Parole sante...

Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (Oscar Wilde)
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Copertina

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Isabel Emrich ~ ‘Underwater Paintings’

sabato 29 novembre 2008

QPR, un altro piccolo passo in avanti

Crystal Palace-QPR 0-0: Finisce a reti bianche questo derby londinese con più premesse che sostanza. Il punticino aggiunto in classifica accontenta entrambe i tecnici in cerca di conferme. Paulo Sousa schiera Gorkss dal primo minuto e il nuovo acquisto Helguson ad inizio ripresa in sostituzione di Parejo. Alla resa dei conti sono però i padroni di casa a dimostrarsi più intraprendenti costringendo Cerny ad intervenire per limitare il peggio. Soprattutto su tentativi di Beattie dopo 3’, di Ifill al 40’ e del suo sostituto Kuqi al 68’. Ai Rangers va il merito di essersi mantenuti compatti anche nei momenti di maggiore pressione avversaria. Duole però registrare la solita difficoltà realizzativa anche se, almeno in fase di costruzione, qualcosa in più si è visto. Helguson, islandese appena giunto alla corte di Briatore, ha le caratteristiche ideali per sfruttare la visione di gioco di Ledesma, oggi fuori per squalifica. Il suo battesimo con gli Hoops ha però denotato una mancanza di freddezza sottoporta. Entra scalpitando al punto da provarci dopo neppure un minuto dal debutto (destro sul fondo), ma spreca un’occasione assai propizia al 72’ mandando ancora una volta fuori su colpo di testa. Insomma, da rivedere in condizioni più favorevoli e senza l'ansia da prestazione mostrata questo pomeriggio. Per il resto la sensazione offerta dal QPR è quella di un team in crescita ma ancora in cerca di una vera identità. Sarà soprattutto questa l’impresa che dovrà ottenere il nuovo tecnico.

Crystal Palace: Speroni, McCarthy, Fonte, Clyne, Hill, Carle (Derry 63), Watson, Oster, Scannell (Griffit 87), Ifill (Kuqi 63), Beattie.
Subs Not Used: Lawrence, Moses.

Booked: Carle.

QPR: Cerny, Ramage, Stewart, Gorkss, Delaney, Agyemang (Di Carmine 90), Leigertwood, Mahon, Parejo (Helguson 46), Ephraim, Blackstock (Rowlands 56).
Subs Not Used: Cole, Borrowdale.

Booked: Ephraim, Delaney.

Att: 16,411

Ref: Rob Styles

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mercoledì 26 novembre 2008

QPR, Blackstock tiene a galla gli Hoops

QPR-Charlton Athletic 2-1: Mentre l’islandese Heidar Helguson decide di passare in prestito al QPR, una doppietta di Blackstock consente ai Rangers di restare nella scia dei play-off.

La gara, arrivata in giorni assai convulsi per entrambi i club londinesi, alla fine ha premiato chi ha saputo ragionare più a mente fredda. La rete del vantaggio, giunta al 17’ dopo un tap-in del numero nove su ispirazione di Tommasi, viene pareggiata alla mezz’ora da Racon, lesto ad approfittare dei distratti Stewart e Gorkss innanzi ad un cross di Bouazza. Phil Parkinson, caretaker manager degli Addicks dopo il divorzio con Alan Pardew, non riesce proprio a venire a capo di una matassa che con il passare dei minuti va ingarbugliandosi sempre più. Merito anche dei padroni di casa che stavolta riescono a nascondere le loro pecche gettando in campo la voglia di vincere. La stessa che, davanti a telecamere e taccuini, spingerà Paulo Sousa a dichiarare di essere “profondamente orgoglioso" dei propri ragazzi.

Il colpo decisivo sembra poter posarsi sulla testa di Hudson al 77’, ma la mira è scadente. Neppure il tempo di rammaricarsi dell’occasione fallita che i rimorsi si fanno disperazione. E’ infatti il 79’ quando nell’aria scocca l’attimo fatale al Charlton. Per il QPR sul prato già corrono Agyemang, Mahon e Ledesma al posto di Di Carmine, Tommasi e Parejo, è però sempre Blackstock - al nono centro stagionale - a trovare l’incornata vincente servito da Ephraim. Il novantesimo arriva fra un tentativo di Agyemang e un tiro-cross di Gillespie che scaldano i muscoli dei due portieri. Alla fine, con i tifosi di Loftus Road a lasciare il tempio in un vociare misto tra voglia di volare e mugugni per le rivoluzioni interne alla società, a contare più di tutti sono i tre pesantissimi punti messi in carniere. La stessa quantità che il Charlton è riuscito a racimolare nelle ultime nove partite.

