Fletcher, Hoolahan. Goals: Burgess 60, Gorkss 73. Att: 11,538 Ref: Keith Hill (Hertfordshire).
mercoledì 12 marzo 2008
Mostre: "Dalla Normandia per conoscere Genova", nella Superba sino al 7 aprile
E' merito di Francesco Ristori, uno dei più attivi comunicatori genovesi creatore del sito conosceregenova.it e della webradio Timone, se chi passa per la Superba in questi giorni può visitare "Dalla Normandia per conoscere Genova", un'interessantissima mostra fotografica di Julien Blactot.
L'esposizione, visitabile sino al prossimo 7 aprile, è stata organizzata con la proverbiale competenza e tenacia che caratterizza tutte le iniziative dell'instancabile direttore Ristori ed è suddivisa in due differenti locations genovesi: il BerioCafè di via del Seminario 16 e l'AF Galliera in via Garibaldi. Blactot, fotografo amatore nato a Le Havre-Normandia nel 1982, è da sempre appassionato dell'Italia, luogo di vacanza ma anche di studi grazie al progetto Erasmus. Affascinato da Genova decide di restarci per qualche anno documentando attraverso numerose testimonianze fotografiche il fascino di una città come Genova da scoprire e riscoprire anche attraverso altri occhi.
Anteprima: La mia storia del Genoa 1893 sul nuovo numero di Calcio 2000
Il prossimo numero di Calcio 2000 in edicola il 14 marzo ospita un mio lungo articolo sulla storia del Genoa 1893, il più antico club calcistico dìItalia. Storia, aneddoti, curiosità e leggende. Calcio 2000 è un mensile dedicato ai veri appassionati di calcio, punto di riferimento per chi considera il calcio il gioco più bello del mondo. Ogni mese, all’interno di 178 pagine, tutto sul mondo del pallone. Dalle interviste esclusive ai protagonisti del momento, alle statistiche di tutti i maggiori campionati italiani (Serie A, B e C1 - C2) e stranieri (Spagna, Inghilterra, Germania, Francia e ogni singolo campionato nazionale di rilevanza), passando per approfondimenti e storie d’altri tempi. con una tiratura di 80 mila copie in Italia e 15 mila all'estero distribuito in 32 Paesi nel mondo fra cui: Australia, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Giappone, Olanda, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.
domenica 9 marzo 2008
Genoa-Juventus 0-2: La vecchia signora non molla
Grygera e Trezeguet firmano il successo contro un Grifo incerottato. Palo di Borriello.
Un paio di palloni infilati nella porta del Genoa e un calcio alle chiacchiere. La Juve esce dal Ferraris con un 2-0 e tre punti d’oro nella lotta per un posto in Champions League. A decidere il risultato sono le reti di Grygera e Trezeguet. Il francese così raggiunge Borriello in vetta alla classifica cannonieri ritrovando quel gol che gli mancava dalla prima gara di ritorno disputata a Livorno. Gasperini recupera in extremis Borriello ma deve rinunciare a sei titolari fra cui Rubinho, Bovo, Santos, e Juric. Spazio quindi ad una formazione obbligata e tridente offensivo composto da Borriello supportato da Leon e Sculli. Dall’altra parte Ranieri è ancora costretto a rinunciare allo squalificato Nedved e all’infortunato Molinaro ma può comunque contare sull’apporto di elementi di prim’ordine come Buffon, Camoranesi, Del Piero e Trezeguet. Poco convincente appare invece la preferenza per Salihamidzic con Palladino relegato in panca.
