Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

sabato 30 novembre 2013

Genoa-Torino 1-1: Squillo di El Kaddouri, la pareggia Biondini

Si chiama Mattia Perin il domatore di un Torino arrembante che ha messo in grosse difficoltà un Genoa sorpreso dalla veemenza avversaria. Il giovane portiere è stato determinante con almeno cinque prodigi fondamentali alla sua squadra per limitare i danni dopo il vantaggio siglato da El Kaddouri (7') e a conservare il pareggio ottenuto da Biondini (69'). La gara, contraddistinta anche da due legni colpiti dal goleador marocchino e Vrsaljko, è stata vibrante dal primo all'ultimo minuto. FORMAZIONI - Per cercare la quarta vittoria interna di fila Gasperini schiera un 3-4-3 che, oltre a Perin, prevede una linea arretrata composta da Antonini, Portanova e Marchese; Vrsaljko, Biondini, Matuzalem e Antonelli in mezzo con Gilardino punta centrale affiancato da Centurion (preferito a Santana e Fetfatzidis) e Kucka. Ventura si affida al 3-4-1-2 che prevede Padelli in porta; Glik, Bovo e Moretti in difesa; Darmian, Vives, Farnerud e Pasquale a centrocampo mentre El Kaddouri ha il compito di agire alle spalle della coppia-gol Immobile (ex con il dente avvelenato) e Cerci. PRIMO TEMPO - L'avvio granata gela i Grifoni più della sferzante tramontana che rende ancora più scandinava una serata che sfiora gli zero gradi. L'assalto comincia con uno sfortunatissimo palo di El Kaddouri dopo pochi secondi su sinistro radente che fa da preludio al vantaggio siglato dopo 6' deviando con lo stinco un tiro teso di Farnerud. I Grifoni si destano solo dopo 10', contemporaneamente al termine dello sciopero del tifo che la gradinata Nord dedica ad alcuni tifosi condannati per i noti fatti di Genoa-Siena del 2012. Perin è costretto a sfoggiare interventi a ripetizione un paio di volte su Immobile, poi anche su Cerci in diagonale e Bovo da fuori area. Il Genoa è troppo macchinoso e l'occasione più nitida per avvicinarsi al pari è una punizione di Matuzalem deviata a fil di palo dalla barriera. Troppo poco in mezzo al monologo ospite. SECONDO TEMPO - Centurion resta negli spogliatoi rilevato da Fetfatzidis. Non ci resta Perin che toglie subito da sotto la traversa una punizione di Cerci toccata dalla barriera. Il Genoa prova ad alzare la testa. Vrsaljko calcia dalla distanza ma Padelli viene salvato dal montante alla sua sinistra. Poi il portiere si fa male e viene sostituito da Gomis salvato da un impreciso Portanova in mischia. Perin è ancora strepitoso su Cerci e Bovo. A metà tempo Fetfatzidis s'inventa un affondo in solitario servendo in maniera filtrante Biondini che trova l'1-1. Gli ospiti reagiscono immediatamente e Perin è pazzesco nell'opporsi su due conclusioni a botta sicura di Cerci e Immobile. Ventura inserisce Basha e Brighi per El Kaddouri e Vives. Gasperini risponde con Calaiò e Gamberini per Gilardino e Antonelli. Ma le cose non cambiano. CHIAVE - Un Toro scatenato sorprende e imbriglia un Grifone che fatica da matti a trovare una reazione lucida e organizzata. MOVIOLA - Non è certo la miglior direzione di Peruzzo. L'arbitro di Schio, non sempre reattivo, grazia il già ammonito Vives quando al 23' colpisce duramente Gilardino. Lascia anche dubbi poco dopo non sanzionando un intervento in area di Glik sullo stesso attaccante. Nella ripresa non vede un tocco con il braccio di Biondini nella sua area. [Articolo per Goal.com del 30 novembre 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 24 novembre 2013