QPR: Cerny, Delaney, Stewart, Leigertwood, Parejo (Ledesma 73), Blackstock, Gorkss, Ramage, Tommasi (Mahon 61), Di Carmine (Agyemang 46), Ephraim.
Subs: Cole, Oastler.

Scorers: Blackstock (17), (79)

Bookings: Leigertwood (41), Delaney (72).

Charlton Athletic: Weaver, Youga, Hudson, Gray, Gillespie, Racon, Semedo, Cranie (Sam 82), Bouazza, Primus, Waghorn (Varney 62).
Subs: Elliot, Holland, Fortune.

Scorer: Racon (30).

Bookings: Hudson (90)
.
Referee: Mr K P Shroud.
Attendance: 12,286.

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sabato 22 novembre 2008

QPR, i Rangers resuscitano anche il Watford

Watford-QPR 3-0: Che shock! Peggio di così sarebbe stato difficile immaginare l’esordio di Paulo Sousa sulla panchina dei Rangers. Al Watford, terz’ultimo in classifica e reduce da 5 sconfitte nelle ultime 6 gare, basta un solo tempo per archiviare la sfida. Infatti - complice una difesa distratta, un centrocampo leggero e l’atavica sterilità offensiva dei londinesi - a bere il thè caldo dell’intervallo gli Hornets ci vanno conducendo già per 3-0. E’ Priskin a sbloccare il match dopo 25’ a seguito di un penalty causato da Stewart. Con gli ospiti ancora poco attenti è Ward a raddoppiare otto minuti più tardi su assist di Harley. La reazione degli Hoops è flebile. Così Loach si scalda solo intervenendo solo su una punizione di Ephraim. Ma praticamente ogni volta che la squadra di Mackay prova seriamente ad affondare il colpo raggiunge l’obiettivo. Accade quindi che al 44’ c’è gloria anche per Williamson che, servito da Smith, spazza l’angolino basso alla destra di Cerny. Ad inizio ripresa il nuovo manager del QPR rivoluziona le carte. Toglie dalla mischia gli ammoniti Mahon e Ledesma gettandovi Tommasi e Parejo. A loro volta seguiti da Di Carmine per Blackstock. Il primo effetto è un intervento di Loach su tentativo di Stewart. Ma è poco più di un fuoco di paglia. Hall si fa cacciare dal campo a dieci dal termine per un fallo su Hoskins. Inutili si rivelano anche alcuni tentativi di Ephraim nella seconda parte del tempo perché la sfida non sfugge mai veramente dalle mani del Watford, bravo a conquistare tre punti essenziali nella lotta per non retrocedere. Per il QPR, evidentemente incapace di dare continuità ai risultati, questa seconda sconfitta consecutiva conferma la scomoda sensazione di incompiutezza. Un vero peccato viste le premesse di questa estate.

TABELLINO:

Watford: Loach, Mariappa, Ward, DeMerit, Doyley, McAnuff (78 Hoskins), Williamson (82 O'Toole), Harley, Jenkins, Priskin, Smith.

Subs not used: Lee, Bromby, Robinson.

Goals: Smith 25 (pen), Ward 33, Williamson 44.

Bookings: Harley.

QPR: Cerny, Delaney, Stewart, Hall, Ramage, Mahon (46 Tommasi), Leigertwood, Ledesma (53 Parejo), Ephraim, Blackstock (61 Di Carmine), Agyemang.

Subs not used: Cole, Gorkss.

Sent off: Hall.

Bookings: Mahon, Ledesma, Stewart.

Ref.: Andy Penn.

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venerdì 21 novembre 2008

Benvenuto Sampdorianews.net!

Dal 12 novembre esiste un nuovo portale del mondo blucerchiato: sampdorianews.net . Sin dai primi passi è facile capire che questa iniziativa nasce nella maniera migliore. Se il mio personale auspicio è che il sito diventi in fretta un punto di riferimento per i tifosi doriani (ma non solo per loro), la mia speranza è che riesca a farlo mantenendosi sempre autonomo, soprattutto nelle scelte e nelle opinioni espresse. In un epoca in cui anche nel calcio la libertà di idee è sempre più soffocata da conformismi, interessi e adulazione del potente di turno il diritto all’analisi e alla critica costruttiva va preservato come la più delicata delle cose. A tutti i collaboratori di Sampdoria News vanno i miei più sinceri auguri per l’ambiziosa avventura intrapresa.

Questa è la redazione di Sampdoria News:

Caporedattore e ideatore del sito: Diego Anelli

Collaboratori: Alberto Teti, Stefano Orengo, Matteo Nosenghi, Alessio Ciarlo, Diego Gobbo, Giacomo Zanon, Roberto Chiappe, Riccardo Volpato, Roberto Sinibaldi.