La sfida schizza subito su buoni ritmi. Soprattutto per merito dei padroni di casa che pressano su ogni pallone sorprendendo una Juve che sembra risentire della pressione psicologica accumulata in settimana. Così il primo brivido sulla schiena di Scarpi viene provocato da una svirgolata di De Rosa che per poco non provoca un beffardo autogol. Al 20’ Leon ha una buona chance con una punizione dal limite ma la sua trasformazione è alta. Al 23’ Trezeguet prova a mettersi in evidenza ma la sua voglia si trasforma in inutile ciabattata. Con gli attaccanti poco incisivi il risultato lo sblocca un difensore. E’ infatti Grygera, al 25’, ad offrire un destro al volo di rara potenza che s’insacca sotto la traversa. Neppure il tempo di riordinare le idee che, al 32’, gli ospiti raddoppiano. Stavolta il ceco veste i panni del suggeritore per Trezeguet che batte a rete indisturbato. Per il Grifo è un uppercut che si fa sentire nella testa e nelle gambe. Ne traggono giovamento soprattutto i centrocampisti bianconeri che, da questo punto in poi, hanno quasi sempre la supremazia sugli avversari. La tensione agonistica aumenta, non così il numero di occasioni da rete. L’ultima opportunità è uno scoordinato colpo di testa di Borriello che s’impenna e finisce lento tra le braccia di Buffon.
La ripresa comincia sotto un diluvio e con un diagonale per parte, di Salihamidzic e Konko, fuori di poco. Al 51’ il Genoa confeziona la prima vera occasione della serata: Leon dalla sinistra serve Borriello la cui deviazione sottomisura trova la manona di Buffon che devia sul palo. Intorno al 60’ Di Vaio e Vanden Borre rilevano Sculli e Milanetto. Il Genoa prova a scuotersi con qualche ripartenza utile a interrompere il predominio territoriale bianconero sostenuto dalla differenza fisica e tecnica. Al 73’ Vanden Borre chiede lo scambio con Borriello, il compagno invece pecca di egoismo calciando a lato. Nella parte finale dell’incontro Ranieri dà spazio anche a Tiago e Iaquinta al posto di Zanetti e Del Piero. Ma gli equilibri non cambiano e quando all’82’, Borriello ha sulla testa il pallone che potrebbe riaccendere la speranza la mira non è delle migliori. La Juventus potrebbe aumentare il vantaggio con Iaquinta e Camoranesi che si vedono sbattere la porta in faccia da un attento Scarpi bravo a salvarsi in angolo. Al 94’ Figueroa, servito da Borriello, potrebbe realizzare il gol della bandiera ma il suo tocco in scivolata sfiora il montante. [Articolo per Goal.com del 9 marzo 2008]
TABELLINO: GENOA-JUVENTUS 0-2 (Primo tempo 0-2)
MARCATORI: 25’ Grygera, 32’ Trezeguet.
GENOA: Scarpi 6, De Rosa 6 (dall’80’ Figueroa sv), Lucarelli 6, Criscito 6, Rossi 6.5, Milanetto 6.5 (dal 64’ Vanden Borre 6), Konko 7, Fabiano 6, Sculli 5 (dal 60’ Di Vaio 4.5), Borriello 6.5, Leon 5.5. (Lanza, Ghinassi, Raggio Garibaldi, Danilo). All. Gasperini 5.5.
JUVENTUS: Buffon 7, Zebina 6, Legrottaglie 7, Chiellini 6.5, Grygera 7.5, Camoranesi 6.5, Sissoko 7 (dal 70’ Nocerino 6), Zanetti 6 (dal 75’ Tiago sv), Salihamidzic 6, Trezeguet 6.5, Del Piero 6 (dal 79’ Iaquinta sv). (Belardi, Birindelli, Stendardo, Palladino). All. Ranieri 6.5.
ARBITRO: Morganti di Ascoli Piceno 5.5.
AMMONITI: Legrottaglie, Sissoko, Sculli, Camoranesi, Criscito, Zebina, Fabiano.
RECUPERI: 3’ e 4’.
