Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

sabato 22 dicembre 2012

Sampdoria-Lazio 0-1: Basta un guizzo del Profeta, l'Aquila si regala un Natale da seconda della classe

Sotto l'albero Petkovic si regala la piazza d'onore del campionato. La sua Lazio sgambetta anche l'ex-Delio Rossi rendendogli amaro il debutto sulla panchina di una Sampdoria volitiva ma dai limiti evidenti in ogni reparto. Un goal di Hernanes dopo 28' è più che sufficiente a sigillare il risultato. La sfida si consuma nei limiti dei padroni di casa e nella quadratura di ospiti che non devono fare gli straordinari per portarsi a casa quei tre punti che in trasferta gli mancavano dal viaggio a Pescara dello scorso 7 ottobre. FORMAZIONI: Delio Rossi si presenta riportando in panchina Palombo (accolto da ovazioni) e proponendo un 4-3-1-2: Romero in porta; Berardi, Rossini, Gastaldello e Costa a sua diretta protezione, linea mediata composta da Munari, Krsticic e Obiang con Poli a ridosso del duo Eder-Icardi. Petkovic schiera un 4-5-1 che prevede il portiere Marchetti sostenuto da Konko, Dias, Biava e Radu; a centrocampo vanno Hernanes, Mauri, Ledesma, Gonzalez e Luljc a supporto dell'unica punta Klose. PRIMO TEMPO: Avvio attento, concentrato e vispo della Samp che cerca di affrettare i tempi impegnando seriamente Marchetti con tentativi di Krsticic e Eder. Per gran parte del tempo a spaventare i padroni di casa è solo Lulic: saetta di poco alta. Alla mezz'ora, però, proprio il bosniaco filtra in area surclassando Berardi e mettendo in mezzo un pallone sul quale si avventa Hernanes, rasoterra e rete che vale lo 0-1. Lo svantaggio shakera le poche idee doriane e la reazione è più istinto che raziocinio. Di meglio gli ospiti non possono chiedere concedendosi il lusso di regalare a Gastaldello una chance, mal sfruttata, su azione d'angolo. SECONDO TEMPO: Soriano rileva Krsticic seguito da Berardi sostituito da De Silvestri. La Samp, a cui ormai gli avversari sembrano aver preso le misure, gira spesso a vuoto. Icardi stavolta senza sostanza pare esserne l'emblema e Rossi provvede a cambiarlo con Pozzi. Lui se non altro scalpitante al punto da dare, ad una ripresa tutt'altro che spettacolare, il primo vero sussulto: violento diagonale di destro a fil di palo. Sono appena trascorsi 30' minuti di un bolso braccio di ferro. Nel finale Petkovic fa rifiatare Hernanes dando spazio a Cavanda. L'occasione più nitida capita sui piedi di Konko, murato da Rossini al momento di colpire a colpo sicuro. Si vedono anche Ciani e Floccari per Mauri e Klose. Ma si tratta di comparsate o poco più. CHIAVE: La smania dei blucerchiati di ben figurare innanzi al nuovo tecnico si scioglie contro il pragmatismo laziale. MOVIOLA: Dirige senza troppi patemi, Rizzoli di Bologna. Parsimonioso nello dispensare i cartellini e adeguatamente supportato dai suoi assistenti. [Articolo per Goal.com del 22 dicembre 2012] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 16 dicembre 2012

Genoa-Torino 1-1: Granqvist riacciuffa i granata, a Marassi un pari che non serve a nessuno