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domenica 16 novembre 2008

Sampdoria-Lecce 3-2: la Samp cala il tris e spazza via quel Tir che si era messo di traverso...

Delvecchio e Cassano sembrano ipotecare la sfida in 14', ma il gol decesivo è quello di Stankevicius. Inutile una doppietta di Tiribocchi.
Vince 3-2 la Samp. Lo fa soffrendo solo nel finale contro un Lecce colpito a freddo da un uno-due firmato Delvecchio-Cassano. I salentini regalano il primo tempo uscendo fuori dal guscio solo nella ripresa. Tiribocchi accorcia le distanze al 55' e all’82’ dopo che Stankevicius aveva calato il tris decisivo allo scoccare dell’ora di gioco.


In campo – Tipico 3-5-2 per Mazzarri che non riesce a recuperare Campagnaro e si affida a Lucchini. A centrocampo Padalino trova posto sulla fascia destra. Conferma per la collaudata coppia Bellucci-Cassano. Dall'altra parte Beretta insiste con il 4-4-2. Fuori Giacomazzi per squalifica, l'ultimo test è positivo per Cacia che affianca Tiribocchi sulla linea d'attacco.

Si gioca – Si fa subito in discesa la gara della Samp, già al doppio vantaggio prima del quarto d'ora. Merito di un solitario colpo di testa di Delvecchio (11') e di un delizioso sinistro di Cassano che incastona la palla nel “sette” alla destra di Benussi (14'). Le repliche ospiti sono poche. La più favorevole capita a Munari alla mezz'ora, ma non è altro che un passaggio per Castellazzi. I padroni di casa dominano, forti di un tasso tecnico superiore che gli consente di concludere più volte. Clamorosa l’opportunità gettata alle stelle da Gastaldello al 40', giunta prima del cambio tra l'infortunato Padalino e Stankevicius.

La ripresa comincia con Caserta al posto dell'evanescente Antunes e con Pieri che si autoinvita a partecipare al tiro a segno: diagonale a lato al 50'. Poi Cacia invoca inutilmente un rigore dopo un contatto con Gastaldello. Lo fa con la stessa veemenza con cui Fantantonio reclama un fallo di Ardito a centrocampo. Trefoloni non interviene e, sul prosieguo dell'azione, Tiribocchi accorcia le distanze su cross di Cacia. Neppure il tempo di mettere mano al canovaccio della sfida che Stankevicius ristabilisce le distanze con un colpo di testa dal vertice destro dell'area che sorprende Benussi. Tolto dalla mischia anche il distratto Diamoutene per Fabiano il Lecce si fa propositivo andando a segno nel finale ancora con Tiribocchi che riapre momentaneamente la sfida. Allo scadere Franceschini fallisce il più facile dei match-ball.

La chiave – Lavorare l'avversario ai fianchi sin dal primo minuto. L'effetto sorpresa dei blucerchiati spegne subito gli entusiasmi di un Lecce salito a Genova con ancora in testa il pareggio di domenica scorsa e tornatosene a casa con il rammarico di averci provato solo in parte.

La chicca – Antonio Cassano, sempre lui. La ciliegina più bella sulla torta della 200a presenza nella massima serie è un colpo ad effetto di sinistro di quelli che riescono solamente ai veri fuoriclasse. Ma questa non è una novità.

Top & Flop – Sembra proprio che per Delvecchio sia indispensabile giocare a mente sgombra, come accaduto oggi. In queste circostanze sa mettere in mostra il proprio valore. Ad essere pignoli a volte pecca di egoismo ma stavolta perdonarlo è facile. Tiribocchi è l'ultimo ad arrendersi. Tiene vive le speranze con una doppietta dimostrando che talvolta l'esperienza può contare quanto l'estro. Un paio di estati fa Cacia era uno dei pezzi pregiati del mercato nonostante la convalescenza da un brutto infortunio. Quello sceso al Ferraris è apparso la controfigura del talentuoso calciatore che faceva sognare i tifosi del Piacenza. Antunes è il peggiore dei ventidue. D'accordo che Cassano non sia un cliente facile per nessuno, ma almeno dare la sensazione di essere in campo sarebbe stata gradita.

TABELLINO:
SAMPDORIA-LECCE 3-2 (primo tempo 2-0)

MARCATORI: 11' Delvecchio (S), 14' Cassano (S); 55' Tiribocchi (L), 60' Stankevicius (S), 82' Tiribocchi (L).

SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi 5.5; Lucchini 5.5, Gastaldello 6, Accardi 6; Padalino 6.5 (dal 41' Stankevicius 6.5), Delvecchio 7 (dall'86' Dessena sv), Sammarco 6, Franceschini 6, Pieri 6; Bellucci 6, Cassano 7. (Mirante, Ziegler, Bonazzoli, Bonanni, Marilungo). All. Mazzarri 6.