[Articolo per Goal.com di domenica 9 marzo 2008]
sabato 8 marzo 2008
QPR: Delaney illude, lo Sheffield Wednesday vince di rigore. Espulso Ephraim al 90'
Sheffield Wednesday-QPR 2-1. Non basta un gol di Delaney dopo un quarto d'ora. Merito di Kavanagh che, nel recupero del primo tempo, incorna alle spalle di Camp la rete del momentaneo pareggio. L'imbattibilità del QPR si ferma così a 327 minuti. Poco prima Vine, con una bella conclusione dalla distanza, sfiorava la traversa. Ad inizio ripresa il QPR sembra poter riprendere per il meglio. Ed è ancora Vine ad avere subito una bellissima opportunità non conclusa nella maniera migliore. Pochi secondi dopo McAllister si presenta pericolosamente in area e, dopo un contatto con Camp finisce in terra. Per l'arbitro Swarbrick sussistono gli estremi del penalty trasformato da Burton. Poi Blackstock e Kavanagh avrebbero l'opportunità di andare a segno ma i portieri sventano entrambi i rischi. Prima del fischio finale Ephraim viene espulso dopo aver trattenuto Song'o. Per gli Owls, terz'ultimi in classifica, questi tre punti sono ossigeno indispensabile per continuare a sperare nella salvezza. Nonostante la battuta d'arresto De Canio può considerarsi soddisfatto per l'atteggiamento mostrato in campo dai suoi ragazzi.
TABELLINO:
SHEFFIELD WEDNESDAY: Grant, Hinds, Beevers, Wood, Spurr, Kavanagh, Small (O'Brien 90), Wallwork (McAllister 40), Songo'o, Tudgay, Showunmi (Burton 40).Subs Not Used: Burch, Boden.
AMMONITI: Tudgay.
MARCATORI: Kavanagh 45, Burton 52 pen.
QPR: Camp, Delaney, Stewart, Mancienne, Connolly, Rowlands, Leigertwood (Mahon 66), Buzsaky (Balanta 75), Blackstock, Agyemang, Vine (Ephraim 63).Subs Not Used: Pickens, Rehman.
ESPULSI: Ephraim (90).
AMMONITI: Stewart, Delaney.
MARCATORI: Delaney 15.
SPETTATORI: 18,555.
ARBITRO: Neil Swarbrick (Lancashire).
giovedì 6 marzo 2008
QPR: Buon punto a Coventry
Coventry-QPR 0-0. Dopo aver travolto lo Stoke City 3-0 a Loftus Road, finisce a reti bianche la sfida nella Ricoh Arena, tana del Coventry. Il quarto risultato utile in campionato consente alla squadra di De Canio di mettersi al riparo da ogni brutta sorpresa. Ma, soprattutto, permette alla dirigenza di iniziare a costruire senza preoccupazioni il gruppo che la prossima stagione dovrà riportare gli R's nella prossima Premiership. I padroni di casa partono meglio e dopo 8' cercano la via del gol con iniziative di Ward e Best. Poi Camp dimostra di essere in ottima forma sbattendo la porta in faccia al solito Leon Best. Nonostante tutto il QPR non pare soffrire eccessivamente. E, ad inizio ripresa è Buzsaki, con una conclusione da lontano, a sfiorare il vantaggio calciando di poco oltre la traversa. Sempre lui, al 73', costringe alla parata Marshall. E' però appannaggio dei padroni di casa il possesso della palla. Ma gli ultimi minuti di gara, complice la paura del Coventry in piena lotta per la salvezza, non servono a modificare l'esito della sfida.
TABELLINO:
COVENTRY: Marshall, Osbourne, Ward, Dann, Fox, Mifsud, Tabb (Gray 75), Stephen Hughes, Doyle, Thornton, Best. Subs Not Used: Konstantopoulos, Hall, Andrews, Simpson.
AMMONITI: Best.
QPR: Camp, Mancienne, Hall, Connolly, Delaney, Buzsaky, Leigertwood, Rowlands (Ainsworth 90), Ephraim, Agyemang (Blackstock 85), Vine. Subs Not Used: Pickens, Barker, Stewart.
AMMONITI: Connolly, Buzsaky.
SPETTATORI: 15,225.
ARBITRO: Mike Dean (Wirral).