Un goal ciascuno nel primo tempo, merito di Bianchi (18') e Granqvist (29'), e una seconda parte di gara che mette in evidenza i limiti di Genoa e Torino, non per caso in difficoltà di classifica. I rossoblù, che quando girano lo fanno spesso a vuoto, dimostrano di avere più che mai urgenza di rifondazione; i granata, a tratti messi in difficoltà più dalle proprie paure che dall'organizzazione avversaria, possono recriminare contro la sfortuna per una clamorosa traversa scheggiata da Sgrigna a Frey battuto. FORMAZIONI: Ancora assenze pesanti per Delneri che nel suo 3-4-3 odierno non può affidarsi a Kucka, Sampirisi e Jankovic. In campo vanno Frey in porta; Canini, Granqvist e Moretti in difesa; Rossi, Seymour, Bertolacci e Antonelli in mediana mentre Vargas, Borriello e Immobile formano la linea d'attacco. Ventura propone così il suo 4-2-4: Gillet fra i pali; Darmian, Glick, Rodriguez, e D'Ambrosio pacchetto arretrato; Vives e Gazzi a centrocampo; Santana, Birsa, Bianchi e Cerci davanti. PRIMO TEMPO: Prova subito Borriello a cercare ossigeno per il Grifone. Lo fa impegnando Gillet rasoterra e con una botta al volo da due passi sulla cui respinta Vargas denota scarsa mira. Più preciso, e soprattutto più letale, è invece Bianchi nell'approfittare della tradizionale disattenzione difensiva genoana spingendo in rete con la nuca un docile assist di Birsa. L'attivissimo Sgrigna rileva l'infortunato Santana mentre Delneri, arretrando Vargas, modifica il proprio assetto nel 4-4-2. Con gli attaccanti rossoblù più intenti a complicarsi la vita che a far male, è quindi un difensore, Granqvist, a sfruttare un corner per incornare l'1-1. All'intervallo si arriva con uno sterile predominio offensivo dei padroni di casa. SECONDO TEMPO: Il Genoa macina metri nella porzione di campo granata provando, senza costrutto (Immobile, Granqvist su tutti), a sorprendere ancora Gillet nei primissimi minuti. L'undici di Ventura, troppo Bianchi-dipendente, soffre a lungo la pressione non riuscendo a tirar fuori lo spirito da “Toro”. Si affidano quindi a calci piazzati come una punizione mal sfruttata da Sgrigna e un paio d'angoli che fanno correre brividi sulla schiena di Frey dopo l'inserimento di Brighi al posto di Birsa. Il Genoa si spegne lentamente. Delneri prova a ridargli vigore iniettando energie fresche: Anselmo, Said e Piscitella per Rossi, Immobile e Antonelli. Serve a poco o nulla. Nel bel mezzo del viavai Sgrigna e Vives sfiorano il nuovo vantaggio ospite: il primo mandando sulla traversa un pallone troppo pesante, il secondo sfiorando il montante in mischia. CHIAVE: Sfida da bassifondi, giocata come si conviene a squadre con limiti e paure causa ed effetto della loro precaria condizione di classifica. Folate alternate ad errori grossolani da entrambe le parti. MOVIOLA: Che la gara potesse essere tesa era preventivabile, che lo fosse ancor di più Orsato un po' meno. Il fischietto di Schio commette pochi errori ma è incapace di far scivolare il match su binari meno isterici. Non viene neppure aiutato dalle ripetute sviste sulle posizioni di offside da parte dell'assistente Faverani. Corretto, invece, lo sventolio di Niccolai in occasione dell'annullamento di un goal a Rossi in apertura di ripresa. [Articolo per Goal.com del 16 dicembre 2012] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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mercoledì 5 dicembre 2012

Isbn Edizioni dedica una giornata al Subbuteo per celebrare la versione deluxe del libro di Daniel Tatarsky

In attesa di potervi recensire la versione deluxe del libro di Daniel Tatarsky 'Subbuteo. Storia illustrata della nostalgia', vi segnalo che domenica 16 dicembre nel foyer del Teatro Franco Parenti di via Pier Lombardo 14 a Milano, Isbn Edizioni (anche quest'anno presente ad Elita Christmaspark) dedicherà un'intera giornata al gioco che ha entusiasmato generazioni di subbuteisti, e continua ad appassionare giocatori di tutte le età. Tutti gli amanti del football a punta di dito più famoso del mondo potranno fare un tuffo nel passato, sfidandosi sui campi dove sarà possibile giocare sia con le proprie squadre sia con quelle messe a disposizione dalla casa editrice. L'ingresso è libero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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domenica 2 dicembre 2012

Genoa-Chievo Verona 2-4: I clivensi dell'allievo Corini affondano i rossoblù del maestro Del Neri. Decide la tripletta di Paloschi