LECCE (4-4-2): Benussi 5; Polenghi 6, Stendardo 6, Diamoutene 5 (dal 61' Fabiano), Antunes 4.5 (dal 46' Caserta 6); Munari 6, Zanchetta 6.5, Ardito 5.5 (dal 75' Konan sv), Ariatti 6; Cacia 5.5, Tiribocchi 7. (Rosati, Castillo, Esposito, Vives). All. Beretta 5.
ARBITRO: Trefoloni di Siena 5.5.

AMMONITI: Stendardo (L), Ariatti (L), Diamoutene (L), Sammarco (S), Delvecchio (S), Lucchini (S) per gioco scorretto.

RECUPERI: 2' p.t.; 2' s.t.


[Articolo per Goal.com del 16 novembre 2008]

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sabato 15 novembre 2008

QPR rimandato, il Burnley continua a sognare. Clamoroso rigore negato a Blackstock

QPR-Burnley 1-2: E’ il Mahon “sbagliato” stavolta a decidere una partita dei Rangers. E’ infatti Alan, e non Gavin, a mettere la firma determinante dopo un'ora di una delle sfide più delicate della stagione. Nella prima frazione il vantaggio iniziale di Blackstock viene annullato da un gol di Blake al 34’.

Per il QPR l’esame di maturità giunge nel momento e contro l’avversario peggiori. I residui dell’infrasettimanale Carling Cup sono di opposta consistenza: padroni di casa ancora a leccarsi le ferite per la grave perdita di Buzsaky e senza Parejo vittime della sconfitta contro il Manchester United, gli ospiti galvanizzati dalla storica eliminazione del Chelsea.
Al 14’ Blackstock trova l’angolino destro e porta in vantaggio la sua squadra. Due minuti dopo Stewart corregge un corner di Ephraim ma trova i riflessi di Jensen. I Rangers controllano senza affanni sino al 34’ quando, per la prima volta, consentono ai Clarets la ricerca del bersaglio grosso. La disattenzione è fatale, dai sedici metri Blake monetizza un assist di Gudjonsson e riporta in equilibrio il risultato. Ultimo sussulto del tempo un intervento di Cerny su McCann.

Nella ripresa, con Delaney subito dentro al posto di Connolly, gli Hoops devono ringraziare Cerny, attento su tiro di Elliott. Potrebbero anche avere la chance di riportare il match dalla propria parte grazie a Blackstock filtrante in area e contrastato irregolarmente da Carlisle. E’ rigore: evidente agli occhi di tutti tranne che a quelli dell’approssimativo mr. Woolmer. Con ancora nell’aria le recriminazioni echeggianti nella tana del QPR, Di Carmine soffoca in gola l’urlo del gol a causa di uno strepitoso intervento di Jensen. Nel frattempo Eagles si fa male e Coyle lo sostituisce con Alan Mahon. Mossa vincente. E’ proprio lui, una manciata di minuti dopo, a freddare Cerny con un colpo preciso su traversone dalla destra dell’ispirato Blake. Nonostante Ainsworth provi a gettare nella mischia Agyemang per Ephraim sono gli ospiti, forti di una manovra agile e sorretti dal morale a mille, a resistere alla distanza. Merito soprattutto della bravura del loro portiere. L’eroe di Stamford Bridge conferma il suo stato di grazia anche a Loftus Road compiendo un intervento decisivo proprio sul ghanese al 92’.


TABELLINO:

QPR: Cerny, Ramage, Stewart, Hall, Connolly (Delaney 46), Ephraim (Agyemang 63), Rowlands, Tommasi (Mahon 53), Cook, Blackstock, Di Carmine.
Subs Not Used: Cole, Ledesma.
Booked: Ramage.
Goal: Blackstock 14.

Burnley: Jensen, Alexander, Duff, Carlisle, Jordan, Elliott, McCann, Gudjonsson, Eagles (Mahon 56), Blake (McDonald 79), Thompson (Akinbiyi 84).
Subs Not Used: Penny, Paterson.
Booked: Gudjonsson, Jordan, McDonald.
Goals: Blake 34, Mahon 60.

Att: 13,226.

Ref: Keith Woolmer.