Sampdoria-Lazio 1-1: Cuore blucerchiato, Cana rovina tutto

Mai festeggiare prima del tempo. E' l'amara lezione che la sfida odierna dà a una Sampdoria combattiva, ammirevole per abnegazione ma che paga nella maniera più dolorosa la scelta di Mihajlovic di concedere a Palombo la passerella finale. La sua sostituzione in pieno recupero con Maresca, è infatti il motivo per cui l'extra-time si allunga di una manciata di secondi. Tempo sufficiente a Cana per agguantare l'1-1 dopo il vantaggio siglato da Soriano al 66'. Risultato a parte, se la crisi blucerchiata sia stata davvero messa alle spalle è prematuro dirlo. Ma di certo la prestazione offerta contro la Lazio, giocando per un tempo in dieci (Krsticic espulso ad inizio ripresa), è la migliore medicina che Mihajilovic avrebbe mai potuto augurarsi per la sua nuova squadra. La formazione capitolina, prevedibile e disunita al momento di far valere la propria superiorità sul terreno di gioco, sullo 0-0 aveva colto un palo con Perea. FORMAZIONI: Mihajlovic (accolto come il possibile salvatore della patria) e Petkovic si presentano al Ferraris schierando i propri undici con moduli inediti. Il 4-2-3-1 doriano è composto dal portiere Da Costa a cui si aggiungono De Silvestri, Mustafi, Gastaldello e Costa in difesa; Palombo e Obiang agiscono più avanti insieme a Gabbiadini, Krsticic e Wszolek che operano a più diretto supporto di Pozzi elemento più avanzato. Il 3-4-3 laziale, oltre all'estremo Marchetti; propone Ciani, Cana e Radu nelle retrovie; Konko, Onazi, Ledesma e Lulic a centrocampo e Candreva, Floccari e Keita in attacco. PRIMO TEMPO: In attesa di trovare gioco e identità la nuova Sampdoria si scopre aggressiva. Arma utile contro una Lazio in crisi più volte costretta ad arretrare oltre i propri migliori propositi. Al buon ritmo generale non fa però riscontro un altrettanto generoso numero di occasioni-gol. Solo a ridosso dell'intervallo un portiere, Marchetti, viene chiamato seriamente a fare il proprio lavoro, merito di un'insidiosa punizione di Gabbiadini. Il resto è un corricchiare collettivo disseminato da errori a profusione e da una solitaria botta a colpo sicuro di Pozzi respinta dal corpo di Konko. SECONDO TEMPO: La ripresa comincia con un fallaccio del già ammonito Krsticic su Ledesma, Orsato gli mostra il rosso. Nonostante l'uomo in meno i blucerchiati non modificano il loro atteggiamento. I biancocelesti si affidano a Perea al posto di Keita ma restano leziosi favorendo la strategia locale. Dall'altra parte il tecnico serbo inserisce Soriano per Wszolek. La spinta ospite produce un'incornata a lato di Konko e un clamoroso palo colto dal neo-entrato. Il rischio spaventa la Samp che si riversa in avanti trovando il vantaggio con Soriano che spinge in rete una palla che, dopo un tiro di Gabbiadini, danza attorno a Marchetti a cui non basta provare a metterci le pezze. Petkovic dà un senso al suo sbracciarsi: fuori Ledesma e Candreva, dentro Hernanes ed Ederson. Il Doria ora serra i ranghi ed erige un autentico muro. Nel finale Petagna e Maresca rilevano Pozzi e Palombo. Ma all'ultimo secondo, proprio quando la Sampdoria festeggia la vittoria e la Lazio appare sulle ginocchia, Floccari mette in moto il difensore Cana che approfitta di un errore di Mustafi per involarsi su Da Costa e siglare l'1-1 finale in rasoterra. CHIAVE: Per entrambe le squadre l'esigenza di riscattarsi obbliga a una sfida aperta che, però, evidenzia i rispettivi attuali limiti. Alla Samp va comunque il merito di mostrarsi più coraggiosa in ogni zona del campo anche quando si trova in dieci. MOVIOLA: Solita direzione di forte personalità da parte di Orsato di Schio ben coadiuvato dai propri assistenti. Distribuisce i cartellini con parsimonia punendo con l'espulsione un Krsticic nervoso e ingenuo. [Articolo per Goal.com del 24 novembre 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 10 novembre 2013