Baustelle, 'Amen': Dio e il declino dell'impero occidentale moderno
Rieccoli, i Baustelle. 'Amen', il nuovo lavoro di Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini sfornato tre anni dopo 'La Malavita', opera che è servita a scuotere dal torpore la musica di casa nostra, non tradisce le attese. Il ritorno è affidato alla crudezza del primo singolo 'Charlie fa surf' ispirato ad un'installazione artistica di Maurizio Cattelan nella quale un bambino è inchiodato con le matite al banco di scuola". Testi mai scontati e spesso taglienti per sfregiare l'artefatta visione della società occidentale in preda ad un inevitabile declino e ad un'allarmante rassegnazione. Quindici tracce dichiarate (e due nascoste) per raccontare, senza il malinconico romanticismo che contraddistingueva l'album precedente, l'appiattimento e la mancanza di valori che corrode l'oggi."Ho scritto i testi delle canzoni senza pensare a un filo conduttore, ma solo cercando di esprimere ciò che sto provando. Solo a lavoro ultimato - dichiara Bianconi - mi sono reso conto che le canzoni, messe insieme, creavano una specie di concept sul declino della società occidentale. Ogni brano a suo modo parla di Dio nelle sue varie accezioni, ma il tono usato è spesso differente rispetto a quello che avevo utilizzato ne "La Malavita". Credo che ci voglia coraggio e onestà per fare le canzoni che facciamo. Noi non vogliamo essere rassicuranti, vogliamo fare la musica pop che non si sente in giro". E' proprio questa l'arma in più della band di Montepulciano: la capacità di affidare i pensieri ad una sottotraccia pop di alta qualità. In questo senso la produzione artistica di 'Amen', affidata ancora una volta a Carlo U. Rossi, appare estremamente curata fin nei dettagli. Importanti le collaborazioni con Sergio Carnevale, un’orchestra d’archi, una sezione fiati, Francesca Genti, il musicista etiope Mulatu Astatke, Beatrice Antolini, il Maestro Alessandro Alessandroni e Beatrice Martini. Molte le gemme incastonate in questo quarto disco dei Baustelle nel quale le voci di Bianconi e Bastrenghi si abbinano alla perfezione. Dalla commovente 'Alfredo' (dedicata alla tragedia del bimbo Alfredo Rampi), alla citazionista 'Baudelaire', per passare all'orecchiabile 'Colombo' e alla melodica 'L'aeroplano'. 'Amen', come recitano le note di copertina, andrebbe suonato a volume molto alto e, se possibile, non va usato come sottofondo. La posologia omette però la cosa più importante: ascoltarlo con la mente e con il cuore spalancati. Voto: 4/5.
lunedì 3 marzo 2008
The Cure a Milano: Il Signore del dark è tornato più vivo e vegeto che mai
Senza tastiere è ancora meglio. E' questa la sensazione lasciata al termine della strepitosa performance dei Cure nella seconda (e ultima) tappa italiana del tour mondiale ospitata in un Palasharp milanese esauritosi a poche ore dalla messa in vendita dei biglietti. Lo scorso ottobre. Lo show comincia nel migliore dei modi con Plainsong e Prayers For Rain sostenute dalla voce di Robert Smith perfetta sin dalle prime sillabe. Si capisce subito che la serata è di quelle giuste. I ritmi sono tiratissimi anche quando iniziano a farsi spazio singoli più dolciastri come Lovesong e Pictures Of You. Ma non c'è nulla di scontato. Complici i nuovi arrangiamenti elaborati dopo la decisione di rinunciare alle tastiere di Roger O'Donnell e le schitarrate di Perry Bamonte sostituiti da Porl Thompson: uno dei più virtuosi chitarristi rock viventi ma anche uno di casa. In tutti i sensi visto che della band ha vissuto i tempi del college, quelli dal 1983 al 1993 e che di Mr. Smith è anche il cognato. La scaletta affonda a mani basse in album epici come The Head On The Door e Disintegration concedendo le inedite Please Project ed A Boy I Never Knew a far intuire di che pasta sarà fatto il nuovo lavoro in cantina da anni e (finalmente) ormai di prossima uscita. Delle produzioni più recenti rimangono solo briciole, conferma di quanto lo stesso Robert Smith abbia fatto fatica digerirli. Se Jason Cooper, dietro la sua batteria, è il metronomo della band, Simon Gallup suona il basso con il suo inconfondibile stile ruvido e mai banale. Dopo una strepitosa performance di The Kiss il finale del corpo principale del concerto è letteralmente da brividi: The Baby Screams suona persino più energica di 23 anni fa e le esecuzioni di One Hundred Years e Disintegration trapassano cuore e nervi. La parte dei