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giovedì 13 novembre 2008

'The Sound of The Smiths', quando persino le raccolte riescono ad avere un senso

Come Liverpool ha i Beatles, Manchester ha gli Smiths. Lo so, il paragone è irriverente. Ma, seppur con proporzioni ben diverse, la band di Morrissey & Marr ha segnato un’epoca e messo il germe per la nascita di nuove generazioni musicali. E’ per questo che, benché io sia ferocemente contrario alle compilation, considero di buon occhio ‘The Sound of The Smiths’, occasione per riunire momentaneamente sotto lo stesso progetto le due anime più forti del gruppo. In realtà il lavoro principale è stato svolto dal chitarrista. Johnny Marr ha infatti supervisionato la rimasterizzazione delle canzoni prescelte mentre Moz si è occupato della scelta definitiva del titolo, in un primo momento indicato come 'Hang the DJ: The Very Best of The Smiths’. La raccolta, edita dall’ottima Rhino Records, è disponibile nella versione normale (con 23 singoli o brani inizialmente prescelti per esserlo) e in quella deluxe contenente un secondo disco con 22 tracce fra cui alcune rarità interessanti soprattutto per i neofiti, visto che i collezionisti le hanno già avute a disposizione attraverso produzioni non ufficiali. In attesa che l'8 dicembre esca 'Singles Box' - cofanetto in edizione limitata contenente le riproduzioni in vinile dei primi 10 singoli britannici - Irving Azoff, attuale manager del gruppo, annuncia ciclicamente possibili reunion della band sollecitate da sponsor disposti a offrire cifre da capogiro. Il mio auspicio, per l’assoluto nulla che può valere, è che ciò non avvenga mai e poi mai, perché le magie vere non possono ripetersi. E gli Smiths strepitosamente magici lo sono stati per davvero.

Ecco la tracklist di ‘The Sound of The Smiths’:

Disco 1:
01. Hand In Glove

02. This Charming Man

03. What Difference Does It Make? (John Peel Session)

04. Still Ill

05. Heaven Knows I'm Miserable Now

06. William, It Was Really Nothing

07. How Soon Is Now? (12-inch vinyl version)

08. Nowhere Fast

09. Shakespeare's Sister

10. Barbarism Begins At Home (seven-inch vinyl version)

11. That Joke Isn't Funny Anymore

12. The Headmaster Ritual

13. The Boy With The Thorn In His Side

14. Bigmouth Strikes Again

15. There Is A Light That Never Goes Out

16. Panic

17. Ask

18. You Just Haven't Earned It Yet, Baby

19. Shoplifters of the World Unite

20. Sheila Take a Bow

21. Girlfriend in a Coma

22. I Started Something I Couldn't Finish

23. Last Night I Dreamt That Somebody Loved Me


Disco 2:

01. Jeane

02. Handsome Devil (Live)

03. This Charming Man (New York Vocal)
04. Wonderful Woman

05. Back To The Old House

06. These Things Take Time

07. Girl Afraid

08. Please, Please, Please Let Me Get What I Want

09. Stretch Out And Wait

10. Oscillate Wildly

11. Meat Is Murder (Live)

12. Asleep

13. Money Changes Everything

14. The Queen Is Dead

15. Vicar In A Tutu

16. Cemetry Gates

17. Half A Person

18. Sweet And Tender Hooligan

19. Pretty Girls Make Graves (Troy Tate Demo)

20. Stop me If You Think You've Heard This One Before
21. What's The World? (Live)

22. London (Live)

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mercoledì 12 novembre 2008

Scintille nella monotonia d'autunno: dieci indimenticabili esperienze di viaggio

Viaggiare. Ossia intingere se stessi in altre realtà solleticando i cinque sensi e l’anima. Più grezzamente la maniera migliore per superare la limitatezza del nostro piccolo mondo. Ecco l’elenco di alcune personali esperienze di viaggio. Le prime a venire a galla in un oceano di ricordi. Luccicanti scintille nella monotonia di una uggiosa giornata autunnale.

01. Girare l’Australia in lungo e in largo scoprendo che il paradiso esiste per davvero.

02. La notte del solstizio d'estate raggiungere Capo Nord in camper per poi affacciarsi sull'ultimo gradino dell'Europa.

03. Respirare a fondo il profumo dell'antica biblioteca del Trinity College di Dublino.
04. Ritrovarsi i polpastrelli sporchi di polvere dopo aver smarrito il senso del tempo nei negozi londinesi di dischi e libri.
05. Passeggiare lungo le calli veneziane svuotate dai turisti in una notte di luna piena.

06. Seminare pensieri camminando sotto la pioggia attorno ad Uluru/Ayers Rock, sacro monolite australiano.

07. Aspettare l’alba in compagnia su uno degli scogli più nascosti e segreti della Riviera Ligure.
08. Navigare placidamente sul Nilo all’ora del tramonto.
09. Attraversare la Manica in traghetto per godersi, nello spazio di un giorno, la francese Dieppe e l’inglese Brighton.