Genoa-Verona 2-0: Super Grifone, la corsa scaligera si ferma a Marassi

Il Genoa è rinato. La cura-Gasperini mostra i suoi effetti in maniera dirompente contro un Verona dominato per un tempo e controllato per un altro. Portanova (29') e Kucka (34') incidono sugli almanacchi un 2-0 che allunga il tabù Ferraris per i veneti e che ha mostrato i progressi di una formazione che prima del ritorno del tecnico di Grugliasco, pareva destinata a soffrire. La sfida è stata molto combattuta e assai piacevole. Sul finire Toni, molto volitivo, coglie un palo. FORMAZIONI - Entrambi i mister si affidano ai loro moduli preferiti. Gasperini disegna il suo 3-4-3 partendo da Perin protetto da Antonini, Portanova e Manfredini; affidando la mediana a Vrsaljko, Cofie, Matuzalem e Antonelli; davanti Gilardino è supportato lateralmente da Fetfatzidis e Kucka. Mandorlini, nel suo 4-3-3, schiera il portiere Rafael; Cacciatore, Maietta, Gonzalez e Agostini in difesa; Romulo, Jorginho e Halfredsson a centrocampo mentre l'attacco è composto da Iturbe insieme agli ex-rossoblu Toni e Jankovic. PRIMO TEMPO - Fisicità e ritmo vibrante con Genoa a tratti incontenibile. La supremazia rossoblù trova sostanza grazie a un paio di assist vincenti di Matuzalem. Il primo, da corner, mette le ali a Portanova, abilissimo a volare più alto di tuttial 29'. Il secondo, con un taglio del campo di una trentina di metri, pesca in area Kucka che sovrasta Cacciatore e fa prendere il largo ai padroni di casa. A metà frazione Donati rilevava l'infortunato Halfredsson. Gli scaligeri provano a rialzare la testa ma il primo tempo si chiude sul 2-0 per il Genoa. SECONDO TEMPO - Un colpo di testa di Toni, con sfera a fil di palo, dà il via a una ripresa che propone con più convinzione gli ospiti. Antonelli finisce ko e viene sostituito da Marchese. I cambiamenti coinvolgono anche Cacciatore, Matuzalem e Iturbe fuori per Cacia, Lodi e Martinho. Il Genoa non sta a guardare e, pur facendo diga dietro, non rinuncia ad agire di rimessa con fraseggi interessanti. Gli ospiti impegnano Perin con un tentativo dalla distanza di Jankovic e uno ravvicinato di Martinho. L'assedio ospite si stampa su un palo colto da Toni all'80' e su tutta l'abnegazione genoana che dà fondo alle energie residue per agguantare la terza vittoria consecutiva. CHIAVE - Genoa assatanato deciso a mordere metri e caviglie a un Verona presentatosi in ottima salute. Spettacolo ed emozioni sino al triplice fischio, a decidere è la forza fisica degli uomini in rossoblù. E le tante ottime parate di un super Perin. MOVIOLA - Dubbio contatto tra Portanova e Maietta nell'area di rigore del Verona sul finire del primo tempo. Cervellera però usa lo stesso metro anche nella ripresa, quando a finire giù è Toni, trattenuto proprio da Portanova. [Articolo per Goal.com del 10 novembre 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 3 novembre 2013

Sampdoria-Sassuolo 3-4: Festival del goal al Ferraris, decide la tripletta di Berardi