bis, come consuetudine, rappresenta una performance all'interno del concerto stesso. Si comincia con quattro brani-tributo (fra cui M con il testo improvvisato) a quel Seventeen Seconds del 1981 pietra miliare della svolta dark per poi lasciare spazio alle "funny songs" (definizione di Robert Smith) fra cui le ottime versioni di Lovecats e Friday I'm in Love a precedere l'inedita Freak Show. Prima di accomiatarsi c'è ancora spazio per un trittico irrinunciabile: Boys Don't Cry, 10:15 Saturday Night e l'esplosiva Killing an Arab. Dopo oltre tre ore di esibizione il rito si conclude. Gli dei dell'oscurità sono stati saziati anche stavolta. I loro adepti anche.
Milano, Palasharp - 2 marzo 2008.
Setlist: Plainsong, Prayers For Rain, alt.end, A Night Like This, The End of the World, Lovesong, Pictures of You, Lullaby, Catch, From the Edge of the Deep Green Sea, Kyoto Song, Please Project, Push, Just Like Heaven, A Boy I Never Knew, If Only Tonight We Could Sleep, The Kiss, Us or Them, Never Enough, Wrong Number, The Baby Screams, One Hundred Years, Disintegration.
1st encore: At Night, M, Play For Today, A Forest
2nd encore: Lovecats, Friday I'm In Love, Inbetween Days, Freak Show, Close To Me, Why Can't I Be You
3rd encore: Boys Don't Cry, 10:15 Saturday Night, Killing An Arab.
sabato 1 marzo 2008
Alan Wilder/Recoil: Lettera aperta
"Music for the masses - I think not." By Alan Wilder, 02.29.2008 THE DOWNLOAD SPIRAL... At the moment, MP3 compression allows a smaller file to be created by excluding the musical information that the human ear is less likely to notice. Much of the information left out is at the very high and low end (MP3s don't reproduce reverb well for similar transience reasons). So when the already squashed CD master is then consumed via MP3, the flattening effect is enhanced further. The result - an unsatisfying, brittle, indistinct, hollow experience with no punch. Just as the CD replaced vinyl, we all know that MP3 and other digital formats are quickly replacing CDs as the most popular way to listen to music. This means more convenience but inferior sound (although that may improve over time). Even the audiophiles have moved on to multi-media - the iPod or iPhone being the 'must have' item of choice. Many have lost interest in high-end stereo systems while younger listeners have grown so used to dynamically compressed music that the battle has already been lost. But this is not the whole story. We are seeing the ramifications of this subtle but significant listening shift for the record industry. You see, it's not just about audio quality. It is about craft, toil. It's about art... ART FOR ART'S SAKE. I am slightly out of the ordinary in that I am not a hugely 'successful' artist in terms of commercial sales and in that sense, I struggle to be heard just like millions of other musicians. However, because of my background in Depeche Mode, I am secure, which has meant (and continues to mean) that I don't have to tailor what I do to conform in any way. The market shift hasn't really affected me that much. It certainly doesn't change how I approach making music. It does reinforce my cynicism towards the injustice of so much good music lost in the mêlée of dross. But that is nothing new. The nature of mainstream radio hasn't improved in any way; magazines have minimal impact, television exposure is more limited than ever - notwithstanding MTV channels which have become more and more marginalised. In fact the best way to get your music heard is through a TV advertisement.Leaving viability aside for a moment, I would like to see a return to high quality art, embracing all the wonders of technology and science, delivered at a price that reflects the time and effort the artist has put in. Call me old fashioned. Just as one would expect to pay for a hand-crafted piece of furniture or a designer dress or a beautifully printed photograph. Rather than pandering to mass media, why not also produce higher resolution audio - maybe on DVD since that's a format most people can engage with without having to buy new equipment? Combine this with lovingly produced artwork which, if a printed option is too expensive, can at least be downloaded.Collectors items are becoming a way to escape the turmoil. It makes a lot of sense to subsidise the production of an expensive format for those who really appreciate quality and collectibility by allowing a wider audience