10. Addormentarsi a Siviglia con il sangue misto a sangria. E svegliarsi intuendo la realizzazione di un miracolo...

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sabato 8 novembre 2008

QPR, il dolce arriva all’ultimo. Decisivo un gol di Mahon all’80’, il Cardiff finisce in nove

QPR-Cardiff 1-0: Il ritorno al successo pieno si fa attendere sino a dieci minuti dal termine. Il merito è di Gavin Mahon, centrocampista poco prolifico ma stavolta provvidenziale per Ainsworth. Rangers in sofferenza realizzativa nonostante le espulsioni di Purse al 28’ e di Comminges all’87’.

Come da previsioni il Cardiff si dimostra osso duro. In una gara dominata dalla mancanza di precisione sottorete a fare la differenza è proprio la capacità di mantenere freddi i pensieri. In questo sono più bravi i padroni di casa. Dopo un inizio senza sussulti al quarto d’ora Cook concede una punizione dalla distanza di Cook, la palla diventa preda di Heaton. La risposta non si fa attendere. Cinque minuti dopo è McPhail a provarci con altrettanta convinzione, Cerny si salva in angolo. Al 28’ il primo episodio decisivo: l’esperto Purse interviene con eccessivo impeto su Cook, Probert è severissimo e lo espelle. Dave Jones corre ai ripari inserendo Gyepes per Ledley riuscendo a tappare adeguatamente la falla. Così, prima dell’intervallo, il portiere giunto in prestito dal Manchester United deve intervenire una sola volta, al 38’, su botta di Ledesma.

Nella ripresa, dopo una manciata di minuti, l’ex-genoano viene sostituito da Buzsaky. Nonostante l’inferiorità numerica i Bluebirds riescono a difendersi con ordine costringendo i ragazzi di Ainsworth a mantenere alta la pressione. A metà ripresa Tommasi e Di Carmine (buona la loro prova) lasciano il terreno di gioco per fare spazio a Mahon e Agyemang. Mosse che lasciano il segno non solo sui tabellini. Infatti, dopo che al 75’ Johnson inzucca male da posizione favorevole su angolo dalla destra dell’ispirato Whittingham, i Rangers passano in vantaggio. Il sigillo è proprio di Mahon che si avventa su un cross di Ramage e, di testa, lo trasforma in oro zecchino. La rete accende speranze e animi. Nei minuti successivi l’arbitro estrae ripetutamente cartellini gialli, i più pesanti dei quali sono quelli mostrati a Comminges che, fra l’84’ e l’86’ ne rimedia addirittura un paio lasciando i gallesi in nove contro undici. In queste condizioni il prato di Loftus Road si fa in discesa per i suoi proprietari che non faticano troppo per arrivare immacolati sino al triplice fischio costringendo il Cardiff alla prima sconfitta esterna stagionale.


TABELLINO:
QPR: Cerny, Stewart, Connolly, Hall, Ramage, Ledesma (55 Buzsaky), Rowlands, Cook, Tommasi, Blackstock, Di Carmine (71 Agyemang).
Subs not used: Cole, Delaney.
Bookings: Agyemang.
Cardiff: Heaton, McNaughton, Comminges, R Johnson, Rae, Ledley (29 Gyepes), Purse, Whittingham, McPhail, E. Johnson (72 Parry), Chopra.
Subs: Enckelman, Blake, Brown.
Sent off: 28 Purse, 87 Comminges.
Bookings: McPhail.
Referee: Lee Probert (Wiltshire)
Attendance: 13.347.

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mercoledì 5 novembre 2008

Amen.

E’ bello stiracchiarsi la mattina e percepire che qualcosa è cambiato. Mettere ordine. Dentro se stessi, soprattutto. E’ una delle attività più sopportabili del trascorrere degli anni. Ideale passatempo per anime caotiche in balia dei marosi dell’esistenza. Utile gioco per recuperare ricordi sepolti dalla polverosa consuetudine. La stessa che, quasi d’improvviso, ti fa ritrovare il viso sfigurato da rughe che solcano pelle e specchi. Si diventa “grandi” davvero quando la voce che c’è in noi inizia a farsi grossa. Quando smettiamo di essere parti di altri. Inevitabile effetto dell’emulazione di chi ci ha educato e di chi ammiriamo. E’ bello scoprire che oltre la ribellione ci può essere di più. E’ bello scoprirlo ora, quando i tempi sono maturi e stille di consapevolezza mettono a nudo ogni cosa. Tranne l’anima, ovviamente.
AMEN.

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lunedì 3 novembre 2008

The Cure, un altro nuovo album ad aprile 2009?