La Sampdoria scivola ancora. Stavolta in casa, per 3-4 e al cospetto di un Sassuolo che la surclassa sul piano della manovra e dell'assetto tattico ma che ha rischiato seriamente di non vincere pur essendo in superiorità numerica dal 50' per un'espulsione comminata a Costa. I blucerchiati, a cui l'unica cosa che non difetta è il cuore, vanno a segno per 3 volte e sempre sugli sviluppi di improvvisate mischie da Far-West. E dire che erano riusciti ad andare al riposo in vantaggio con un'inzuccata di Pozzi (19'). La ripresa è un turbillon di emozioni. Berardi ribalta tutto in fretta (49' e 51' su rigore) ma quando Floro Flores (63') sembra poter far calare il sipario, i ragazzi di Rossi riescono nella duplice impresa di non venire ancora castigati dagli avversari e di agguantare momentaneamente il risultato con Eder (64') e De Silvestri (80'). Sul piano della gestione della palla e della sistemazione in campo, però, gli ospiti appaiono nettamente superiori. Così Farias, appena entrato e carico come una molla, propizia l'ennesimo penalty di giornata che consente a Berardi di fare tripletta e, soprattutto, di consegnare al Sassuolo la prima vittoria esterna in serie A della sua storia. FORMAZIONI: Rossi schiera un 3-4-1-2 con Da Costa a protezione dei pali; Mustafi, Gastaldello e Costa a formare la linea arretrata; De Silvestri, Obiang, Gentsoglou, e Gavazzi a centrocampo; Krsticic agisce alle spalle degli attaccanti Eder e Pozzi. De Francesco, che non può contare sullo squalificato Zaza, si affida al 3-4-3: oltre al portiere Pegolo mette fra i titolari Antei, Bianco e Acerbi a difendere; Gazzola, Magnanelli, Marrone e Longhi in mezzo; Berardi, Floro Flores e Masucci compongono il trio offensivo. PRIMO TEMPO: Dopo un sostanziale equilibrio nel quale Floro Flores brilla per un'insidiosa punizione e un pericolosissimo rasoterra destro intercettato da Da Costa, la Sampdoria passa grazie a Pozzi che corregge in rete di testa un assist di Costa. Il Sassuolo prova a reagire, reclama inutilmente un rigore su Magnanelli trattenuto da Mustafi e mette Gazzola in condizione di colpire tutto solo trovando sulla linea di porta il piedone di Gastaldello. Il Doria, reo di eccessivi errori in fase di disimpegno e dagli ingranaggi non proprio impeccabili, riesce comunque a limitare i danni. SECONDO TEMPO: Avvio di ripresa micidiale da parte di Berardi che prima pareggia controllando e appoggiando nel sacco su Da Costa in uscita, poi approfitta ancora degli enormi spazi concessigli procurandosi un rigore con Costa che rimedia il secondo giallo. Nonostante il vantaggio, gli ospiti continuano a macinare ritmo e occasioni trovando la terza rete con Floro Flores che ruba palla a Mustafi involandosi verso il portiere e la gloria. Neppure il tempo di ripartire che Eder in versione-falco che placa le urla di contestazione accorciando subito le distanze su sponda di Pozzi. Di Francesco sostituisce Masucci con Missiroli, Rossi richiama in panca Krsticic e Pozzi per inserire Soriano e Petagna. Nelle fila ospiti uno stremato Floro Flores cede il campo ad Alexe. Spazio anche per Wszolek al posto di Gavazzi. Il Sassuolo spreca opportunità in serie per chiudere i conti e viene punito da Da Silvestri che, ancora su azione convulsa in area, prima coglie la traversa e poi riprende la sfera realizzando il 3-3. Il pari fa saltare tutti gli schemi. Farias entra per Gazzola e poco dopo viene messo giù in area da De Silvestri. Berardi fa tripletta riportando avanti i suoi: 3-4. Mentre la Samp ormai è definitivamente al tappeto Alexe ha anche il tempo di divorarsi la cinquina davanti al portiere. CHIAVE: Si gioca a viso aperto: Samp ad usare il cuore più del cervello, Sassuolo manovriero ma per un tempo non altrettanto finalizzatore. Quando ci riesce dilaga e vince con merito. MOVIOLA: Tagliavento, sempre vicino all'azione, dirige con luci ed ombre. Tiene in carreggiata i nervi a fior di pelle dei contendenti dispensando i cartellini con efficace parsimonia ma non ravvisa gli estremi del penalty per una trattenuta in area di Mustafi ai danni di Magnanelli. [Articolo per Goal.com del 3 novembre 2013] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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