to cough up a minimal amount for the fundamental elements. Some have tried. For instance, Magne Furuholmen (A-ha) released and sold 300 copies of a special 10" vinyl picture disc with hand-painted original sleeves, accompanied by a CD containing all the songs, a poster and a documentary charting the creation of the artwork. The package sold at 100 Euros a piece. Afterwards, all songs were made available on-line for free via MySpace. Hats off to a bold approach which effectively encouraged each serious fan to also become a kind of personal investor. The successful implementation of a DVD/art/film package such as this by a major company largely remains to be seen. No reason for it not to work as long as the label takes a pragmatic view about downloads - that they can only really act as a promotional tool rather than generating a sustainable source of income.But really, coming up with a format is the least of the challenges - the difficulty as always is how to sell it.Certainly trying to get any sort of coverage in the record stores ceased to be a viable option some time ago. The chains themselves are on their last legs (note the recent demise of the excellent 'Fopp' stores) or they are mutating into something different - focusing on games, merchandise, iPod accessories and so on. To ensure their own survival, with their 'no returns' policy, the record stores exert heavy pressure on the record companies by only agreeing to stock 'dead certs' - just the best selling artists, in order to avoid being left with excess stock.As for marketing and promotion, I want the first listening experience of one of my records to be exactly as I intend it to be heard. For that reason, no longer will I be offering up advance copies for charlatans posing as journalists to sell on E-bay or upload to The Pirate Bay 3 months ahead of release. Considering the amount of advance promotion I get these days, it won't make a blind bit of difference to the sales performance.Not that there aren't any positive sides to fan-shared files. Clearly, people in remote parts of the world - Siberia for example - can potentially be exposed to my music this way, albeit not, as yet, at optimum quality. It's not ideal but better than no opportunity to hear it at all. Even with CDs, in Russia, they are impossible to buy outside of the major cities which is why we get sharp, entrepreneurial fan sites buying up all the city's stock and selling it on to others outside for a small profit margin. [Tratto da www.side-line.com]
We live in a world of technology - exponentially increasing breakthroughs in all things scientific. So fast that we can't even keep up with it. So why is it that the audio quality of music is degenerating? Music 'sounds' worse. We have stopped listening, we don't have time. We only have time to be smacked in the face by the loudest, most attention-grabbing blast of souped-up noise imaginable until ear fatigue sets in and the desire to 'change the record' takes over. Why are the adverts on TV twice the volume of the regular broadcasts? It's the only way to get our attention in the VOLUME WAR. In recent years, a revolution in processing technology has instigated a change in the way albums are mastered. In order to compete, A&R men, producers, even the artists are demanding that mastering engineers, via digital compression, crank up the level so high that all dynamic range is callously sacrificed. (Compression essentially increases the volume of the quieter elements within a mix while holding steady the peaks of the louder parts)The effect of excessive compression is to obscure sonic detail and rob music of its emotional power leaving listeners strangely unmoved. In fact, the ear naturally compresses high volume blasts to protect itself - this is why we associate compression with level. Our sophisticated human brains have evolved to pay particular attention to any loud noise, so initially, compressed sounds seem more exciting. It is short lived. After a few minutes, research shows, constant volume grows tiresome and fatiguing. True excitement comes from variation in rhythm, tone, pitch and a wide range of dynamics which in turn provides space and warmth - something you're unlikely to find in much of today's rock/pop music. If you want a good example, listen to The Arctic Monkeys 'I Bet You Look Good on the Dance Floor' for a bombardment of the most unsubtle, one-dimensional noise.