Un nuovo album dei Cure ad aprile 2009? Probabile, certamente non impossibile. A rivelarlo è Mark Beaumont del Guardian. Lo afferma in un articolo leggibile interamente QUI nel quale, fra le altre cose, spiega alcuni inediti dettagli relativi alla controversa gestazione di ‘4:13 Dream’, ultimo (bellissimo) lavoro di Robert Smith & soci. Come da indiscrezioni l’obiettivo iniziale della band era quella di produrre un doppio album sulla falsariga di ‘Kiss Me Kiss Me Kiss Me’ del 1987, tanto che i brani registrati e pre-prodotti sono stati ben 33. Al momento di tradurre in pratica il tutto, però, la Geffen ha comunicato loro l’intenzione di pagare royalties soltanto per la realizzazione di un album singolo, vendendo comunque il doppio ad un prezzo maggiorato. Un ricatto a cui Robert Smith, determinato ad offrire la versione duplice al prezzo di una singola, si è ribellato consegnando alla casa discografica solamente una parte delle tracce: quelle dalle atmosfere più leggere. La seconda, più intimista e dark, è quindi rimasta inedita e l’intenzione dei Cure è quella di pubblicarla appena il contratto con la major lo consentirà. Che, tradotto in burocratese, significa: sei mesi e un giorno successivi all’uscita di ‘4:13 Dream’, finito sugli scaffali dei negozi lo scorso 24 ottobre.
Già in passato Robert Smith ebbe scontri con una casa discografica, la “storica” (per la loro carriera) Fiction. Ciò avvenne nel 2001 in occasione della produzione di ‘Greatest Hits’, edito solo per motivi di business dal momento che il disco rientrava in una serie di obblighi atti a rescindere il contratto. Ma, per rispetto dei propri fans, la band - allora reduce dalla realizzazione di ‘Bloodflowers’ - chiese che la raccolta contenesse un secondo cd con la rilettura acustica degli stessi brani presenti sul primo. La Fiction non fu d’accordo ma il braccio di ferro venne vinto, almeno parzialmente, da Robert Smith. Come? Impegnandosi economicamente in prima persona affinchè, nelle prime edizioni della compilation, venisse incluso ‘Acoustic Hits’ come bonus. Il disco che,
considerata la poco fantasiosa tracklist dell'album principale, diede un senso artistico al progetto.

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domenica 2 novembre 2008

Sampdoria-Torino 1-0: I granata recriminano, i blucerchiati vincono

Decide una magia di Bellucci dopo un goal ingiustamente annullato ad Amoruso.
Una pennellata in mischia di Bellucci all’84’ tinge di blucerchiato una sfida dallo spettacolo modesto. Buona gara del Toro che colpisce un palo e a cui Ayroldi annulla un gol valido segnato da Amoruso.


In campo -
Nella Samp confermato il trio difensivo Lucchini-Gastaldello-Accardi. A centrocampo Padalino viene preferito a Stankevicius. Davanti Bellucci torna titolare al fianco di Cassano. Torino orfano di Abate e di Pratali che non riesce a smaltire la contrattura rimediata mercoledì sera. Diana viene schierato esterno difensivo con Colombo libero di avanzare a ridosso delle punte Stellone e Amoruso.


Si gioca –
Poche idee e risultato deciso dagli episodi. Stavolta tutti a favore di una Sampdoria brava soprattutto a crederci fino in fondo. I padroni di casa consumano la prima frazione cercando invano soluzioni per Bellucci e Cassano ma rischiano nelle ripartenze granata. Il Toro è però incapace di sfruttare tre contropiedi promettenti. Un po’ per la bravura di Castellazzi, che si oppone con decisione su Amoruso e Stellone, di più per l’imprecisione dei suoi attaccanti. Nella ripresa gli ospiti partono coraggiosamente. Resistono sul primo tiro in porta di della Samp, punizione di Bellucci respinta dal portiere al 56’, e si vedono incredibilmente annullare una rete di Amoruso che, dopo aver colto un palo di testa, devia nel sacco un rinvio di Pieri. Nella seconda parte del tempo Cassano offre qualche lampo dei suoi. Dopo che al 69’ Dessena prima e al 73’ Padalino difettano di mira l’ex-piacentino si trasforma in assistman mettendo in mezzo all’area un pallone che Bellucci addomestica di tacco destro mandandolo nell’angolino destro dell’incolpevole Calderoni. Labile la reazione ospite. Natali al 36’ e Sammarco e Lucchini, ad inizio ripresa, hanno dovuto abbandonare il campo per problemi muscolari.