Anche il Chievo Verona riesce a fare un sol boccone di un Genoa senza capo né coda e in vena di regali. E anche Corini dà lezione di tattica a Delneri. La sua formazione si impone agevolmente per 2-4 nonostante quasi metà ripresa affrontata in dieci per l'espulsione di Andreolli. L'ex Paloschi, con una tripletta già nel primo tempo (rigore al 14', 22' e 45'), fa il mattatore lasciando al neo-entrato Said (40') l'effimero premio per essersi impegnato a dovere. Nella seconda parte la musica non cambia. Jankovic (55') riapre i giochi solo per chi crede nei sogni. I rossoblù, incapaci di invertire la rotta anche quando si trovano con l'uomo in più, si reggono su iniziative sporadiche per poi crollare inesorabilmente di fronte al gioco semplice e fluido di avversari capaci di leggere l'incontro senza balbettii. Di Stoian (90'), l'ultimo sigillo. FORMAZIONI: Delneri, alle prese con numerose defezioni (fra queste Antonelli, Moretti, Borriello e Jorquera), ripropone il 4-1-4-1 confermando Frey in porta; Canini, Granqvist, Krajnc (sostituto di Bovo ko durante il pre-gara) e Sampirisi in difesa; Tozser leggermente avanzato alle spalle della linea mediana campo nella quale prendono posto Jankovic, Kucka, Bertolacci e Vargas a supporto di Immobile unica punta. Assenti Luciano, Frey e Papp, Corini si affida ad un 4-3-3 che prevede Sorrentino a difesa dei pali; i difensori Sardo (preferito a Cesar), Dainelli, Andreolli e Dramè; Guana, Cofie e Rigoni in mezzo con il tridente Hetemaj, Paloschi e Thereau. PRIMO TEMPO: Dura pochi minuti la verve dell'undici di casa sotto di due reti dopo 22' per effetto di una doppietta di Paloschi: prima dal dischetto dopo una follia di Sampirisi su Hetemaj, poi in diagonale dal vertice destro dell'area agevolato da una disattenzione difensiva. Delneri prova la carta Said, sostituto di Tozser, da affiancare alla controfigura di Immobile. La scelta è azzeccata visto che è proprio lui, inzuccata su corner, a riaprire i conti. L'entusiasmo si spegne a ridosso dell'intervallo quando al cospetto di una retroguardia da spiaggia, ancora Paloschi, stavolta di testa su assist di Guana, realizza la sua tripletta. SECONDO TEMPO: Per riprovarci Delneri si affida a Seymour al posto di Krajnc. Ma è più che mai il Chievo a giocare come il gatto col topo forte di superiori capacità manovriere. Si ha la sensazione che solo un jolly potrebbe rimettere in gara il Genoa. A pescarlo, con una bella girata dal limite, è un glaciale Jankovic. Corini richiama il pluribomber di giornata e inserisce Stoian; dall'altra parte Sampirisi cede il campo a Rossi. Poco dopo a macchiarsi di un'ingenuità è Andreolli che, già ammonito, entra duro su Kucka lasciando i suoi in dieci. Cesar rileva Guana mentre il Genoa prova a spingere seriamente sospinto da tifo nervoso ma tosto. Tatticamente però, Delneri non riesce minimamente a sfruttare la superiorità numerica. La palla più pesante capita quindi in contropiede a Thereau che, dopo averla letteralmente passata a Frey, viene sostituito da Jokic. Il Genoa continua a perdersi in se stesso. Così come il suo portierone che, allo scadere, s'impapera regalando a Stoian il sottile piacere di infilare comodamente nel sacco una sua goffa respinta. E' il definitivo 2-4. CHIAVE: Il Genoa soffre l'obbligo di dover fare la partita, gli imbarazzanti limiti delle sue seconde linee e le confusioni tattiche del proprio mister. Così, anche un Chievo che svolge un compitino senza neppure sbattersi troppo, assurge al ruolo di squadrone con Paloschi suo fenomenale condottiero circondato da onesti pedatori. MOVIOLA: Tagliavento di Terni, fischietto non molto amato da queste parti, dirige con tranquillità e fermezza supportata dai cartellini senza dar motivo di particolari contestazioni. Ineccepibile il penalty concesso ai clivensi, così come il rosso (per doppio giallo) sventagliato a Andreolli. [Articolo per Goal.com del 2 dicembre 2012] © RIPRODUZIONE RISERVATA

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