La chiave –
Può la sorte essere la chiave di volta di una partita di calcio? Può esserlo. Specialmente quando in campo gli equilibri si bilanciano nonostante una delle due parti possa vantare un fuoriclasse assoluto come Cassano, oggi non proprio al massimo. Alla fine la Samp conclude a rete con il contagocce ma trova uno splendido gol vincente, il Toro controbatte con i pochi mezzi a sua disposizione ma viene fermato da un palo e da una decisione arbitrale ingiusta.


La chicca –
Mancano sei minuti al novantesimo quando Palladino scaglia una palla disperata in mezzo all’area avversaria, l’invito viene raccolto da Bellucci che, con un delizioso tacco destro in mischia, la infila in buca. E’ la cosa esteticamente più bella in un pomeriggio di chiaroscuri.


Top & Flop –
Certe volte una manciata di lampi possono bastare a costruire un sorriso che dura una settimana. La coppia Cassano-Bellucci possiede l’estro che fa la differenza anche quando non è al massimo. Non altrettanto si può dire della coppia Ayroldi (arbitro) e Chiocchi (assistente di linea) entrambi hanno l’abbaglio di una posizione in fuorigioco decisiva per annullare un gol di Amoruso. L’errore che condiziona pesantemente l’incontro. Inspiegabile la decisione di De Biasi di tenere Rosina ad assorbire l’umidità del prato genovese inchiodato alla panchina.


TABELLINO:

SAMPDORIA-TORINO 1-0 (primo tempo 0-0).
MARCATORI: 84’ Bellucci (S).

SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi 6.5, Lucchini 6 (dal 52’ Bottinelli 6), Gastaldello 6.5, Accardi 6, Padalino 6.5, Delvecchio 6 (dal 71‘ Ziegler sv), Sammarco 6 (dal 48‘ Dessena 6), Franceschini 6, Pieri 6, Bellucci 7, Cassano 6.5. (Mirante, Fornaroli, Stankevicius). All. Mazzarri 5.5.

TORINO (4-4-2): Calderoni 6, Colombo 6.5 (dal 74‘ Zanetti sv), Di Loreto 7, Natali 6 (dal 36‘ Ogbonna 6), Pisano 6, Diana 6, Dzemail 6, Barone 6 (dall‘83‘ Saunel sv), Rubin 6.5, Stellone 5.5, Amoruso 6.5. (Fontana, Abbruscato, Rosina, Bianchi). All. De Biasi 5.

ARBITRO: Ayroldi di Molfetta 5.

AMMONITI: Di Loreto (T), Barone (T), Accardi (S), Ogbonna (T) per gioco scorretto.

RECUPERI: 3' p.t.; 3' s.t.

[Articolo per Goal.com de 2 novembre 2008]

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sabato 1 novembre 2008

QPR, il ciclone Stead ferma i Rangers

Ipswich Town-QPR 2-0: La bacchetta magica di Jim Magilton stavolta si chiama Jon Stead. Lo spilungone di Huddersfield entra al 67’ e decide la sfida con una doppietta messa a segno di testa al 73’ e al 75’ su assist di McAuley e Garvan. E dire che a Portman Road il QPR, ha comunque offerto impressioni positive. Specialmente nel primo tempo durante il quale Tommasi e Di Carmine (sostituito nella ripresa da Blackstock) hanno fatto il loro dovere. Richard Wright, portiere dei Tractor Boys, è stato determinante su conclusioni di Cook, Rowlands, Parejo e proprio dell’ex-viola. Tuttavia i padroni di casa non sono stati a guardare, specialmente con Norris e Walters, quest’ultimo pungente al 40’ e subito dopo il riposo. Ma, proprio quando nonostante la crescita dell’Ipswich la sfida sembra mantenersi in equilibrio, i cambi fanno la differenza. In particolare quelli del 67’. Mentre Ledesma, subentrato a Buzsaky, cerca di prendere le misure al campo Stead, sostituto di Lisbie, fa l’indemoniato. Impegna immediatamente Cerrny e poi lo supera in maniera perentoria con due reti determinanti. Il colpo è di quelli pesanti e i Rangers fanno fatica a reagire con concretezza.

TABELLINO:

IPSWICH TOWN: Richard Wright, Volz, McAuley, Naylor, David Wright, Norris, Shumulikoski, Garvan, Quinn (59 Counago ), Walters, Lisbie (68 Stead ).

GOALS: 73, 75 Stead.

SUBS NOT USED: Supple, Bruce, Miller.

BOOKING: Garvan 67
.
QPR: Cerny, Delaney, Stewart, Hall, Connolly, Parejo, Rowlands, Tommasi, Cook, Di Carmine (57 Blackstock ), Buzsaky (68 Ledesma ).
SUBS NOT USED: Cole, Mahon, Gorkss.

BOOKING: Di Carmine 57.

REFEREE: Trevor Kettle
.
ATTENDANCE: 209667.

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